Il comfort acustico interno a casa può essere compromesso da differenti fonti di rumore, non necessariamente provenienti dall’esterno. Oltre al traffico o ai vicini di casa, infatti, anche gli impianti tecnologici possono essere causa di fastidi, che compromettono il benessere e la serenità delle persone. A maggior ragione oggi, con una diffusione di tecnologie e soluzioni impiantistiche sempre più elevata all’interno degli edifici residenziali, dovrebbe essere sempre effettuata un’analisi integrata che consideri gli impianti installati e gli impatti che essi possono avere sulle condizioni acustiche registrate all’interno dell’edificio.
Il comfort acustico, in alcuni casi, può sembrare qualcosa di soggettivo e dipendente dalle esigenze di chi abita un determinato ambiente. In realtà, per quanto ogni individuo possa percepire differenti sfumature quando si parla di concetti quali il “livello di rumore o di silenziosità”, vi sono alcuni parametri tecnici di riferimento. Grazie ad essi, è possibile avere alcune indicazioni per definire il comfort acustico raggiunto all’interno di un ambiente, descrivendolo come la condizione in cui generalmente non si compromette il benessere fisico e psichico delle persone, né si interferisce sulla loro capacità di svolgere le attività e le funzioni previste per quel luogo.
Questi parametri sono diversi e tutti sono utili nel caso di progetti di acustica. Si parla, ad esempio, di:
Tutti i parametri sopra elencati sono citati e disciplinati dalla norma UNI 11367:2023 “Acustica in edilizia – Classificazione acustica delle unità immobiliari – Procedura di valutazione e verifica in opera”, che definisce le modalità con cui misurare e valutare i requisiti acustici prestazionali degli edifici. Sulla base dei risultati ottenuti si possono classificare gli immobili in 4 differenti classi, offrendo un “indicatore sintetico” che esprime in modo immediato il livello di comfort interno.
Si aggiungono norme a tema specifico, come la UNI EN ISO 12354-5:2023 “Acustica in edilizia – Valutazioni delle prestazioni acustiche di edifici a partire dalle prestazioni di elementi – Parte 5: Livelli sonori dovuti agli impianti”, che descrive i modelli di calcolo per stimare i livelli di pressione sonora negli edifici dovuta agli impianti.
O ancora, la UNI EN 14366:2019 “Misurazione in laboratorio del rumore emesso dagli impianti di acque reflue” e la UNI EN ISO 16032:2024 “Acustica – Misurazione del livello di pressione sonora di impianti tecnici o attività in edifici – Metodo tecnico progettuale”, che specifica un metodo tecnico progettuale per la misurazione del livello di pressione sonora nei locali provenienti dalle attrezzature di servizio installate nell’edificio.
Impossibile non citare, poi, il DPCM 5/12/97, principale riferimento nella normativa italiana quando si parla di acustica in edilizia. In questo testo sono state definite le caratteristiche che gli immobili devono assicurare in termini di isolamento dai rumori esterni, tra differenti unità immobiliari, da calpestio e anche da quelli generati dagli impianti installati. Non è sufficiente eseguire un progetto accurato, è importante anche verificare in opera le prestazioni, una volta che l’edificio è ultimato e in funzione.
Negli edifici residenziali il numero di impianti tecnologici installati è decisamente cresciuto negli ultimi anni. Allo stesso tempo, sono migliorate molto anche le prestazioni che essi garantiscono, anche in termini di tutela del comfort acustico. In ogni caso, come per ogni altra fonte, il rumore generato dal funzionamento degli impianti può propagarsi per via solida (trasmissione meccanica attraverso le strutture) e per via aerea.
Partendo dai principali, gli impianti HVAC per la climatizzazione e la ventilazione meccanica possono causa rumore per il funzionamento di componenti quali motori o compressori, ma anche per lo spostamento di aria in sistemi canalizzati o per la presenza di vibrazioni, che si trasmettono alla struttura. Anche gli impianti idrici sanitari possono essere causa di fastidi, dovuti agli scarichi e alle tubazioni che corrono lungo tutto l’edificio. Più silenziosi, invece, sono gli impianti elettrici e domotici.
Per non compromettere il comfort interno è importante, fin dalla fase progettuale, valutare attentamente l’interferenza delle soluzioni tecnologiche installate, agendo di conseguenza fin da subito. Nulla vieta, però, di fare una valutazione anche di uno stato di fatto in un edificio esistente, mettendo in campo soluzioni a posteriori per ridurre il rumore. Una scelta più complessa e spesso più costosa, ma essenziale in caso di ristrutturazioni complete degli edifici esistenti, spesso costruiti secondo logiche completamente diverse da quelle attuali.
Il consiglio è quello di rivolgersi a un tecnico acustico per la valutazione delle possibili azioni di mitigazione da mettere in campo, che possono andare da azioni dirette sui macchinari o sulle tubazioni, inserendo ad esempio silenziatori o supporti antivibranti, fino al loro isolamento acustico con appositi materiali fonoassorbenti. In caso di rifacimento degli impianti, si possono utilizzare anche tubazioni già predisposte con strati fonoisolanti, anziché predisporre l’isolante all’esterno. Un’ulteriore scelta riguarda la separazione meccanica degli elementi che causano la propagazione del rumore, ad esempio tramite giunti flessibili che separano le canalizzazioni dalle strutture.
Infine, è importante anche scegliere gli impianti in ottica di comfort acustico, valutandone la silenziosità. Ciò vale per le pompe di calore, per i sistemi di raffrescamento e di ventilazione, ma anche per WC, docce e altre soluzioni installate all’interno di casa.