É sul mercato Foscarini Bridge, la lampada da tavolo progettata per l’azienda dal designer Francesco Meda e concepita come un vero e proprio ponte luminoso: da qui il nome Bridge.
Alla base del concept c’è un gesto naturale, istintivo, quasi evocativo di un gioco ancestrale: una mano che piega un foglio di carta e lo trasforma in un oggetto tridimensionale. Bridge prende infatti forma da un’unica lastra di metallo tagliata al laser e piegata senza giunzioni a formare un ponte luminoso: un corpo centrale, a cui viene agganciato il diffusore e che si appoggia su quattro punti laterali. La schiettezza del concept si riflette anche nell’interazione durante l’uso: la luce si accende e si spegne al passaggio della mano, senza necessità di sfioramento. Bridge nasce dunque da una storia stratificata che evidenzia il potere generativo che nasce dalla relazione.
Bridge è disponibile in due modelli, con diverse dimensioni, e in due colori: rosso scuro e ottone.
La versione rosso scuro è prodotta da una lamina d’acciaio tagliata a laser, in seguito piegata e successivamente verniciata a liquido. La versione ottone è ricavata invece da una lamiera d’ottone lucido, tagliata a laser e piegata, la cui struttura è poi tutta verniciata con uno smalto trasparente per prevenire l’ossidazione dell’ottone.
La parte illuminotecnica è composta da una scheda Led con un sensore ottico ad infrarosso al centro che al passaggio della mano accende o spegne con estrema facilità la lampada.
Bridge si presenta dunque come una rappresentazione plastica di quella apparente semplicità che si annida spesso nel design: è un oggetto leggero, assoluto, essenziale in ogni suo tratto. La luce viene irradiata in maniera uniforme rendendo Bridge ideale per uno spazio personale, per la scrittura, o per dare evidenza ad un’area.