In presenza di un impianto fotovoltaico, l’ideale è massimizzare la quota di autoconsumo: maggiori sono i dispositivi dell’ambiente domestico che prelevano energia direttamente dall’impianto fotovoltaico, maggiore è la quantità di energia solare utilizzata, riducendo quella prelevata da rete.
La presenza di pompa di calore non fa che migliorare queste condizioni poiché consente di utilizzare l’energia prodotta dal sole per acqua calda sanitaria e/o per riscaldamento domestico, riducendo sensibilmente l’importo della bolletta e migliorando il comfort domestico.
I moduli fotovoltaici ad elevata efficienza Panasonic HIT possono essere facilmente collegati con le pompe di calore. L’azienda giapponese ha infatti studiato diverse soluzioni che, utilizzando le uscite di alcuni dei più noti inverter disponibili sul mercato, permettono un collegamento diretto con i punti di carico domestico, siano essi pompe di calore o sistemi di ricarica dell’auto elettrica. Solamente quando tutti i carichi domestici sono stati soddisfatti l’energia solare sarà immessa in rete.
L’architettura generale proposta sfrutta il fatto che tutti gli inverter hanno un’uscita utilizzabile per l’autoconsumo che può essere utilizzata per questo scopo.
“Ad oggi abbiamo studiato nel dettaglio il collegamento con quattro diversi modelli di inverter per i quali sono disponibili gli schemi elettrici di installazione. – spiega Fabrizio Limani, senior manager solar division Panasonic Solar – Ai fini di una effettiva integrazione fra fotovoltaico e pompe di calore è inoltre necessario coinvolgere i centri di assistenza autorizzati delle pompe di calore, che devono intervenire per le manutenzioni annuali obbligatorie. La sfida dell’integrazione tra fotovoltaico e impianti di riscaldamento domestico, infatti, si muove sul piano della collaborazione fra figure professionali diverse che devono integrare le loro competenze”.
I moduli fotovoltaici Panasonic, con 25 anni di garanzia, sono prodotti negli stabilimenti ex Sanyo e utilizzano la tecnologia di eterogiunzione, che combina tecnologia cristallina e film sottile. Nelle celle solari HIT (Heterojunction with Instrinsic Thin layer) un wafer di silicio monocristallino sottilissimo è rivestito con uno strato di silicio amorfo ultrasottile, combinando i vantaggi di entrambe le tecnologie fotovoltaiche. Grazie a un coefficiente di temperatura di solo -0,258%/°C, queste celle solari all’aumentare della temperatura perdono meno energia rispetto alle celle cristalline, con un maggiore rendimento misurato fino al 10%.