3 misure per reagire alla crisi energetica migliorando l’efficienza degli edifici

L’aumento dei costi energetici ha messo in ginocchio molte aziende, e anche se ora la situazione sta migliorando è meglio prepararsi. Come migliorare l’efficienza degli edifici? Bastano poche mosse per attrezzarsi e risparmiare cifre importanti, salvaguardando anche la continuità operativa
Misure per contrastare la crisi energetica e migliorare efficienza

L’ultimo anno ci ha dimostrato quanto fragili possano essere gli equilibri economici faticosamente raggiunti nel corso dei decenni. La crisi energetica innescata dal conflitto ucraino ha dimostrato che in pochissimo tempo il panorama economico a cui eravamo abituati può cambiare in modo radicale. L’aumento dei costi energetici, in particolare, ha portato a mesi molto difficili per tutti i settori industriali e ha fatto capire quanto sia fondamentale lavorare sempre di più sull’efficienza, l’ottimizzazione e la riduzione dei consumi.
Anche se con l’inizio del 2023 la situazione è oggettivamente migliorata, gli esperti ritengono che la crisi energetica non sia definitivamente superata. Gli aumenti registrati nel 2022 (+131% per le imprese, +59% per gli utenti privati con contratto di maggior tutela) dimostrano che anche se gli affetti si sono affievoliti il conto da pagare rimarrà comunque salato.

Aumenti di questo genere portano conseguenze non solo nell’immediato, ma anche nel medio periodo, con una crescita delle spese operative (OpEx) capace di colpire in modo indiscriminato tutte le aziende ma con un peso maggiore su acciaierie, ferriere, fonderie, vetrerie, fabbriche di ceramiche, cementifici e cartiere. Senza dimenticare settori come quello della ricettività turistica e della sanità pubblica e privata.
A lungo andare, l’incremento dei costi potrebbe portare anche a rischi sulla continuità operativa, in particolare se per contenerli si ricorre alla diminuzione delle ore lavorative o a sospensioni temporanee dell’attività. Per non parlare delle ipotesi peggiori in cui la fornitura di energia potrebbe essere limitata. Insomma, pensare a una riduzione immediata dei consumi e dei costi energetici può aiutare a superare la crisi.

Come migliorare l’efficienza degli edifici

Migliorare l’efficienza significa riuscire a ridurre in breve tempo consumi, picchi di domanda e costi. In particolare, si possono ipotizzare tre misure di emergenza per far fronte alla crisi energetica:

  1. Misurazione e monitoraggio
  2. Automazione e controllo
  3. Ottimizzazione e analisi dei dati

Dalla valutazione dello stato degli edifici all’adozione di sistemi di controllo, fino a una gestione operativa in tempo reale, sono tutte misure che possono portare rapidamente al risultato desiderato. Vediamole in dettaglio.

3 mosse per migliorare l'efficienza negli edifici
3 misure per migliorare l’efficienza negli edifici e affrontare la crisi energetica

Misurazione e monitoraggio

Secondo l’esperienza e le stime di Schneider Electric, oltre il 90 per cento delle apparecchiature di distribuzione elettrica non è collegato a software di gestione dell’energia, impedendo quindi la visualizzazione e l’analisi dei consumi energetici. Questo è il primo passo da compiere: l’adozione di un sistema di gestione dell’energia (EMS, Energy Management System) consente di raccogliere informazioni dettagliate utili a capire in che direzione procedere.

Prima di tutto è però bene realizzare una completa valutazione di edifici e processi, che costituisce la base su cui costruire il progetto di miglioramento dell’efficienza. In questo modo si potranno determinare le modalità per la misurazione e il monitoraggio, da remoto o localmente. Poi, per una corretta gestione, si potrà procedere con l’installazione di contatori collegati a sistemi EMS locali o basati su cloud.

Questo consentirà di monitorare in tempo reale i consumi dei carichi divisi per piano, zona, locale, tipologia, apparecchiatura, processi e altro ancora. Con i risultati di questa attività si potranno così identificare le inefficienze e sarà possibile supportare il processo decisionale per definire le priorità delle misure, oltre che gestire gli allarmi e l’alleggerimento dei carichi per ridurre la domanda di picco.

