Politiche di decarbonizzazione post COP21: cosa può fare l’Italia?

Risponde Enea, analizzando gli aspetti tecnologici, industriali e finanziari delle politiche di decarbonizzazione nazionali post COP21
Politiche di decarbonizzazione nel post COP21: analisi Enea

Le politiche di decarbonizzazione italiane faranno leva su competitività industriale, export e tecnologie energetiche green. Pannelli fotovoltaici, batterie, mobilità elettrica potrebbero infatti trasformare il nostro know how imprenditoriale e traghettarci oltre gli orizzonti COP21 dell’accordo di Parigi. Ma bisogna agire subito…

Lo conferma Enea nella recente elaborazione dedicata degli scenari di decarbonizzazione profonda al 2050, presentata all’interno del progetto europeo COP21 RIPPLES.

La strada industriale delle politiche di decarbonizzazione

Acronimo di “COP21: Results and Implications for Pathways and Policies for Low Emissions European Societies”, il progetto legato a Horizon 2020 coinvolge 18 istituzioni di ricerca di 10 Paesi europei al fine di analizzare le politiche di decarbonizzazione e di mitigazione dei cambiamenti climatici globali nel periodo post COP21.

Nel caso italiano, Enea ha passato in rassegna gli aspetti tecnologici, economici e industriali necessari per accelerare il processo di decarbonizzazione, in un contesto di sviluppo sostenibile e di equità sociale. Questo, tenendo conto di alcune linee guida stabilite da COP21 RIPPLES per rafforzare l’accordo di Parigi:

  • anticipare gli investimenti in nuove tecnologie;
  • promuovere un sistema finanziario più green;
  • rafforzare gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030;
  • concentrarsi sulla politica industriale (settori automobilistico e siderurgico).

Stabilite le premesse, non ci resta che capire come si comporterà l’economia nazionale a riguardo e cosa migliorare per raggiungere ulteriori traguardi sostenibili.

progetto Ue COP21 RIPPLES

La mobilità elettrica ci salverà?

“L’Italia presenta una certa specializzazione nell’export di tecnologie low-carbon come solare termico, idroelettrico ed efficienza energetica. Per contro, è quasi assente nel fotovoltaico, nei biocarburanti e nel nucleare”, spiega la ricercatrice Enea Maria Rosa Virdis.

Tuttavia, il nostro Paese potrebbe ancora giocare un ruolo in settori emergenti come la mobilità elettrica, grazie alla diffusione di vetture ibride, plug-in hybrid e full electric. Qui, un ulteriore approfondimento Enea dedicato allo sviluppo delle tecnologie chiave per l’e-mobility (es. batterie a ioni di litio) mostra come l’Italia ne sia ancora un importatore netto, rischiando di rimanere tale. La missione non è impossibile, ma servono cambi di rotta sia a livello di politica industriale sia da parte delle grandi imprese.

Enea analizza le politiche nazionali di decarbonizzazione per definire nuovi percorsi italiani e comunitari al 2050

Promuovere trasporti low-carbon

Sempre in tema di trasporto sostenibile, COP21 RIPPLES parla di un abbattimento delle emissioni di CO2 dell’85% (rispetto al 2014) in uno scenario al di sotto dei 2°C entro il 2050. Questo grazie al maggiore ricorso all’elettrificazione e alle batterie di nuova generazione; l’idrogeno sembra invece destinato a restare un mercato di nicchia, coprendo circa l’1% della domanda Ue al 2050, per via delle incertezze sul costo delle celle a combustibile.

Nella situazione italiana, oltre la metà della domanda totale di energia per i trasporti potrebbe e dovrebbe essere soddisfatta dall’elettricità. Lo stesso faranno Francia, Germania e Repubblica Ceca, ancor più virtuosi del Belpaese grazie al massiccio impiego di biocarburanti.

Politiche di decarbonizzazione, quanto fatto non basta

Guardando al contesto generale, c’è ancora molto da fare nella transizione energetica globale. L’analisi Enea mostra che per mantenere l’aumento di temperatura inferiore ai 2°C, tutti i Paesi Ue dovrebbero perseguire strategie più ambiziose e “bruciare” le tappe rispetto agli attuali scenari di riferimento. Serve abbandonare le fonti fossili, mentre le energie rinnovabili devono soddisfare più della metà della domanda di elettricità, così come previsto per Italia, Spagna e Germania. In Polonia, Repubblica Ceca, Regno Unito aumenterà il ricorso all’energia nucleare da fissione, che altre nazioni come Francia e Germania hanno deciso di ridurre o abbandonare entro il 2025. Questa decisione dovrebbe invece lasciare spazio a nuovi investimenti in efficienza energetica e rinnovabili.

Per contenere l’aumento di temperatura al di sotto dei 2°C, i Paesi Ue devono attuare strategie più ambiziose

Insomma, a livello europeo, non siamo ancora in linea con gli impegni per la mitigazione del cambiamento climatico: “La sfida attuale – conclude Virdis – è quella di comprendere meglio la natura del gap fra impegni presi e obiettivi nazionali a medio-lungo termine e di approfondire il dibattito sulle politiche di attuazione a tutti i livelli”.
Ed eccoci al Green Deal: quale migliore occasione per ridiscutere gli obiettivi COP21? La corsa alla decarbonizzazione ha più che mai bisogno di risposte concrete e adeguate.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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