Bretella, cavetto o Patch Cord. Questo componente tra i tanti di una rete-dati, viene chiamato nei modi più disparati e spesso ciò dipende dall’importanza funzionale che gli si riconosce.
Ciò che non cambia è il ruolo fondamentale che riveste, a supporto della continuità del servizio erogato, ma che in molti casi purtroppo è ancora sottovalutato, nonostante l’evidente incremento delle applicazioni critiche che viaggiano sul network.
E purtroppo non solo l’utente finale che, a volte suo malgrado, inconsciamente si espone al rischio di disservizi, anzi. Sono soprattutto gli operatori di settore come alcuni installatori, system integrator o distributori, che per varie ragioni, sono i primi a non prestare la massima attenzione alle conseguenze di determinate scelte, proponendo soluzioni che a regime possono dimostrarsi, scarsamente performanti.
Ma per quali motivi non viene scelta la soluzione più adatta? Chi per mere ragioni di prezzo, chi per abitudine e chi per scarsa cultura, sono diverse le motivazioni che danno vita al fenomeno del mix & match.
Da qualche anno Panduit ha avviato un’intensa campagna informativa, sensibilizzando il mercato ai rischi nascosti che la scelta poco attenta di una Patch Cord può comportare.
Tutto ruota intorno all’engineering di questo delicato componente che, conoscendolo in dettaglio, si dimostra di essere tutt’altro che semplice.
Oltre che robusto e performante, deve essere soprattutto “lungimirante”, dal punto di vista applicativo, quindi, in grado di sostenere quelle accelerazioni funzionali che l’IT costantemente ci impone.
Vale sempre la regola che un data-network deve essere a prova di futuro e per essere tale, ogni singolo componente che lo costituisce, deve esserlo, patch cord comprese.
Regola che vale anche per il cavo o per i moduli di connessione RJ45, poiché a distanza di anni, è più difficile attuare un upgrade, imposto dalle citate, accresciute esigenze operative.
Solo per citare alcuni aspetti meritevoli di attenzione, pensiamo al fatto che oggi una rete deve essere in grado di supportare alimentazioni elettriche, fino a 100 W di potenza (PoE++), il che comporta problematiche per la corretta dissipazione del calore generato anche nel patching.
La Patch Cord è quel componente che si deve fisicamente accoppiare con il resto della rete, per connettere ed alimentare elettricamente molti device, tenendo in considerazione quel fenomeno dell’arco elettrico che si crea durante il distacco o l’innesto fisico alla rete stessa. Ecco, quindi, che la qualità dei pin di contatto e la loro doratura, fa la differenza.
A tale proposito Panduit garantisce 2500 cicli di inserimento e disinserimento maschio-femmina, senza alcun decadimento prestazionale.
Altro elemento è caratterizzato dall’incremento delle frequenze di trasmissione, le quali comportano la presenza di diafonie tra conduttore e conduttore, così come tra cavi adiacenti (Alien Crosstalk), pertanto la patch cord deve essere opportunamente progettata e realizzata per minimizzarne gli effetti.
C’è poi il problema dello spazio, sotto due punti di osservazione:
Da non sottovalutare, inoltre, anche l’importanza che ha la linguetta di innesto del plug e che spesso, rompendosi, provoca la disconnessione alla rete, con conseguenziali disservizi.
Per questa ragione Panduit ha brevettato, ormai da molti anni, un plug con un dispositivo antigroviglio, che permette di far scivolare un cavo adiacente sulla patch cord interessata, senza danneggiarla.
Gli standard forniscono importanti indicazioni sui parametri prestazionali che i singoli componenti e i vari link devono assicurare. Per questa ragione Panduit predispone su ogni singola Patch Cord un’etichetta con numero di serie, utile per tracciare i test di conformità previsti dagli standard stessi.
Un’etichetta che fornisce un ulteriore valore aggiunto a costo zero, come la possibilità di ridurre del 50% tempi e costi per la documentazione del patching di rete, utilizzando il mini-scanner e la relativa applicazione mobile RapidID.
C’è poi quel fattore legato all’uniformità della soluzione che fa la differenza e che nasce all’interno delle aziende produttrici, che testano le prestazioni, utilizzando la combinazione dei propri prodotti, per garantire il miglior risultato possibile di tutto il collegamento.
Ciò non avviene utilizzando componentistica diversa, cioè prodotta da più vendor, che ovviamente non testano soluzioni miste. Lo dovrebbe fare il partner di canale, mettendo insieme le diverse combinazioni per appurarne la validità, ma dubitiamo che ci sia volontà e il tempo per farlo, preferendo la strada più semplice.
Se già tutto il cabling incide in maniera minima su un progetto di informatizzazione aziendale e cioè mai oltre il 5% del suo valore complessivo, possiamo immaginare quanto ancor meno pesi il prezzo di una singola patch cord. Tenendo in considerazione solamente i componenti-base di un cablaggio (cavo, pannelli, passacavi e placche portafrutto), le patch cord incidono non oltre il 20% di quel 5%.
Quanto già argomentato evidenzia il fatto che ci sono molti elementi tecnici da considerare quando si valuta di distribuire, installare e utilizzare un determinato brand. La scelta può ricadere tra una linea economicamente più aggressiva ed una soluzione Premium.
Ebbene la differenza di prezzo tra le due non supera il costo di un caffè, ma che va spalmato negli anni di utilizzo di questo componente e cioè almeno dieci o quindici. Vale quindi la pena correre rischi ben più costosi? Ecco, quindi, che torna sempre utile scindere tra prezzo di acquisto e costo reale della scelta, nel tempo.
Con l’incremento di servizi ed applicazioni, è pertanto fondamentale preparare una rete in grado di performare oggi e nel futuro e per la quale la Patch Cord sempre più ne riveste un ruolo cruciale.
Per tutte queste ragioni, il cabling è come un vestito da indossare per tanto tempo. Va dimensionato per renderlo flessibile e adattabile, quindi sempre meglio che sia di una taglia in più, ma sostenuto da “bretelle” che siano in grado di fare pienamente il loro mestiere.
Diversamente la rete aziendale, come il vestito, rischia di cadere, esponendo alle intemperie del business quanto di più prezioso si possiede.