Come valutare l’indice di sostenibilità di una global company? Clima, energia, formazione, inclusione sociale: Schneider Electric mantiene le promesse green. E le misura attraverso un “termometro” interno chiamato Schneider Sustainability Impact (SSI), le cui performance rilanciano la corsa dell’azienda agli obiettivi del triennio 2018-2020.
Il punteggio di 8,63 su 10 ottenuto nel terzo trimestre 2020 segna un notevole passo avanti rispetto al 7,71 della rilevazione precedente. A riprova che gli effetti sanitari ed economici dell’emergenza covid-19 non frenano lo spirito sostenibile dell’azienda.
“Siamo orgogliosi di quanto ottenuto, nonostante le circostanze particolari di questo 2020 – commenta Olivier Blum, Chief Strategy and Sustainability Officer di Schneider Electric -. Non possiamo e non vogliamo fermarci qui: riteniamo nostra responsabilità continuare a produrre un grande impatto, sia tramite il modo in cui operiamo sia con quello che offriamo ai clienti. Oggi più che mai, è cruciale che aziende, governi e comunità lavorino insieme per decarbonizzare l’economia globale”.
I risultati extra-finanziari viaggiano dunque insieme a quelli finanziari, come specchio di una complementarietà ormai necessaria. Per questo Schneider Electric ha scelto di misurare il proprio impatto sociale e ambientale attraverso un indice di sostenibilità interno. Un rigoroso strumento che monitora i progressi attraverso 21 indicatori strettamente allineati agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDG).
Eccoci al cuore del programma Schneider Sustainability Impact. Le sue 21 voci sono raggruppate in cinque megatrend:
Vediamone la declinazione in progetti concreti.
Schneider ha progressivamente ampliato l’impegno contro i cambiamenti climatici. In particolare, durante la Climate Week 2020, l’azienda ha annunciato l’obiettivo di ottenere una neutralità di emissioni completa entro il 2040. Ovvero dieci anni prima rispetto a quanto previsto dagli accordi di Parigi per mantenere l’aumento di temperatura globale entro gli 1,5 °C rispetto all’epoca preindustriale.
L’azienda è in linea con l’obiettivo di ottenere l’80% del proprio fabbisogno di energia elettrica da fonti rinnovabili. Al 30 settembre, infatti, la percentuale si attestava al 65%. Ma nel complesso il progetto ha permesso al gruppo di ridurre le emissioni operative di CO2 di oltre 250.000 tonnellate negli ultimi due anni. Per questo Schneider Electric è stata anche nominata “2020 Clean Energy Trailblazer” (pioniera dell’energia pulita) in occasione della prima edizione dei RE100 Leadership Awards assegnati da The Climate Group.
Altro elemento chiave della sostenibilità secondo Schneider Electric riguarda l’economia circolare. Ovvero la capacità di ridurre, riusare, riciclare il più possibile per ottenere efficienza operativa e minimizzare l’impronta ambientale. Oggi, al termine del terzo trimestre 2020, quasi 200 siti Schneider Electric si avvicinano all’obiettivo “Rifiuti zero in discarica” in termini di produzione di rifiuti non riciclabili.
Queste fabbriche, secondo la definizione creata internamente all’azienda, riescono a evitare che il 99% dei rifiuti metallici e il 97% di rifiuti non metallici finiscano in discarica. Inoltre, il 100% della gestione di rifiuti pericolosi di ogni sito è chiamata a rispettare rigorosi standard ambientali. Grazie a questo progetto, oltre 350.000 tonnellate di rifiuti dal 2018 a oggi hanno “rinunciato” alla discarica.
Oltre l’ambiente e l’energia, c’è la sicurezza dei dipendenti. Oggi il Medical Incident Rate (MIR) dell’azienda è pari allo 0,56% per 1 milione di ore lavorate. Un notevole miglioramento rispetto allo 0,79% di fine 2019. Per ottenerlo, Schneider Electric ha lanciato campagne su sicurezza e salute, per sensibilizzare maggiormente il proprio capitale umano su questi temi.
Nell’impatto di una global company, anche fornitori contano. Anche qui, l’azienda vanta una delle supply chain più sostenibili sul mercato: lo conferma Ecovadis, piattaforma che analizza le performance sociali e ambientali di oltre 50.000 aziende.
Schneider Electric aiuta anche i propri fornitori a migliorare le credenziali sociali e ambientali
La rete di fornitori strategici del gruppo ha ottenuto un punteggio aggregato di 56,7/100. Sono 5,6 punti in più rispetto al 2017: un risultato che raggiunge gli obiettivi triennali di Schneider Electric e supera la media delle aziende valutate da Ecovadis.
Ultimo elemento della strategia sostenibile, il programma Access to Energy. Nato con l’obiettivo di fornire accesso all’energia grazie a formazione, soluzioni innovative e attività di investimento a impatto sociale, nel terzo trimestre 2020 il progetto ha raddoppiato le performance rispetto al 2017. E il team di Schneider Electric ha già messo in cantiere nuove opportunità.
A novembre parte la nuova serie di eventi digitali per presentare progetti e partner del programma Access to Energy
“Siamo orgogliosi del livello di collaborazione e fiducia che caratterizza il nostro ecosistema di partner, clienti, comunità locali in tutto il mondo – spiega Gilles Vermot Desroches, Sustainability Senior VP di Schneider Electric -. Questi risultati arrivano in uno scenario molto sfidante: contribuire agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU continua a essere una nostra priorità”.
Il traguardo 2018-2020 è molto vicino. Cosa accadrà nel 2021? L’azienda lancerà presto nuovi obiettivi, ancora più ambiziosi, per unire progresso e sostenibilità.