“La maratona inizia dopo 30 chilometri”. Proprio così, avete letto bene anche se vi trovate sul sito di ElettricoMagazine. Il fatto è che a citare la più celebre fra le gare olimpiche non è un allenatore sportivo bensì un consesso politico e finanziario fra i più autorevoli del mondo, e lo fa per spiegare la delicata fase in cui si trova la transizione energetica.
Stiamo parlando di un recente rapporto del World Economic Forum, dal titolo “Fostering Effective Energy Transition 2024”, il cui messaggio di fondo è che la transizione energetica sta sì progredendo, ma con un tasso di miglioramento in frenata a causa delle crescenti incertezze globali. Ma non tutto è perduto perché, appunto, la transizione energetica è una maratona, non uno sprint.
“La transizione energetica – si legge nel rapporto – ha lasciato la linea di partenza molti anni fa. E quando si avvicina la metà del percorso, il traguardo rimane molto più avanti. Lo slancio è rallentato e il miglioramento del punteggio dell’indice globale di transizione energetica dal 2021 al 2024 è stato quasi quattro volte inferiore al miglioramento del periodo precedente dal 2018 al 2021”.
Dunque, ad evidenziare la frenata in atto c’è l’indice globale di transizione energetica. Si tratta di un indicatore che prende in considerazione la sostenibilità, l’equità e la sicurezza nel processo di transizione. Ebbene, nell’ultimo anno soltanto 21 Paesi su 120 sono riusciti a progredire in tutte e tre le dimensioni descritte.
In particolare, il World Economic Forum evidenzia che la performance globale in termini di sostenibilità è indubbiamente migliorata. Tuttavia, “a parte una maggiore adozione dell’energia eolica e solare, tale miglioramento non è sufficiente per tenere il passo con la traiettoria necessaria per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette per la metà del secolo”.
Per quanto riguarda invece l’andamento della sicurezza energetica, è messa sempre più alla prova a causa delle crescenti tensioni geopolitiche. Guardando invece all’equità energetica, “le sfide persistono all’interno e tra i Paesi, soprattutto in termini di accessibilità”.
Il report sottolinea come gli investimenti nell’energia pulita, pur avendo raggiunto il livello record di 1,8 trilioni di dollari nel 2023, sono ancora ben distanti dal volume richiesto. Infatti, le risorse destinate alla transizione energetica arrivano soltanto ad un terzo del livello richiesto fino al 2030 per essere sulla strada dell’azzeramento delle emissioni nette.
“Dopo il COVID – si legge nel Fostering Effective Energy Transition 2024 –, il panorama della transizione energetica ha subito delle forti oscillazioni a causa della situazione geopolitica ed economica, mettendo a dura prova lo slancio sottostante del cambiamento”.
La fase cruciale attraversata dalla transizione energetica ha portato il World Economic Forum, insieme ad Accenture, ad identificare cinque azioni che, insieme, possono ridare uno slancio critico e garantire un ritmo sostenuto alla transizione anche nella seconda fase della corsa.
L’energia si è trasformata, passando da un insieme di catene del valore lineari e distinte a un sistema connesso. Le normative devono agire e bilanciare più di un singolo obiettivo, indirizzando allo stesso tempo lo slancio dell’intero sistema.
Le iniziative “push-pull” possono ridurre l’intensità energetica e le emissioni di CO2 legate alla crescita economica accelerando l’innovazione nel settore dell’energia pulita e diminuendo la quota della domanda di fonti ad alta intensità di carbonio.
Le tecnologie digitali sbloccano un valore sostanziale aumentando la produttività e migliorando l’efficienza. Quest’ultime, a loro volta, migliorano l’equità e la sicurezza consentendo ulteriori investimenti di capitale e riducendo i costi di approvvigionamento energetico.
La società nel suo complesso stabilisce in ultima analisi il ritmo della transizione energetica. Le reti di sicurezza sociale e le misure compensative – tra cui il sostegno mirato basato sul reddito, i trasferimenti di denaro e le iniziative temporanee di reddito di base – possono ridurre o invertire la povertà energetica e, in ultima analisi, aumentare lo slancio per l’adozione di soluzioni di energia pulita.
Gli accordi commerciali attuali e per la futura compravendita sono fondamentali per l’approvazione degli investimenti, soprattutto per i grandi progetti di capitale e i programmi infrastrutturali, poiché garantiscono la certezza dei ricavi.
Attualmente, i mercati dei prodotti green rimangono su scala ridotta, con alcuni, come l’idrogeno, che rappresentano soltanto l’1% del settore.
Per realizzare una transizione energetica di successo sono necessarie sia una cooperazione globale, con impegni condivisi come quelli della COP28, sia azioni individuali adattate alle condizioni nazionali e alle priorità del settore.