Credito d’imposta per i sistemi di accumulo, ma bisogna chiederlo entro il 30 marzo

Istituito con la legge di Bilancio 2022, il bonus può essere richiesto da coloro che l’anno scorso hanno installato sistemi di accumulo collegati ad impianti alimentati da fonti rinnovabili
Bonus per i sistemi di accumulo: come richiederlo

Lo si potrebbe definire un bonus anomalo, perlomeno in relazione alla sua tempistica, per il quale è proprio il caso di dire, cogli l’attimo… Stiamo infatti parlando di un’agevolazione – il bonus per i sistemi di accumulo – la cui richiesta può essere effettuata soltanto nel corrente mese di marzo e della quale probabilmente non tutti i possibili beneficiari sono a conoscenza. E si tratta, peraltro, di una platea potenzialmente estesa, visto che è composta, nella quasi totalità dei casi, da coloro che l’anno scorso hanno installato una batteria “al servizio” di un impianto fotovoltaico.

Cos’è il bonus per i sistemi di accumulo

Istituito con la Legge di Bilancio 2022 (varata quindi alla fine del 2021), il bonus per i sistemi di accumulo che ricevono energia da fonti rinnovabili – quindi non solo il fotovoltaico che però rappresenta la stragrande maggioranza degli impianti privati – è stato poi disciplinato da un provvedimento emesso ad ottobre dall’Agenzia delle Entrate, che ha stabilito termini e modalità per beneficiare dell’agevolazione. Il bonus, è bene sottolineare, è valido solo per chi, nel corso del 2022, li ha installati a proprie spese.

In particolare, il provvedimento concerne la “definizione delle modalità, dei termini di presentazione e del contenuto dell’istanza per il riconoscimento del credito d’imposta di cui all’articolo 1, comma 812, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, per le spese sostenute relative all’installazione di sistemi di accumulo integrati in impianti di produzione elettrica alimentati da fonti rinnovabili”.

Finanziato con 3 milioni di euro

Per prima cosa è bene sottolineare che l’agevolazione renderà meno oneroso il costo sostenuto per l’installazione del sistema d’accumulo ma non garantirà un rimborso totale dell’esborso, a meno che i richiedenti siano molto pochi, e questo ci rimanda al concetto iniziale. Infatti, il bonus è stato finanziato con soli 3 milioni di euro complessivi.

Una “torta” che verrà suddivisa senza un ordine cronologico di preferenza, ma ripartita fra tutti coloro che avranno presentato la richiesta fra il 1 ed il 30 marzo in base al numero delle istanze presentate e all’entità delle spese per il sistema d’accumulo che vengono indicate dagli aventi diritto. Sono quindi questi i due fattori che determineranno la percentuale del rimborso e il conseguente ammontare del credito d’imposta spettante a ciascun soggetto.

Singole spettanze definite entro il 10 aprile

Non bisognerà comunque aspettare molto per sapere esattamente di quanto si rientrerà delle spese. L’Agenzia delle Entrate comunicherà entro il prossimo 10 aprile (quindi trascorsi soltanto dieci giorni dalla scadenza del termine per le richieste), sulla base dell’ammontare complessivo delle spese agevolabili indicate nelle domande, la percentuale del credito d’imposta spettante a ciascun soggetto richiedente.

Un altro elemento importante da sottolineare è che fra gli aventi diritto non figurano soltanto coloro che hanno installato ex novo la batteria e l’impianto con fonte rinnovabile, ma anche le persone che l’anno scorso hanno inserito la batteria in un impianto già esistente e sono beneficiari degli incentivi per lo scambio sul posto.

Bonus sistemi di accumulo: richiesta esclusivamente online

Per quanto riguarda le modalità di presentazione della richiesta, andrà inviata nel corrente mese esclusivamente utilizzando il servizio disponibile nell’area riservata del sito web dell’Agenzia delle Entrate. Ed ancora, il bonus per i sistemi di accumulo che ricevono energia da fonti rinnovabili può essere richiesto dal contribuente interessato ma anche da un suo intermediario.

La ricevuta che attesta la presa in carico della domanda verrà rilasciata entro cinque giorni, piuttosto che il suo respingimento con le relative motivazioni. Il credito fiscale maturato sarà poi utilizzabile nella prossima dichiarazione dei redditi (quella relativa al 2022), in diminuzione delle imposte dovute mentre l’eventuale ammontare non utilizzato potrà comunque essere richiesto negli anni a seguire.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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