Secondo i dai dati raccolti nello studio “Seize the Change” e resi noti da EY Italy la scorsa settimana in occasione dell’EY Sustainability Summit, nonostante il periodo di forti incertezze economiche e sociali – con il proseguimento del conflitto nel cuore dell’Europa e l’escalation militare in Medio Oriente – le aziende italiane continuano ad investire nella sostenibilità.
Il report ha preso in esame gli obiettivi di diverse aziende italiane focalizzati nell’integrare la sostenibilità all’interno del core business, rendendola un valore competitivo. Delle 200 realtà intervistate da EY Italy, oltre il 60% non ha interrotto le attività previste nel piano di sostenibilità e il 15% ha sfruttato il nuovo contesto per accelerare la transizione verso nuovi modelli più sostenibili.
Entrando più nel dettaglio:
L’edizione 2024 dell’analisi “Seize the Change” offre un quadro più completo ed esaustivo del panorama industriale italiano, sia per il numero di aziende coinvolte (200 contro le 150 dello scorso anno) sia per dimensioni e settori di appartenenza.
Accanto ai dati raccolti durante le interviste, è stato condotto un approfondimento sulle performance economico-finanziarie con l’obiettivo di individuare eventuali correlazioni tra comportamenti in termini di sostenibilità ambientale aziendale e tali performance.
“Per l’86% delle aziende che abbiamo intervistato, la sostenibilità è un fattore di vantaggio competitivo solo se presa in considerazione nelle sue tre dimensioni: economica, sociale ed ambientale – sottolinea Massimo Antonelli, CEO EY Italy e Chief Operating Officer EY Europe West – . Le aziende italiane sono coscienti di avere a disposizione un driver trasformativo eccezionale e la sua integrazione nel business è strategica per aumentare competitività, capacità di sviluppo e crescita sul medio-lungo periodo. Se in passato la sostenibilità ha rappresentato un nice to have, poi una scelta e più recentemente un’opportunità, oggi siamo chiaramente di fronte a una necessità per rispondere alle sfide di business e alle trasformazioni di oggi e di domani”.
L’80% circa del campione intervistato ha previsto un piano di sostenibilità (con obiettivi qualitativi o quantitativi), segnando un aumento di quasi 10 punti percentuali rispetto alla precedente analisi.
Fra le realtà più attive spiccano quelle del settore Automotive & Transport; in quasi l’87% dei casi, infatti, sono stati stilati piani di sostenibilità con target nella maggior parte dei casi quantitativi. Questa percentuale diminuisce al 59% per quelle appartenenti al settore Media & Telco.
“I dati dello studio confermano come sempre più realtà aziendali scelgano di integrare concretamente la sostenibilità all’interno del proprio business – ha aggiunto Riccardo Giovannini Climate Change and Sustainability leader per EY Italy -. Oltre il 70% delle aziende intervistate, infatti, integra il piano di sostenibilità nel piano industriale, dato in aumento di circa il 18% rispetto alla scorsa rilevazione”.
Per quanto riguarda le principali aree di miglioramento, quasi l’80% si orienta alla riduzione di emissioni CO2 mentre oltre il 40% del campione all’economia circolare. Per continuare e accelerare il percorso verso la transizione ecologica, per le aziende sarà necessario cogliere le opportunità che essa comporta e, quindi, adeguando o trasformando il proprio modello di business non solo al cambiamento climatico, ma anche a tutte le altre sfide ambientali e sociali che provengono dal sistema economico-sociale nazionale e internazionale.
Gli ultimi due anni mostrano un significativo aumento di attenzione alla sostenibilità ambientale da parte delle aziende italiane.
Secondo l’analisi di EY, oltre l’80% ha avviato un processo di analisi dei propri processi operativi, mentre il 38% si è concentrato sul minimizzare l’impatto dei processi e/o prodotti a valle della filiera.
Tra i settori più attivi in questo ambito spiccano il Food & Beverages, l’Industrial e il Textile & Apparel, grazie anche alla maggiore sensibilità ambientale di clienti e consumatori.
Il report di EY ha evidenziato come il 52% delle aziende pubblichi già un report di sostenibilità, nonostante solo il 47% rientra negli obblighi della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), la direttiva che impone l’obbligo di rendicontazione.
Inoltre, il numero di aziende che ha previsto al proprio interno una funzione Corporate Social Responsibility (CSR) e/o di sostenibilità è in forte crescita, attestandosi quasi al 60% del campione, dato in aumento rispetto all’anno scorso di quasi 30 punti percentuali. Un ulteriore 10% ne prevede invece la creazione.