Luci e ombre nel futuro dell’Internet of Things

Un recente report di McKinsey conferma le grandi potenzialità dell’Internet of Things ma sottolinea anche il rallentamento della crescita nonostante sia l’elemento base per la trasformazione digitale
Internet of things: un report McKinsey

Difficile trovare nell’ambito della tecnologia qualcosa che possa vantare delle previsioni di sviluppo più lusinghiere rispetto a quelle riservate all’IoT. Quest’ultimo è l’acronimo di Internet of Things, ovvero quell’Internet delle cose destinata a rendere connessi e “intelligenti” una miriade degli oggetti di uso comune nell’ambito domestico e lavorativo.

Proprio per questo riveste particolare interesse un recente report di McKinsey, “The Internet of Things: Catching up to an accelerating opportunity”, che se da un lato conferma le enormi potenzialità del settore, dall’altro lato sottolinea come non sono tutte rose e fiori, con la pandemia che ha inevitabilmente rallentato lo sviluppo dell’IoT e, unitamente ad altri problemi, crea delle ombre anche sul suo sviluppo futuro.

Elemento base della trasformazione digitale

“L’Internet of Things – si legge nella premessa del rapporto – è emerso come una delle tendenze fondamentali alla base della trasformazione digitale del business e dell’economia. L’IoT è ora integrato nella vita dei consumatori e nelle operazioni di imprese e governi”. Ma l’IoT ha dovuto anche “affrontare venti contrari legati alla gestione del cambiamento, ai costi della tecnologia e alla sicurezza informatica, in particolare nelle aziende”.

Lo studio di McKinsey sottolinea come sia considerevole il potenziale valore economico creato dall’IoT nei prossimi anni. Entro il 2030 la stima indica un valore compreso tra 5,5 trilioni e 12,6 trilioni di dollari a livello globale, includendo in questa cifra il valore assicurato da consumatori e clienti di prodotti e servizi IoT.

Nelle fabbriche il potenziale maggiore

Va detto che il futuro valore economico generato dall’Internet of Things proverrà da dei contesti ben determinati. Le fabbriche (definizione che peraltro include gli ambienti di produzione ma anche altri contesti) rappresentano ad oggi la maggiore quantità di valore economico potenziale dell’IoT, circa il 26% da qui al 2030. A seguire, con una stima nel decennio che oscilla fra il 10 ed il 14% del valore complessivo, c’è il settore sanitario.

Nel report non mancano le indicazioni geografiche, con i Paesi maggiormente sviluppati che continueranno a costituire la maggior parte del valore economico del mercato dell’IoT fino al 2030. Nel dettaglio, McKinsey prevede un passaggio dall’attuale 61% del mercato concentrato nei Paesi sviluppati fino al 55% che sarà posseduto al termine del decennio.

Gruppo di Paesi sviluppati nel quale non è però inclusa la Cina, che nel report viene invece considerata singolarmente anche per via del suo imponente peso specifico testimoniato dall’attuale 22% di quota del valore di mercato dell’IoT. Una percentuale che nel 2030 dovrebbe addirittura salire di altri quattro punti mentre per i Paesi in via di sviluppo la previsione è di un passaggio dall’attuale 16% fino al 19%.

Stime valore Internet of things - McKinsey

Valore economico del mercato Internet of Things – Report McKinsey

Gli elementi che frenano la crescita dell’IoT

Per quanto attiene gli elementi non favorevoli all’adozione e all’impatto su larga scala delle soluzioni IoT, il report di McKinsey ne indica vari a partire dall’approccio sbagliato da parte delle aziende e dei governi che “spesso considerano l’IoT un progetto tecnologico e non una generale trasformazione del modello operativo”.

Esistono poi problematiche di interoperabilità considerato che l’attuale panorama dell’Internet of Things è caratterizzato dalla presenza di numerosi ecosistemi “chiusi” che non comunicano fra loro. Un’altra difficoltà, citata indifferentemente da consumatori, aziende o istituzioni, è quella legata all’installazione dei dispositivi IoT, sia in termini di tempo necessario che di costi da sostenere.

A frenare la diffusione dell’IoT c’è poi la crescente richiesta di sicurezza informatica “poiché il numero crescente di endpoint connessi offre punti vulnerabili da sfruttare per gli hacker”. Infine, il mercato dell’Internet of Things deve rimodellarsi localmente in funzione di normative sulle privacy che vengono spesso riformulate.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità

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