Industria digitale e lockdown: com’è andata? Potremmo parlare di due facce di una medaglia, il manufatturiero italiano, che ha vissuto lo stop forzato con la “consapevolezza” che le applicazioni smart possono supportare le imprese anche nei momenti difficili.
Lo conferma “Digital New Normal: essere 4.0 ai tempi del Covid”, l’ultima ricerca dell’Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano. Su 1.100 applicazioni 4.0 censite nel 2019, infatti, il 46% è risultato utile durante il lockdown, sottolineando il ruolo primario della digitalizzazione anche nell’emergenza sanitaria.
L’emergenza sanitaria ha forzato le industrie a trarre il meglio dagli investimenti digitali, per dare resilienza alle value chain di riferimento
Facciamo un passo indietro, alla situazione pre-Covid. Il mercato Industria 4.0 in Italia nel 2019 ha toccato quota 3,9 miliardi di euro, con una crescita del 22% rispetto all’anno precedente.
Parliamo di una quota praticamente triplicata in quattro anni e prevalentemente composta da:
Si confermano forti anche le attività di consulenza e formazione per progetti Industria 4.0, con un fatturato di 255 milioni di euro, al +17% rispetto al 2018.
Sempre nel 2019, il 40% delle aziende italiane ha investito più del 2018 in applicazioni 4.0. Oggi se ne contano infatti 4,5 per azienda, con particolare attenzione a soluzioni Cloud e Analytics per la Supply Chain e all’IoT per le fabbriche. Mentre si intravede, all’orizzonte, anche un 7% di Intelligenza Artificiale.
Quanto alle valutazioni sulla strategia adottata, spesso il ritorno d’investimento non è immediato, ma solo l’1% delle imprese si dichiara deluso.
Se il 2020 dell’industria digitale era chiamato a seguire la strada degli anni precedenti, con crescite comprese tra il 20 e il 25%, l’emergenza sanitaria ha decisamente cambiato i piani delle aziende.
Ora, all’indomani della ripartenza, gli analisti del Politecnico di Milano avanzano previsioni piuttosto caute. Lo scenario ottimistico fotografa una chiusura dell’anno quasi in linea con il budget iniziale, quello pessimistico stima invece una flessione del 5-10%.
Nei prossimi mesi, come prevedibile, gli investimenti saranno ridotti. Il 26,5% delle imprese interessate allo smart manufacturing posporrà almeno la metà di quanto pianificato. Circa un quarto degli intervistati si concentrerà invece su Industrial-IoT, Analytics e Advanced HMI. Non meno importante, il mondo imprenditoriale chiede incentivi per non fermare la crescita digitale.
Le misure “predilette” sono:
Nel medio-lungo termine, tuttavia, il sentiment verso Industria 4.0 rimane positivo. “L’emergenza segnerà profondamente le imprese italiane – commenta Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Industria 4.0 -. Circa il 40% stima una perdita di fatturato di oltre il 20% rispetto al budget, ma gli investimenti in digitale hanno permesso di reagire all’emergenza sanitaria e, secondo la maggioranza delle industrie, questa esperienza si rivelerà un acceleratore della trasformazione 4.0”.
Quasi un terzo delle aziende sta riconvertendo la produzione o valuta di farlo (rispettivamente il 12% e 19%). E il 25% di queste realtà imprenditoriali lo ritiene possibile anche grazie a tecnologie come IoT e Cloud.
Di cosa è fatta, oggi, l’industria digitale? Come anticipato in apertura, nel 2019 l’Osservatorio ha contato complessivamente 1.100 applicazioni tecnologiche 4.0. Di queste, l’88% riguarda le grandi aziende e il 12% le Pmi.
L’Industrial IoT rimane la tecnologia più adottata, con circa 300 applicazioni e una crescita del 42% rispetto al 2018. Questi sistemi si abbinano spesso a soluzioni di Industrial Analytics (+39%) per fare manutenzione predittiva e ottimizzare i processi produttivi.
Il Cloud Manufacturing, in aumento de 27%, si focalizza invece su accessibilità, visibilità e collaborazione nei processi di Supply Chain. Bene anche l’Additive Manufacturing, al +34% sul 2018, per i benefici in termini di flessibilità di produzione.
Crescono del 20% anche le applicazioni di Advanced Human-Machine Interface nei processi di manutenzione, sviluppo prodotto e training. Il 70% delle 200 soluzioni censite è legato alla realtà aumentata e il 15% alla realtà virtuale. Si distinguono anche le applicazioni di Advanced Automation in assemblaggio, saldatura, pressofusione, avvitatura, levigatura, lucidatura, logistica e safety.
Con gli occhi rivolti al futuro, l’Osservatorio Industria 4.0 riconosce alle tecnologie IoT un ruolo chiave nella fase di “convivenza” con il virus. Aiuteranno infatti a migliorare il distanziamento sociale nei luoghi di lavoro, localizzando e tracciando i percorsi. Le piattaforme di teleconferenza continueranno a supportare la gestione di riunioni, trattative commerciali, revisioni e collaudi, unite a design collaborativo e simulazioni di processo per lo sviluppo dei prodotti.
Il tutto secondo i principi del Cyber Physical System (CPS). Secondo tale paradigma, le tradizionali macchine si evolvono per comunicare, raccogliere, elaborare dati e agire da “ponte” tra realtà fisica e virtuale. “L’introduzione del CPS – aggiunge il direttore dell’Osservatorio Marco Macchi -, è un’opportunità fondamentale per avere garanzia di continuità degli impianti e delle filiere, superando l’idea che si debba essere necessariamente sul posto per certe azioni e decisioni. È fondamentale che le imprese imparino a lavorare in un ambiente virtuale a stretto contatto con la realtà fisica”. Si fanno largo, dunque, modelli Digital Twin per la simulazione, algoritmi di analisi dati con l’Artificial Intelligence e tecnologie di interfaccia uomo-macchina di ultima generazione.
L’organizzazione della strategia 4.0 resta invece la principale lacuna delle aziende italiane. Un quarto delle imprese porta avanti progetti confusi, senza roadmap, pianificazione o coordinamento. Il 42% invece agisce in modo coordinato, ma senza una strategia complessiva, mentre il 24% segue solo una roadmap generale. Infine, un piccolo 10% delle aziende vanta un programma globale per identificare e strutturare diversi progetti.
Ma proprio sull’approccio sistemico si giocano la ripartenza del settore e la floridità del suo futuro. Lo studio rivela che una visione strategica dei progetti 4.0 porta numerosi benefici, in quanto evita la duplicazione delle risorse attivate e massimizza le probabilità di raggiungere gli obiettivi smart.