A fine novembre la Commissione Europea ha dato il via libera alla prima asta nell’ambito della Banca europea dell’idrogeno, con l’obiettivo sostenere la produzione di questa fonte energetica rinnovabile in Europa. La dotazione iniziale è pari a 800 milioni di euro, risorse derivanti dai proventi dello scambio di quote di emissione, incanalate attraverso il Fondo per l’innovazione.
I produttori di idrogeno rinnovabile, spiega una nota della Commissione Europea, potranno richiedere un sostegno sotto forma di premio fisso per chilogrammo di idrogeno prodotto. In questo modo si punta a ravvicinare il prezzo di produzione a quello che i consumatori sono attualmente disposti a pagare, in un mercato dove l’idrogeno non rinnovabile è ancora economicamente più vantaggioso.
I produttori di idrogeno rinnovabile, come definiti nella direttiva sulle energie rinnovabili e nei relativi atti delegati, potranno presentare offerte per ottenere il sostegno dell’UE per un determinato volume di produzione di idrogeno. Ma nello specifico come dovrà essere presentata quest’offerta?
“Le offerte, si legge in nota, dovranno basarsi su una proposta di maggiorazione del prezzo per chilogrammo di idrogeno rinnovabile prodotto, fino a un massimo di 4,5 €/kg. Quelle che sono al di sotto di tale massimale e conformi ad altri requisiti di ammissibilità saranno classificate per ordine crescente di prezzo e in quest’ordine riceveranno un sostegno fino all’esaurimento della dotazione d’asta”.
Una volta selezionati, i progetti riceveranno le sovvenzioni in aggiunta ai proventi della vendita di idrogeno sul mercato per un periodo massimo di 10 anni. Inoltre, dopo la firma delle convenzioni di sovvenzione, la produzione di idrogeno rinnovabile dovrà essere avviata entro cinque anni.
La procedura punta a garantire parità di condizioni tra tutti i progetti, indipendentemente dal luogo in cui vengono realizzati. Per questo motivo il cumulo con altri tipi di aiuti degli Stati membri partecipanti è escluso.
In questo modo, precisa la Commissione UE, verrà evitata una frammentazione del mercato europeo dell’idrogeno nella sua fase iniziale e verranno ridotti i costi amministrativi per i futuri meccanismi nazionali a sostegno della diffusione di questo vettore energetico.
Le candidature per chi vuole partecipare all’asta potranno essere presentate fino al prossimo 8 febbraio 2024 tramite il portale “Funding and Tenders” dell’UE.
I risultati della valutazione verranno comunicati nell’aprile 2024 ai candidati, che potranno così firmare le convenzioni di sovvenzione entro nove mesi dalla chiusura dell’invito.
Grazie l’asta pilota, la Commissione potrà inoltre avere a disposizione dei dati affidabili sui progetti di idrogeno rinnovabile che si stanno sviluppando nell’UE, sul livello di concorrenza per questo tipo di sostegno, sui costi di produzione e sul prezzo di mercato.
In base a quanto emergerà da questa prima asta pilota, la Commissione orienterà le eventuali aste future di altri prodotti e tecnologie di decarbonizzazione. Una seconda tornata di aste è prevista nel 2024.
La banca europea dell’idrogeno – annunciata per la prima volta dalla Presidente von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione europea del 2022 – sostiene la produzione interna dell’UE di idrogeno e le importazioni di idrogeno rinnovabile da partner internazionali.
L’obiettivo è creare un mercato dell’idrogeno rinnovabile, ma anche sbloccare gli investimenti privati nell’UE e nei paesi terzi, facendo fronte alle sfide e al fabbisogno di investimenti in questa fase iniziale. Il tutto colmando la carenza di investimenti e collegando la futura offerta di idrogeno rinnovabile alla domanda dei consumatori.
Nella visione dell’UE l’idrogeno rinnovabile avrà, infatti, un ruolo cruciale nel futuro mix energetico dei Paesi membri, in particolare nella decarbonizzazione dell’industria pesante e di alcuni settori dei trasporti.
Nello specifico l’asta pilota permetterà di accelerare la diffusione delle tecnologie innovative per l’idrogeno, contribuendo all’obiettivo previsto dal piano REPowerEU di produrre internamente 10 milioni di tonnellate di idrogeno entro il 2030.