Nel 2030 possibile moltiplicare l’idrogeno per 30, ma il rischio è fermarsi a 10

BloombergNEF sottolinea l’enorme opportunità di sviluppo delle forniture di idrogeno “pulito” entro la fine del decennio ma c’è un problema: fin qui meno di un terzo dei progetti annunciati si sta concretizzando
produzione idrogeno pulito potrebbe crescere esponenzialmente

Da una parte c’è un comparto che è atteso a moltiplicare addirittura per trenta le sue dimensioni entro la fine di questo decennio. Dall’altra parte troviamo invece un comparto che rischia di veder vanificati ben due terzi dei progetti di sviluppo la cui realizzazione è annunciata sempre entro il 2030. Si tratta ovviamente di prospettive ben diverse, eppure possono coesistere perché, con un voluto errore, abbiamo messo al plurale ciò che invece è singolare… Il comparto, infatti, è uno solo ed ha una grande importanza nella transizione energetica trattandosi dell’idrogeno, ovvero del vettore rinnovabile per eccellenza.

E come possano due prospettive così differenti “convivere” all’interno dello stesso comparto, lungo la strada che dovrà portare l’idrogeno ad essere un protagonista di peso della rivoluzione green a livello globale, ce lo spiega un recente articolo di BloombergNEF (BNEF) dal titolo Hydrogen Supply Outlook 2024: A Reality Check.

Idrogeno: da mezzo milione a 16 milioni di tonnellate

Cominciamo dalla buona notizia, ovvero la stima BNEF che, come anticipato, moltiplica di 30 volte la fornitura di idrogeno “pulito”, fino a raggiungere la quota di 16,4 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030, dagli attuali 0,5 milioni di tonnellate (Mt) di capacità. Il tutto, “grazie a una politica di sostegno al comparto e a una significativa sequenza di progetti in maturazione per la produzione dell’idrogeno”.

Ma prima di vedere che cosa minaccia di vanificare questo ambizioso traguardo, è bene ricordare il significato dell’aggettivo pulito quando viene accostato all’elemento più diffuso dell’universo. Esistono diverse tipologie di idrogeno, identificate con diversi colori, a seconda della fonte di provenienza e del processo di “estrazione” adottato. L’idrogeno grigio è quello ricavato dalle fonti fossili e quindi non annoverabile fra le risorse energetiche non inquinanti.

andamento delle  forniture di idrogeno verde e blu

Diverso il discorso per l’idrogeno blu, anch’esso ricavato dalle fonti fossili ma con un procedimento che prevede la contemporanea cattura e stoccaggio della CO2 prodotta. A completare il quadro c’è l’idrogeno più importante, interamente “pulito”, ovvero quello identificato dal colore verde e ricavato per elettrolisi da fonti rinnovabili. BNEF, comunque, quando parla di idrogeno pulito accomuna il verde con il blu.

Troppi progetti non si concretizzano

Il problema, non da poco, che rischia di vanificare la crescita “esagerata” del comparto concerne il passaggio dalle parole ai fatti. perché fino adesso meno di un terzo dei progetti annunciati per l’idrogeno, che BNEF quantifica in 1.600, ha iniziato a concretizzarsi. E il tempo per recuperare non abbonda, considerati i pochi anni che mancano al termine del decennio.

“È probabile – si legge nell’approfondimento di BloombergNEF – che soltanto il 30% circa di tutta la fornitura di idrogeno pulito, che è attualmente annunciata per la messa in servizio entro la fine del decennio, venga effettivamente realizzato. Si tratta di un totale di 477 progetti”. Insomma, ci si limiterebbe a moltiplicare per dieci anziché trenta…

Da notare come oltre la metà della fornitura nel 2030 proverrà dall’idrogeno verde, quello ricavato dall’elettrolisi, ma anche l’idrogeno blu svolgerà un ruolo significativo. “La maggior parte delle politiche – viene sottolineato nell’articolo – favorisce la produzione di idrogeno verde, ma l’economia, la domanda proveniente dall’Asia e i progetti già maturi supporteranno anche grandi volumi di idrogeno blu”.

Stati Uniti futura nazione leader

A livello geografico, si prevede che gli Stati Uniti diventeranno il più grande produttore di idrogeno pulito entro il 2030, rappresentando quasi il 37% dell’offerta globale. “Gli Stati Uniti – precisa BNEF – ospitano i più consolidati progetti maturi a livello globale, comprese grandi nuove forniture di idrogeno blu che probabilmente beneficeranno di crediti d’imposta”.

Andamento delle forniture di idrogeno verde e blu suddiviso per macroaree

Ed ancora, Cina, Europa e Stati Uniti potrebbero rappresentare oltre l’80% della fornitura di idrogeno pulito entro la fine del decennio, guidati da politiche di sostegno e da una serie di progetti avanzati. Nella visione di BNEF, altre regioni con grandi progetti in cantiere ma meno sostegno politico, come l’America Latina e l’Australia, sono destinate a svolgere soltanto un ruolo minore nella fornitura globale di idrogeno pulito fino al 2030.

Concentrandosi sull’idrogeno verde, nell’approfondimento viene quantificata in circa 95 gigawatt (GW) la potenza complessiva degli elettrolizzatori che potrebbero diventare operativi entro la fine del 2030. Ma la maggior parte della capacità prevista degli elettrolizzatori, circa 58 GW, è determinata anche in questo caso dalle politiche annunciate, soprattutto in Europa e Cina, ed è quindi ancora soggetta a incertezza sull’attuazione delle politiche stesse”.

Vuoi rimanere aggiornato sui contenuti di ElettricoMagazine?
Iscriviti alla nostra newsletter!



Accetto il trattamento dei miei dati personali per la ricezione di newsletter in conformità con la privacy policy del sito

Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
menu linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram