La transizione energetica, che a volte comporta dei ragionamenti molto complessi sulle strategie da seguire e le criticità su cui intervenire, allo stesso tempo presenta delle situazioni che fortunatamente sono assolutamente intuitive per chiunque. Pensiamo, ad esempio, alla riduzione delle emissioni nocive e climalteranti: se da un lato è evidente che una parte consistente del problema passa dal settore dei trasporti, è altrettanto ovvio che non si potranno ottenere i risultati sperati senza andare ad incidere sul traffico pesante.
Per questo è molto significativo quanto è accaduto a Bruxelles, con il raggiungimento di un accordo che non è esagerato definire storico nell’ambito della regolamentazione green riguardante, appunto, i veicoli pesanti. Una categoria, quest’ultima, che comprende soprattutto i camion, la cui percorrenza si svolge prevalentemente su autostrade e superstrade, nonché i pullman e gli autobus, che invece circolano intensamente anche sulle reti stradali cittadine.
Il doppio punto di partenza che ha portato il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione Europea ad elaborare una vera e propria road map in tema di riduzione delle emissioni climalteranti consiste da un lato nell’indicazione del 2019 come anno sul quale parametrare i miglioramenti futuri. Dall’altro lato, figura la constatazione che i veicoli pesanti rappresentano attualmente il 25% delle emissioni di gas serra provocate dal trasporto stradale nel nostro continente.
Cominciamo dal traguardo previsto nell’accordo fra le massime istituzioni dell’Unione Europea, ovvero il 90% di riduzione delle emissioni di anidride carbonica che dovrà essere conseguito dalla gran parte dei veicoli pesanti entro il 2040. C’è però la comprensibile e virtuosa eccezione degli autobus urbani che dovranno raggiungano la stessa soglia molto prima, entro il 2030, per poi arrivare alle emissioni zero nel 2035.
“La transizione verso camion e autobus a zero emissioni non è soltanto fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi climatici, ma è anche cruciale per avere un’aria più pulita nelle nostre città”, ha dichiarato l’ambientalista olandese Bas Eickhout, che ha l’incarico di capo negoziatore del Parlamento Europeo sul testo del provvedimento.
La stessa Eickhout ha voluto sottolineare come da parte delle istituzioni europee ci si attende un importante effetto della stretta sulle emissioni sulla filiera produttiva del continente: “Stiamo portando chiarezza in una delle principali industrie manifatturiere europee, insieme a un forte incentivo per gli investimenti nell’elettrificazione e nell’idrogeno”.
E proprio sulle conseguenze commerciali del provvedimento si è soffermata l’organizzazione ambientalista “Transport and Environment”, la cui stima è che il 30% dei camion venduti entro il 2030 sarà già ad emissioni zero, una percentuale che salirà al 75% entro il 2040. “La nuova legge offre ai produttori europei di camion la sicurezza di pianificare mezzi a emissioni zero e di competere con i produttori stranieri di camion elettrici”.
Molto più cauta l’Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA) che in un comunicato parla di un calendario di attuazione “estremamente impegnativo in assenza di condizioni favorevoli essenziali. Senza un quadro normativo che sostenga la domanda di modelli a zero emissioni, il raggiungimento degli obiettivi sarà impossibile, soprattutto nei tempi previsti”.
Tornando al testo dell’accordo raggiunto tra Parlamento Europeo e Consiglio dell’UE, in una fase successiva (nel 2035) le norme saranno estese anche ai veicoli professionali come i camion della spazzatura o le betoniere. Inoltre, Bruxelles analizzerà la possibilità di includere anche gli autocarri più piccoli (quelli sotto le 5 tonnellate).
Restano invece esclusi i produttori di piccoli volumi e i veicoli utilizzati “per l’estrazione mineraria, la silvicoltura e l’agricoltura, i veicoli ad uso delle forze armate e dei vigili del fuoco, e i veicoli destinati alla protezione civile, all’ordine pubblico e all’assistenza medica”. Previsti invece obiettivi di riduzione delle emissioni del 7,5% per i rimorchi e del 10% per i semirimorchi a partire dal 2030.
Come spesso accade per le normative legate alla transizione energetica, anche per il traffico pesante non sono affatto esclusi aggiornamenti degli obiettivi nei prossimi anni. In particolare, il Consiglio, il Parlamento e la Commissione hanno concordato che l’esecutivo dell’Unione Europea debba effettuare una “revisione dettagliata dell’efficacia e dell’impatto del regolamento da qui al 2027”.