Cos’è oggi la transizione elettrica della mobilità? Quali sono i player economici e strategici di questo inarrestabile percorso? Il messaggio di Next Generation Mobility è chiaro: bisogna mettere le persone al centro, ma se non teniamo conto del ruolo dell’industria, rischiamo di perdere i pezzi.
Proprio di sfide, tecnologie e progettualità dei servizi legati alla mobilità verde si parlerà in live streaming durante l’evento, dal 18 al 20 maggio prossimi.
Negli ultimi quindici anni, la propulsione elettrica nei mezzi su gomma ha vissuto in un limbo, tra aspettative e previsioni, tra investimenti dei costruttori e scetticismo dei consumatori. Ora l’atteggiamento è cambiato: la tecnologia cresce, le istituzioni spingono, i temi ambientali sono una priorità.
Le transizioni in tutto questo sono molteplici: mobilità individuale, collettiva e delle merci, lungo percorsi diversi, con l’obiettivo comune di ottenere la decarbonizzazione nei trasporti. Le tendenze di questo intreccio formano il calendario di Next Generation Mobility.
Si parte la mattina del 18 maggio con la Mobility ad a Service (MaaS). Non si tratta solo di gestire biglietti smart per il trasporto pubblico: in uno scenario in cui una tratta o una corsa può non essere più accessibile senza preavviso per raggiunti limiti di capienza, oppure per un allarme sanitario, la MaaS deve ampliare i suoi confini.
Così, amministrazioni locali e fornitori di servizi privati sono chiamati a integrare diversi servizi di mobilità “su misura”, incentrati sull’itinerario del singolo viaggiatore e aggiornati in tempo reale.
“The shared responsibility to get to zero-emission transport” è il tema del keynote di apertura del 19 maggio. Philippe Vangeel, Segretario Generale di AVERE, avvierà il dibattito sulla transizione energetica nella mobilità su strada e la distribuzione elettrica. Il full electric è ormai scontato, ma non così immediato. Procedono invece la realizzazione dell’infrastruttura di ricarica e le evoluzioni legate all’idrogeno (meno velocemente). Sullo sfondo, la digitalizzazione dei veicoli e delle reti schiude panorami evolutivi importanti.
Cosa comporta tutto questo per l’economia italiana? Se ne parla nel pomeriggio del 19 maggio. Secondo le ultime rilevazioni ANFIA, la filiera industriale della mobilità conta 1.900 aziende, 140.000 dipendenti e oltre 40 miliardi di euro di fatturato. Il tutto escludendo produttori, assemblatori e allestitori dei veicoli commerciali e industriali. Con queste ultime categorie, si arriva al 7% del Pil. Un peso rilevante, che merita considerazioni mirate anche sulla trasformazione digitale, sull’integrazione tra meccanica ed elettronica, sulla corsa alla sostenibilità produttiva.
Si parlerà di tecnologia anche il 20 maggio, con la II Conferenza Nazionale sulla Urban Air Mobility e sull’Advanced Air Mobility. Due temi futuristici ma non troppo: il primo riguarda i brevi spostamenti aerei di persone e merci con mezzi pilotati oppure a guida remota/autonoma. La definizione “avanzata”, invece, abbraccia tutta la mobilità smart: veicoli e infrastrutture connessi, guida autonoma, infotaiment, sicurezza stradale e digitalizzazione del veicolo (5G, mapping e geomatica). Si torna poi, nel pomeriggio, al concetto di MaaS, parlando di merci e Urban Logistics.
Mobilità sostenibile, smart, inclusiva, individuale e del futuro: Next Generation Mobility si conferma un’importante occasione di confronto con i principali attori della filiera italiana.