La crescita dell’e-mobility ridurrà la domanda di carburanti fossili

Un recente studio di BloombergNEF evidenzia come l’impatto della diffusione dei veicoli elettrici porterà a una diminuzione del consumo di combustibili fossili
Diffusione di veicoli elettrici ridurrà i carburanti fossili

La mobilità elettrica è considerata uno dei settori chiave su cui far leva per traguardare in modo efficace gli obiettivi della transizione energetica. Il comparto registra numeri in continua crescita su scala globale grazie a tecnologie sempre più innovative e una rete di infrastrutture di ricarica che gradualmente sta diventando sempre più capillare ed efficiente.

Tanti sono inoltre gli ambiti di applicazione che vedono l’e-mobility come un terreno fertile per creare sinergie virtuose con altri comparti. Il tutto nel quadro di una visione olistica che integra mobilità, autoconsumo ed efficienza energetica.

In quest’ottica soluzioni come, ad esempio, il Vehicle to Grid proiettano la mobilità elettrica verso l’orizzonte della smart home e della smart city, ambiti in cui la labilità dei confini tra produzione e consumo di energia conferisce al comparto un ruolo da protagonista per abbinare risparmio economico e promozione di paradigmi green.

Questo percorso arriverà a compimento in maniera graduale, ma già nel breve termine si potrà iniziare a registrare un’accelerazione che andrà a minare in modo importante il primato dei combustibili fossili.

L’impatto dell’e-mobility sulla domanda di carburanti fossili

Secondo un recente studio di BloombergNEF, infatti, anche se quest’anno la domanda di petrolio a livello globale dovrebbe raggiungere il dato record di oltre 102 milioni di barili consumati ogni giorno (la metà dei quali destinati ad alimentare i veicoli), questo scenario positivo di forte crescita potrebbe cambiare in un arco di tempo non così lontano. Nello specifico già entro il 2040 si potrebbe avere un’inversione di tendenza che potrebbe portare le auto elettriche a intaccare la richiesta sul mercato dei carburanti fossili.

Se infatti attualmente la flotta di auto elettriche, furgoni, camion e autobus è riuscita a sostituire solo una parte limitata della domanda globale di petrolio, ovvero 1,5 milioni di barili di petrolio al giorno nel 2022, la combinazione di veicoli elettrici, efficienza dei consumi e mobilità condivisa potrebbe portare nel breve termine ad abbatterla in maniera graduale, ma costante. A influire in modo determinante su questo trend è in particolare la crescita del settore delle batterie, che negli ultimi anni ha subìto una forte accelerata.

Nel 2027 il picco della domanda di petrolio

In base allo scenario delineato da BloombergNEF la domanda di carburanti fossili (per trasporto stradale) raggiungerà il picco di 49 milioni di barili al giorno nel 2027, ma successivamente si verificherà un calo costante e strutturale. Questo trend permetterà di arrivare a un consumo di 35 milioni di barili al giorno entro il 2040.

BNEF grafico auto elettriche e carburanti fossili

Queste variazioni avverranno con ritmi diversi nei diversi Paesi. Nello specifico, mentre, ad esempio, la domanda di petrolio in Cina è destinata a raggiungere il picco nel 2024 per poi calare, in India i dati inizieranno a scendere solo a partire dal 2030.

L’effetto dell’aumento del prezzo del petrolio

Un altro aspetto chiave evidenziato da BloombergNEF è il fatto che la velocità di attuazione di questa transizione virtuosa verso la mobilità elettrica potrebbe essere accelerata grazie ad interventi ad hoc sul mercato. Tra questi sicuramente un aumento del prezzo del petrolio potrebbe avere un peso importante, rendendo i veicoli elettrici molto più competitivi rispetto a un veicolo a combustione convenzionale.

In quest’ottica la spinta dell’Opec (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) per aumentare il prezzo del petrolio potrebbe essere controproducente e porre le basi per il futuro sorpasso dei veicoli elettrici.

L’evoluzione delle compagnie petrolifere

In sintesi, è in corso un cambiamento che, seppur non assumerà i tratti di un cambio repentino, comunque porterà progressivamente a un ridimensionamento del ruolo del petrolio in diversi comparti, tra cui quello della mobilità, che ha eletto a protagonista della transizione ecologica il settore elettrico.

Dell’inesorabilità di questa evoluzione verso una mobilità low carbon sono ben consapevoli le compagnie petrolifere e del gas che non vogliono però subire in maniera passiva questi cambiamenti, ma anzi si stanno attrezzano per sopravvivere in uno scenario segnato dalla transizione ecologica, che inevitabilmente vedrà una minore domanda dei loro prodotti.

BloombergNEF ha analizzato le maggiori aziende del settore petrolifero valutando il loro grado di resilienza in un mondo che punta a raggiungere l’obiettivo del Net Zero e ha evidenziato come le realtà europee siano quelle più preparate ai cambiamenti che si delineano all’orizzonte. Nello specifico la norvegese Equinor si trova al primo posto nel 2023, seguita dall’inglese BP – British Petroleum.

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Monica Giambersio

Giornalista professionista e videomaker. Da anni si occupa di energia e transizione ecologica
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