Accesso all’energia, il decennio in corso potrebbe far rimpiangere il precedente

Un report della Banca mondiale evidenzia un rallentamento dell’accesso universale all'energia, in parte dovuto alla pandemia, verso il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile
Accesso universale all'energia

Molto si è fatto nel decennio precedente, ma adesso il pericolo è quello di un grave rallentamento fino al 2030. In estrema sintesi è questo il messaggio che emerge dall’edizione 2022 di Tracking SDG 7: The Energy Progress Report. Si tratta del rapporto della Banca mondiale che da otto anni fornisce alla comunità internazionale una dashboard globale per registrare i progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goal identificati con l’acronimo SDG7).

Accesso universale all’energia

Fra questi obiettivi c’è la garanzia dell’accesso universale all’energia, il raddoppio dei progressi sull’efficienza energetica e l’aumento sostanziale della quota di energia rinnovabile impiegata. Il rapporto registra inoltre “i progressi verso una cooperazione internazionale rafforzata per facilitare l’accesso all’energia pulita e rinnovabile entro il 2030, nonché l’espansione delle infrastrutture e lo sviluppo tecnologico per la fornitura di servizi energetici moderni e sostenibili per tutti nei Paesi in via di sviluppo”.

Accesso universale dell’energia
L’accesso universale dell’energia elettrica nel mondo

Nella sua ultima edizione il report mostra che gli impatti della pandemia – inclusi blocchi, interruzioni delle catene di approvvigionamento globali e utilizzo delle risorse fiscali per mantenere accessibili i prezzi di cibo e carburante – hanno influenzato il ritmo di progresso verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile, ovvero “garantire l’accesso a un’energia accessibile, affidabile, sostenibile e moderna entro il 2030”.

In particolare, i progressi per conseguire l’SDG7 sono stati ostacolati soprattutto nei Paesi più vulnerabili e in quelli già in ritardo nell’accesso universale all’energia. Quasi 90 milioni di persone in Asia e Africa che avevano precedentemente ottenuto l’accesso all’elettricità non possono più permettersi di pagare il proprio fabbisogno energetico di base.

Ritmo di progresso insufficiente

Guardando ai numeri globali, ben 733 milioni di persone non hanno ancora accesso all’elettricità, mentre 2,4 miliardi di persone per cucinare il cibo sono costrette a ricorrere a combustibili dannosi per la loro salute e l’ambiente. E con il ritmo attuale di progresso, ancora 670 milioni di persone rimarranno senza elettricità entro il 2030, 10 milioni in più rispetto alle previsioni dell’anno scorso.

La scomposizione del dato per aree geografiche vede l’Africa rimanere il continente meno elettrificato al mondo con 568 milioni di persone senza accesso. Nel dettaglio, la quota dell’Africa subsahariana della popolazione mondiale senza elettricità è balzata al 77% nel 2020 dal 71% nel 2018, mentre la maggior parte delle altre regioni ha registrato un calo della propria quota di deficit di accesso.

“Gli shock causati da Covid-19 – ha affermato Fatih Birol, Direttore Esecutivo, dell’Agenzia Internazionale per l’Energia – hanno invertito i recenti progressi verso l’accesso universale all’elettricità e alla cucina pulita e hanno rallentato i miglioramenti vitali dell’efficienza energetica anche se le energie rinnovabili hanno mostrato una resilienza incoraggiante. E oggi, l’invasione russa dell’Ucraina ha innescato una crisi energetica globale, provocando enormi picchi di prezzo che stanno causando impatti particolarmente gravi nelle economie in via di sviluppo”.

L’accesso all’elettricità

Fra i capitoli più interessanti del report c’è quello relativo alle dinamiche dell’accesso all’elettricità. La quota della popolazione mondiale che ne dispone è aumentata dall’83% nel 2010 al 91% nel 2020, con un significativo incremento di 1,3 miliardi di persone. Il numero di persone senza accesso è così sceso da 1,2 miliardi di persone nel 2010 al già citato dato di 733 milioni nel 2020.

Tuttavia, il ritmo dei progressi nell’elettrificazione è rallentato negli ultimi anni, il che può essere spiegato dalla crescente complessità del raggiungimento delle popolazioni più remote e più povere non servite, nonché dall’impatto senza precedenti della pandemia. A questo punto, per raggiungere l’obiettivo dell’accesso per tutti nel 2030 è necessario aumentare il numero di nuove connessioni a 100 milioni all’anno. Ma agli attuali ritmi di progresso, il mondo raggiungerà soltanto il 92% di elettrificazione per la fine del decennio.

incidenza rinnovabili sui consumi energetici

Andamento delle energie rinnovabili

Altro capitolo di grande interesse è quello inerente le energie rinnovabili. Sebbene non vi sia un obiettivo quantitativo nell’ambito dell’SDG 7, il report sottolinea l’importanza di un aumento significativo della quota di energia rinnovabile nel consumo totale di energia finale. Ebbene, al riguardo il bilancio appare in chiaroscuro. Da un lato, il consumo di energia rinnovabile ha continuato a crescere durante la pandemia, con una quota di espansione aumentata di un importo record nel 2021, superando le interruzioni dell’attività economica e delle catene di approvvigionamento.

Dall’altro lato, il rapporto evidenzia che “le traiettorie globali positive delle energie rinnovabili mascherano il fatto che i Paesi in cui invece le nuove aggiunte di capacità sono ritardate erano proprio quelli che più necessitavano di un maggiore accesso. Inoltre, l’aumento dei prezzi delle materie prime, dell’energia e delle spedizioni, nonché le misure commerciali restrittive, hanno aumentato i costi di produzione e trasporto di moduli solari fotovoltaici, turbine eoliche e biocarburanti, aggiungendo incertezza per i futuri progetti di energia rinnovabile”.

Per gli esperti della Banca mondiale la quota delle energie rinnovabili deve salire ben oltre il 30% del consumo totale di energia finale entro il 2030, rispetto al 18% del 2019, per essere sulla buona strada per raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di energia entro il 2050. Ma il rapporto aggiunge che “il raggiungimento di questo obiettivo richiederebbe un rafforzamento del sostegno politico in tutti i settori e l’attuazione di strumenti efficaci, come mobilitare ulteriormente il capitale privato, specialmente nei Paesi meno sviluppati”.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità

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