È nata la Floating Offshore Wind Community

La decarbonizzazione dell’Italia e dell’Europa deve fare leva sul principio fondamentale della neutralità tecnologica. L’eolico offshore è fondamentale come evidenzia la Floating Offshore Wind Community
L’eolico offshore è fondamentale come evidenzia la Floating Offshore Wind Community

L’eolico offshore galleggiante può rivestire un ruolo di primo piano nel processo di decarbonizzazione dell’Italia, generando ricadute positive importanti in termini di crescita dell’economia nazionale e di sviluppo delle filiere locali. A sottolinearlo è The European House – Ambrosetti che ha lanciato a inizio settembre la Floating Offshore Wind Community, progetto frutto della collaborazione con i Partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia.

L’iniziativa ha come obiettivo quello di mostrare, attraverso analisi e dati, tutti i vantaggi di questo settore, individuando le principali sfide da affrontare per sfruttare al meglio queste tecnologie in Italia, un Paese che – grazie alle sue caratteristiche morfologiche e alla conformazione dei fondali marini – ha un enorme potenziale legato all’installazione di questi impianti.

Nello specifico, vengono definite cinque sfide legate alla realizzazione dell’eolico offshore:

  • la definizione di target energetici ambiziosi al 2050,
  • l’esigenza di una pianificazione strategica di sistemi incentivanti,
  • l’individuazione delle porzioni di mare,
  • la riduzione dei tempi degli iter autorizzativi,
  • il potenziamento della rete elettrica.

Su questi punti si concentrerà il lavoro della nuova community che elaborerà delle proposte mirate per consentire un’adeguata valorizzazione del comparto nel nostro Paese.

Eolico offshore, Italia superata da Cina, Regno Unito e Germania

Ma in generale come si colloca l’Italia rispetto agli altri player globali? Lo studio ha sottolineato come il nostro Paese – con una capacità installata di eolico offshore (a fondo fisso) al 2022 pari a 30 MW e un obiettivo al 2030 pari a 2,1 GW (tra impianti a fondo fisso e galleggiante) – sia stata superata di molto da Cina, leader mondiale, dal Regno Unito, secondo mercato mondiale, e dalla Germania, leader in UE. Nel 2022 infatti questi Paesi hanno registrato rispettivamente una capacità installata di 30 GW, 14 GW e 8 GW e un target al 2030 pari a 60 GW, 50 GW e 30 GW (quasi interamente impianti a fondo fisso).

In sostanza le potenze mondiali puntano in modo importante su questo comparto, cosa che invece non avviene in Italia, dove la bozza di aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) prevede solo il 2% dell’obiettivo di potenza rinnovabile elettrica installata al 2030 da impianti eolici offshore (a fondo fisso e galleggianti).

Italia, territorio ideale per l’eolico offshore galleggiante

Nonostante l’eolico offshore galleggiante non sia ancora valorizzato appieno in Italia, il nostro Paese è al 3° posto come potenziale mercato mondiale per eolico offshore galleggiante secondo le stime del Global Wind Energy Council, grazie alle sue caratteristiche morfologiche ed alla conformazione dei fondali marini.

A ulteriore conferma della grande opportunità legata allo sviluppo di questa tecnologia si possono inoltre citare i dati del Marine Offshore Renewable Energy Lab (MOREnergy Lab) e del Politecnico di Torino, secondo cui il potenziale italiano di eolico offshore galleggiante è pari a 207,3 GW (x3,4 le FER installate nel 2022) in termini di potenza, e 540,8 TWh/anno (x1,7 la domanda elettrica nel 2022) in termini di generazione.

Potenziale Eolico
Potenziale di rinnovabili in Italia per tipologia a sx e potenziale di eolico offshore in Italia per tecnologia a dx. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Marine Offshore Renewable Energy Lab (MOREnergy Lab) e Politecnico di Torino, GWEC, PNIEC e “Verso l’autonomia energetica italiana: acqua, vento, sole, rifiuti le nostre materie prime” di The European House – Ambrosetti e A2A, 2023

Le aree del Paese a maggior potenziale

La ricerca individua, inoltre, le aree dell’Italia con maggiori potenzialità di sviluppo per l’eolico offshore galleggiante. Tra queste ci sono la Sardegna, la Sicilia e la Puglia. “Queste Regioni – si legge in una nota di The European House Ambrosetti – mostrano un gap di rinnovabili da colmare, rispettivamente, del 128%, del 115% e del 50% (ai trend attuali vs target energetici al 2030, secondo la bozza del Decreto Aree Idonee). Un motivo in più per investire nell’eolico offshore galleggiante”.

Le ricadute positive per gli altri settori

Altro punto chiave evidenziato dagli esperti di The European House Ambrosetti sono le ricadute positive che la produzione di eolico offshore galleggiante attiverebbe in alcuni settori chiave per l’Italia. Nello specifico, a beneficiare dello sviluppo di questo settore nel nostro Paese sarebbero i comparti produttivi legati dei prodotti metallici, ai materiali da costruzione, alla meccanica avanzata, alla naval-meccanica e alle attrezzature elettriche. Il tutto per un totale di 255,6 miliardi di euro (2o Paese in UE dietro alla Germania) e 1,3 milioni di occupati.

5 sfide secondo Floating Offshore Wind Community

La Floating Offshore Wind Community ha infine individuato 5 questioni da affrontare in modo prioritario per consentire all’Italia di valorizzare il ruolo dell’eolico offshore galleggiante nel suo processo di transizione ecologica.

  1. Individuare un obiettivo ambizioso che dovrebbe essere pari ad almeno 20 GW al 2050, volto a incentivare gli investitori nello sviluppo di questi progetti.
  2. Realizzare una pianificazione strategica dello spazio marittimo. Coerentemente con l’obiettivo di 20 GW al 2050, questa analisi dovrà identificare, soprattutto nei mari di Sicilia, Sardegna e Puglia, aree che per numero e dimensioni permettano questi sviluppi.
  3. Efficientare gli iter autorizzativi. Ad oggi, i progetti di eolico offshore richiedono tempistiche lunghe, includendo le attività organizzative legate alla filiera e al sito costruttivo.
  4. Definire sistemi incentivanti a livello Paese che permettano uno sviluppo concorrenziale dell’eolico galleggiante, oltre ai necessari interventi per ampliare la capacità di rete a livello Paese.
  5. Rendere la rete elettrica più resiliente e flessibile.

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Monica Giambersio

Giornalista professionista e videomaker. Da anni si occupa di energia e transizione ecologica
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