Negli ultimi due anni, coerentemente con l’adozione delle direttive europee che hanno radicalmente tagliato le emissioni di CO2 nella produzione di nuovi veicoli, c’è stato un aumento di immatricolazioni di auto elettriche e ibride plug-in e questo ha portato gli amministratori di condominio a ricevere sempre più spesso richieste di installazione di wall box in garage privati. Ma come si procede in condominio per ricaricare il proprio veicolo? Analizziamo gli step che vanno dalla comunicazione, all’assemblea, fino all’intervento di installazione della wall box in garage privato situato in condominio, ovvero il caso quotidiano più frequente.
Innanzitutto, è necessario ricordare che, seppur è il luogo dove abitiamo e viviamo la nostra vita privata, il condominio non è una stazione di servizio, ci sono delle regole (stabilite dal Codice Civile) che vanno rispettate da tutti i condòmini, indipendentemente dal mezzo che hanno scelto di guidare.
L’installazione di infrastrutture di ricarica nei condomini è stata oggetto del d.lgs. 257/2016 che ha regolamentato la predisposizione all’installazione di infrastrutture di ricarica solamente per i condomini di nuova costruzione (o sottoposti a una ristrutturazione edilizia, oggi è in vigore il d.lgs. 48/2020 che ne ha addirittura stabilito l’obbligo di installazione.
L’intervento per consentire la ricarica elettrica dei veicoli si deve inquadrare tra le innovazioni agevolate dal legislatore grazie al d.lgs. 257/2016, il problema della loro installazione deve essere affrontato in modo da agevolarne la diffusione senza incorrere in meccanismi ostruzionistici che potrebbero bloccarne lo sviluppo sul nascere.
In pratica, se si dispone di un box privato, per l’installazione di una wall box la procedura è abbastanza semplice rispetto al caso di stazione di ricarica sulle parti comuni, ma bisogna stare attenti a non ledere i diritti degli altri condòmini, procedendo con cautela.
Un punto di ricarica da garage normalmente ha una taglia di potenza di 7 kW (stazionamento oltre le 4 ore), ma è possibile richiedere anche una wall box modulante che arrivi anche fino a 11 kW.
Un condòmino che intenda installare una wall box nel garage di proprietà privata, dovrà rivolgersi a una società specializzata nella progettazione e installazione di stazioni di ricarica (oppure a un progettista e un installatore) che avrà il compito di:
Con un progetto in mano, il condòmino dovrà dare comunicazione all’amministratore indicando il contenuto specifico e le modalità di esecuzione degli interventi (comunque a sue spese) visto che potrebbero essere necessarie interventi – anche se non rilevanti – nelle parti comuni (una traccia nel corsello box, passerelle portacavi metalliche appese, contatore, ecc.).
Per questo motivo prima di eseguire l’intervento sulle parti comuni, sarà necessario discuterlo in assemblea di condominio.
L’assemblea può prescrivere, con la maggioranza di cui al quinto comma dell’art. 1136 del Codice Civile (maggioranza degli intervenuti ed almeno i 2/3 del valore dell’edificio), adeguate modalità alternative di esecuzione o imporre cautele a salvaguardia della stabilità, della sicurezza o del decoro architettonico dell’edificio.
L’assemblea, con la medesima maggioranza, può subordinare l’esecuzione alla prestazione, da parte dell’interessato, di idonea garanzia per i danni eventuali arrecati alle parti comuni.
Si sconsiglia vivamente di allacciare la wall box al contatore condominiale esistente, in rispetto all’articolo 1102 del Codice Civile che prevede il parimenti uso delle parti comuni da parte di tutti, ovvero sarebbe impossibile garantire a tutti i condòmini di allacciarsi in futuro poiché la potenza del contatore è limitata.
Facciamo un esempio: se 8 condomini volessero ciascuno una wall box in garage, alimentata dal contatore condominiale sarebbe necessario installare un contatore da almeno 56 kW (7 kW x 8 garage) solo per garantire contemporanee ricariche lente. A questo bisognerebbe sommare la potenza necessaria a garantire tutti i servizi comuni (illuminazione, ascensore, ecc.) e verificare la capacità della cabina esistente, della dorsale e delle linee elettriche.
Per avere un’idea sulla dimensione del contatore: per l’alimentazione delle scale condominiali sarebbe sufficiente un contatore da 1,5 kW con una tensione 220, ma con un ascensore, anche di due o tre piani, il contatore arriva a 10 kW.
Per l’installazione della wall box in garage è poi necessario rispettare quanto prescritto dai Vigili del Fuoco nella Circolare 05 novembre 2018, n° 2 “Linee guida per l’installazione di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici” che impone in sintesi:
Primo consiglio – Una prassi è quella di auto elettriche o ibride plug-in collegate alle prese dell’impianto elettrico condominiale per mezzo di connettori a 16 ampere, ma è bene ricordare che questo tipo di collegamento, non è opportuno:
Secondo consiglio – Mai usare l’energia condominiale per alimentare la propria wall box privata anche perché andrebbe contabilizzata con un subcontatore e diversi oneri anche per l’amministratore. Usare la propria energia (dal proprio POD) o, se trattasi di box auto situati a distanza dal quadro contatori dell’abitazione, si apre un nuovo POD privato, così si ha accesso anche a una tariffa specifica per ricaricare i veicoli con abbonamenti dedicati.
Con il d.P.C.M. del 4 agosto 2022 è stato introdotto un bonus che copre all’80% di quanto si spende e con il Milleproroghe il bonus colonnine è stato esteso a tutto il biennio 2023-2024.
Il bonus spetta per l’acquisto di infrastrutture di potenza standard per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica da parte di utenti domestici e viene riconosciuto sia ai singoli contribuenti sia ai condomìni.
Il contributo verrà riconosciuto però con limiti di spesa differenziati in base al soggetto che sostiene la spesa. I tetti di spesa, sui quali si calcola l’80%, sono: