Riscaldamento a infrarossi ed energia solare: perché conviene

Autoconsumo e mobilità green? L’esempio a zero emissioni di Sol Aid, che ha integrato rinnovabili, riscaldamento a infrarossi e accumulo con tecnologie Panasonic Solar
Riscaldamento a infrarossi: importanza dell'energia solare

Dalle rinnovabili al riscaldamento a infrarossi, dall’accumulo alla mobilità sostenibile. Siamo in Germania, dove l’azienda Sol Aid ha realizzato un esempio concreto di energia circolare.

Attiva da oltre dieci anni nel settore fotovoltaico e Panasonic Solar Premium Installer, la piccola realtà tedesca ha scelto un impianto a zero emissioni, che garantisce alla struttura maggiore sostenibilità e autosufficienza energetica al 90%. Questo grazie alla combinazione di fotovoltaico, riscaldamento a infrarossi e batteria solare per ricaricare le auto elettriche aziendali.

Come funziona il riscaldamento a infrarossi?

La principale novità tecnologica riguarda appunto i pannelli radianti a infrarossi. Di che si tratta? Parliamo di una valida alternativa alle pompe di calore e ai radiatori elettrici che risulta particolarmente conveniente quando non è necessario riscaldare 24 ore su 24.

I tradizionali radiatori riscaldano l’aria, favorendo la circolazione di polvere e la creazione di correnti d’aria. Qui, le radiazioni colpiscono le pareti, che immagazzinano il calore e lo restituiscono allo spazio abitativo. In questo modo si ottiene un livello di comfort uniforme, con temperatura costante. Tuttavia, riscaldare un’azienda con la sola energia elettrica può rivelarsi costoso. Ecco perché abbinare questo tipo di soluzione HVAC a un impianto di produzione energia da fonti rinnovabili. Come nel caso “solare” dell’azienda tedesca, che andiamo ad analizzare da vicino.

Alla base, un impianto fotovoltaico smart

La struttura di Sol Aid copre 100 mq di uffici e 300 mq di magazzino e officina. L’immobile è destinato esclusivamente a uso professionale, quindi il riscaldamento è necessario solo nei giorni feriali, in orario di lavoro. Un contesto ideale per installare un sistema di riscaldamento a infrarossi alimentato da moduli fotovoltaici.

Riscaldamento a infrarossi tramite specchio

Parliamo nello specifico di moduli Panasonic HIT N330 con 50 kW di potenza, installati sul tetto dell’edificio con esposizione est-ovest. Quando si verifica un surplus produttivo, l’energia non utilizzata viene immagazzinata in un sistema di accumulo da 27,5 kWh. Così, l’energia in eccesso passa all’infrastruttura di ricarica della flotta aziendale di auto elettriche.

Riscaldamento “bello” ed efficiente

Al contempo, il riscaldamento all’interno degli uffici è garantito da pannelli radianti a infrarossi efficienti ed esteticamente gradevoli.

Le unità sono distribuite in modo innovativo:

  • nella sala riunioni: pannelli con immagini di grattacieli;
  • bagno: il calore proviene dallo specchio;
  • ingresso e corridoio: semplici pannelli bianchi.

Da non trascurare, poi, la facilità di installazione: non servono interventi invasivi e basta una presa di corrente vicino a ogni pannello.

I vantaggi dell’elettrificazione green?

“Con una superficie di appena 1,67 mq – spiega Stefan Findeiß, amministratore delegato di Sol Aid -, i moduli ad alte prestazioni HIT si adattano perfettamente al nostro tetto. Inoltre, con la produzione di circa 48.000 kWh di elettricità pulita all’anno, coprono il 90% dei consumi elettrici”.

A ciò si aggiunge il risparmio in bolletta del riscaldamento a infrarossi – circa 1.680 euro/anno (considerando un prezzo dell’energia elettrica di 0,24 centesimi/kWh) – che si conferma dunque la soluzione migliore per questi contesti applicativi.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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