Automazione e controllo

Per questa seconda misura è necessario prevedere un sistema di gestione degli edifici (BMS, Building Management System), senza cui non è possibile vedere come viene utilizzata l’energia per rivelare opportunità di risparmio, controllo automatico e ottimizzazione delle prestazioni energetiche. Qualora, soprattutto nelle strutture più grandi, ne sia già presente uno va valutato il suo livello di aggiornamento.

I sistemi di controllo possono essere installati anche partendo da kit preconfigurati che comprendono un controllore programmabile e sensori di presenza con interfaccia utente per la visualizzazione e l’ottimizzazione del controllo dell’edificio in termini di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria (HVAC – Heating, Ventilation and Air Conditioning), illuminazione e così via.
Le impostazioni del BMS possono essere regolate o arricchite di funzioni per rendere il funzionamento degli impianti più efficiente, portando a risparmi sui costi energetici senza compromettere il comfort degli occupanti. Oltre alle varie regolazioni dei controllori programmabili HVAC e all’ottimizzazione dei setpoint, si può effettuare anche la regolazione del controllo dell’illuminazione, eventualmente integrandola con sensori di presenza.

Si possono anche identificare e sostituire le valvole che perdono o installare azionamenti e variatori di velocità (VSD) su refrigeratori e ventole. Inoltre, va valutata anche l’integrazione con la generazione di energia fotovoltaica utilizzando un apposito software per identificare i carichi energivori e le ore di punta e riprogrammare la produzione e l’utilizzo delle apparecchiature.
Secondo il Barometro OID pubblicato in Francia nel 2020, il consumo energetico medio di un edifico privo di automazione e controllo è pari a 300 kWh per metro quadrato all’anno, mentre in una situazione ottimale arriva a consumarne solo 180.

Ottimizzazione e analisi dei dati

Ultima misura da applicare dopo avere raccolto e analizzato i dati è quella di ottimizzare l’operatività e l’energia identificando le ore di funzionamento in cui si può evitare il ricorso ai sistemi HVAC che assorbono energia. La visualizzazione dei dati sulla qualità dell’aria interna per un periodo o un tempo specifico permette poi di gestirne il ricambio in conformità con le linee guida ASHRAE in merito a temperatura e umidità, incrementando il comfort dell’ambiente di lavoro. Il tutto può essere perseguito attraverso l’automazione dei controlli ambientali.

Ulteriori vantaggi sono l’accesso rapido agli allarmi relativi alla produzione di freddo e calore e alla regolazione della temperatura e la riduzione al minimo delle interruzioni di servizio.

I risultati e il supporto di Schneider Electric

Combinando tutte o in parte queste tre misure si possono ottenere la conformità alla riduzione volontaria del 10% del consumo di elettricità grazie all’efficienza energetica attiva, l’adesione alla riduzione obbligatoria della domanda di picco del 5%, l’ottimizzazione dei costi energetici e un migliore controllo dell’uso del gas grazie all’EMS.

In termini pratici, è possibile ridurre il consumo di energia fino al 15% nei periodi di normali attività e fino al 10% nelle ore di punta, ottenendo così sostanziosi risparmi annui sulla bolletta elettrica.
In tutto questo processo di efficientamento e ottimizzazione, in ciascuna delle tre misure proposte, Schneider Electric può essere al vostro fianco, grazie alla piattaforma EcoStruxure Building, i cui servizi partono con le attività di assesment in loco o anche da remoto, proseguono con la consulenza, con il controllo e monitoraggio anche delle sedi periferiche e arrivano alla gestione di tutti i prodotti connessi. EcoStruxure Building connette in sicurezza hardware, software e servizi su una dorsale Ethernet IP per contribuire a massimizzare l’efficienza dell’edificio, ottimizzare comfort e produttività, nonché aumentare il valore dell’edificio.

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Paolo Galvani

Nato nel 1964, è giornalista professionista dal 1990 e si occupa di tecnologia dalla fine degli Anni ’80, prima come giornalista poi anche come traduttore specializzato. A luglio 2019 ha lanciato il blog seimetri.it, dedicato alla vita in camper, e collabora con diverse testate giornalistiche specializzate nel settore del turismo all’aria aperta.

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