Come cambierà il mercato HVAC, quali tecnologie andranno per la maggiore, quanto contano gli obiettivi green e gli incentivi per la decarbonizzazione? Gli impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria degli edifici sono tra i principali “imputati” della lotta al cambiamento climatico sul versante dell’edilizia. Tutti i componenti, i sistemi e le innovazioni tecnologiche a essi correlate percorrono l’irreversibile strada dell’efficienza.
Se la tendenza sostenibile è evidente, risulta un po’ meno semplice comprendere le dinamiche globali che nascono da questo intreccio di novità di prodotto, politiche nazionali e contesti sociali e occupazionale del caso. Situazioni che ricadono anche sul mercato italiano della climatizzazione, che ha chiuso il 2021 in ripresa.
Il report “HVAC 2030 – The Future of Residential Markets in the US, Europe and China” dell’associazione BSRIA (Building Services Research and Information Association) ci aiuta a valutare questa complessità. L’analisi sul prossimo futuro del mercato HVAC tiene infatti conto dalle tendenze economiche e tecnologiche di Cina, Stati Uniti ed Europa. Aree geopolitiche che, di fatto, conducono l’evoluzione mondiale delle soluzioni per l’edilizia.
Lo studio viene declinato secondo due differenti scenari per il 2030:
Tra 2020 e 2030 gli Stati Uniti vivono una crescita del mercato HVAC in entrambi gli scenari. Questo grazie alle performance del riscaldamento secondario – ovvero di sistemi che si aggiungono a quelli principali come alternativi o supplementari – e della doppia alimentazione, con impianti ibridi composti da pompa di calore elettrica e caldaia a gas.
Sul fronte dei prodotti, da notare la transizione dalle caldaie a gasolio alle pompe di calore aria-acqua nei sistemi idronici. Ma anche dalle caldaie alle pompe di calore canalizzate nel riscaldamento convenzionale e dal riscaldamento convenzionale a quello senza canalizzazione (ductless). In generale, il maggiore tasso di crescita annuale al 2030 spetta alle pompe di calore idroniche. Partendo tuttavia da una quota di mercato molto bassa, gli esperti di BSRIA non si aspettano un’espansione notevole in termini di volume.
L’assenza di incentivi per l’acquisto e l’installazione di pompe di calore, insieme alla mancanza di limiti per i combustibili fossili, spingerà invece il mercato HVAC cinese verso le caldaie a gas. In realtà, nei piani del Governo c’è la sostituzione dei combustibili fossili (soprattutto carbone), con il gas naturale entro il 2030. Per parlare di riscaldamento elettrico dovremo invece aspettare il prossimo decennio.
Di conseguenza, la quota di mercato delle pompe di calore è destinata a diminuire nel breve termine, ma a crescere in futuro. Ciò dipenderà anche dai prezzi dell’energia e da quelli delle tecnologie stesse, uniti alla crescente consapevolezza dei consumatori. Date le dimensioni e le differenze socio-economiche interne alla Cina, l’andamento di questi impianti è destinato a variare da regione a regione. Le pompe di calore vengono installate principalmente in abitazioni di prestigio nelle zone suburbane o in cottage nelle aree rurali. Non se ne vedono invece dove lo spazio è limitato, ovvero negli appartamenti con accesso alla rete del gas che rappresentano la soluzione residenziale più diffusa del Paese.
L’analisi del territorio europeo si concentra sui cinque principali mercati del riscaldamento: Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito. Qui, la differenza principale tra i due scenari nei singoli Paesi ha principalmente a che fare con il ritmo del cambiamento, non con la direzione tecnologica del mercato stabilmente orientato alla decarbonizzazione.
In termini di CAGR, vincono le pompe di calore idroniche, segno della progressiva transizione degli impianti termici al full electric. Bene anche le pompe di calore aria-aria, sebbene si parta da una base piuttosto modesta. Quanto alle caldaie a gasolio, la maggior parte delle case europee passerà a tecnologie a gas, pompe di calore o sistemi ibridi. Il report prevede inoltre la netta riduzione delle caldaie a gas a favore delle pompe di calore idroniche, del riscaldamento collettivo e del teleriscaldamento.
Il mercato HVAC italiano si inserisce nel contesto europeo della transizione energetica sopra descritto. Non abbiamo a disposizione i forecast specifici al 2030, ma i dati Assoclima sul periodo ottobre-dicembre 2021 sembrano confermare la tendenza: il settore si sta riprendendo e le pompe di calore idroniche sono in crescita costante. I dati più interessanti riguardano il comparto centralizzato: 154% a volume e 97% a valore per le apparecchiature idroniche condensate ad aria (raffrescamento e riscaldamento). Si conferma inoltre, la crescita delle pompe di calore idroniche. Per i modelli con potenze inferiori a 17 kW, quelli destinati principalmente al settore residenziale, nel quarto trimestre si registra una crescita del 187% a volume e del 184% a valore. Le fasce di potenza superiori (da 18 a 900 kW) chiudono il 2021 con aumenti del 166% a volume e del 118% a valore.
Meno brillante, ma comunque positivo, l’andamento dei gruppi refrigeratori di liquido con condensazione ad acqua. Si parla sia delle pompe di calore reversibili e solo riscaldamento (+15% a volume e +8% a valore) sia delle versioni raffrescamento e riscaldamento, con +13% a volume e + 19% a valore. Il comparto dell’espansione diretta vede i climatizzatori monosplit al +24% a volume e a valore), i sistemi multisplit al +20% a volume e al +29% a valore e i miniVRF e VRF al +26% a volume e al +30% a valore). Guadagnano qualche punto percentuale rispetto allo stesso periodo del 2020 i condizionatori packaged e rooftop, in aumento dell’1% a volume e del 9% a valore.