Dalla Commissione Europea nuove norme sui dispositivi in standby

Viene ampliato il campo di applicazione della normativa, includendo, ad esempio, i prodotti provvisti di un alimentatore esterno a bassa tensione, come router per il Wi-Fi e altoparlanti senza fili
Dispositivi in standby nuove norme

Ridurre il consumo energetico di dispositivi come lavatrici, televisori e console portatili per videogiochi quando questi sono in modalità “standby”. E’ questo l’obiettivo delle nuove norme adottate a metà aprile dalla Commissione Europea, che ha così modificato il regolamento sulla progettazione ecocompatibile del 2008 relativo al consumo di energia elettrica in modalità standby e spento, aggiornato l’ultima volta nel 2013. Le modifiche sono il risultato di un’ampia consultazione e dell’approfondito esame realizzato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio.

Obiettivi delle nuove norme

Le novità introdotte intendono aggiornare le specifiche per la progettazione ecocompatibile in linea con il progresso tecnologico in atto, ma anche ampliare il campo di applicazione a prodotti aggiuntivi che vengono venduti in volumi sempre maggiori sul mercato interno dell’UE, come i mobili azionati a motore e gli elementi da costruzione (ad esempio tapparelle e tende motorizzate).

Dispositivi in standby, le nuove norme

Ma in concreto cosa prevedono le nuove norme? Oltre ad ampliare il campo di applicazione, si stabiliscono nuove limitazioni:

  • dal 2025 i dispositivi non dovranno consumare più di 0,5 Watt in standby o in modalità spenta, oppure 0,8 Watt se sono in standby mentre visualizzano informazioni
  • dal 2027 i dispositivi non dovranno consumare più di 0,5 Watt in standby, 0,3 Watt in modalità spenta o 0,8 Watt se sono in standby mentre visualizzano il proprio stato
  • dal 2027, i dispositivi in standby in rete non devono consumare più di 2-7 Watt a seconda del prodotto

Informazioni facilmente accessibili alle autorità

Grazie alle revisioni delle norme sui dispositivi in stand by, le informazioni sui consumi saranno rese facilmente accessibili sia alle autorità dei paesi dell’UE sia ai consumatori. Si prevede che porteranno ulteriori risparmi di 4 TWh/anno, con riduzioni delle emissioni di gas serra pari a 1,36 Mt CO2eq all’anno entro il 2030.

Le regole precedenti

La normativa adottata dall’UE a metà aprile è solo un ulteriore step di un percorso virtuoso già iniziato da tempo. Dal 2009 l’Unione Europea ha infatti stabilito che tutti i dispostivi in standby debbano passare a una modalità a basso consumo. Nello specifico a partire dal 2013, per il consumo in modalità standby, è stata fissata come soglia da non superare il valore di 0,5 Watt. Il valore sale a 1 Watt se gli apparecchi standby consentono di visualizzare il proprio stato o informazioni specifiche.

dispositivi in standby

I requisiti di progettazione ecocompatibile dell’UE – si legge in una nota – sono obbligatori per tutti i produttori e fornitori che desiderano vendere prodotti che consumano energia elettrica in modalità standby nell’UE”.

Dispositivi in standby connessi alla rete

Un altro punto della normativa UE riguarda nello specifico gli elettrodomestici connessi a internet durante la modalità standby, che consumano maggiori quantità di energia. Tra questi ci sono i decoder televisivi, le stampanti, le console per i videogame e i modem.

Per questi apparecchi è previsto che, da già da gennaio 2017, la modalità standby non devesse consumare più di 3-8 Watt a seconda del prodotto. Inoltre da gennaio 2019, i dispositivi in standby connessi in rete non devono consumare più di 2-8 Watt a seconda del prodotto.

Riduzione dei consumi di 32.5 TWh l’anno

Queste norme si applicano a un numero molto elevato di prodotti diversi: circa 800 milioni di prodotti venduti ogni anno, con una stima di 5 miliardi di unità in uso nell’UE. “La riduzione del consumo di elettricità stimata – spiega una nota – è di circa 32,5 TWh all’anno entro il 2030. Ciò farà risparmiare ai consumatori 7 miliardi di euro e ridurrà le emissioni di 4,6 Mt di CO2 all’anno entro il 2030”.

Efficienza energetica, elemento chiave per la competitività dell’UE

In generale, la riduzione dello spreco di energia ha un ruolo di primo piano nella visione green dell’Unione Europea. Già nel 2007 era stato fissato l’obiettivo di ridurre del 20 % il consumo energetico annuale dell’UE entro il 2020. Successivamente, nel 2018, nell’ambito del pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei”, era stato fissato il target di riduzione del consumo di energia di almeno il 32,5 % entro il 2030.

Questo percorso virtuoso ha subìto un’ulteriore accelerata grazie all’emergenza energetica legata al conflitto russo-ucraino. In questo contesto le misure di efficienza energetica hanno assunto un ruolo centrale, rappresentando non solo uno strumento per conseguire un approvvigionamento energetico sostenibile, ridurre le emissioni di gas a effetto serra, migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento e ridurre i costi delle importazioni, ma anche per favorire una maggiore competitività dell’Unione europea.

Il principio dell’efficienza energetica al primo posto

L’efficienza energetica rappresenta un obiettivo prioritario nel percorso di transizione ecologia dell’Unione Europea, che si traduce nel principio «l’efficienza energetica al primo posto”, ufficialmente inserito nel diritto dell’UE con l’adozione del Regolamento sulla governance 2018/1999.

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Monica Giambersio

Giornalista professionista e videomaker. Da anni si occupa di energia e transizione ecologica
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