Lampada UV-C germicida: luce e tecnologia per ripartire sicuri

Lampada UV-C germicida: come funziona e perché è così importante? Scuole, ristoranti, hotel, uffici, supermercati, mezzi di trasporto: sono esempi concreti di situazioni che aggregano molte persone, per diverse ore, spesso senza mascherina. Il tema della qualità dell’aria, certo, non è nato con l’emergenza covid. Ma nell’ultimo anno la permanenza negli ambienti chiusi si è trasformata nel principale problema da risolvere per tornare avvicinarci a una nuova normalità.

Ecco perché Signify ha deciso di implementare la propria proposta di illuminazione professionale UV-C. Una tecnologia efficace contro virus, batteri e agenti patogeni, che risponde in modo affidabile a ogni esigenza di disinfezione dell’aria e delle superfici. Il tutto mentre le persone lavorano, mangiano, acquistano: le lampade germicide entrano in azione nei normali orari di apertura, ovvero nei momenti più critici in ottica di contagio.

Perché puntare sulla lampada UV-C germicida

Insieme alla lotta al virus, è oggi prioritario far ripartire l’economia e riportare in Italia un clima di fiducia nel futuro, anche attraverso la riapertura della maggior parte degli esercizi pubblici. Di questo si è parlato nella tavola rotonda online organizzata da Signify per approfondire i plus della sanificazione attraverso la luce.

“Illuminazione è anche sinonimo di sicurezza e salute – spiega Daniel Tatini, amministratore delegato di Signify Italia, Israele e Grecia -. La tecnologia può permettere alle categorie più colpite dalle restrizioni di guardare avanti e ripartire in sicurezza sotto ogni punto di vista. Abbiamo così deciso di investire incrementando di otto volte la produzione degli apparecchi UV-C. Questo per renderne possibile l’installazione nel maggior numero di ambienti potenzialmente a rischio, seguendo scrupolosamente le linee guida di sicurezza pubblicate in collaborazione con la Global Lighting Association”.

E dove installarla

Active Air, come le altre soluzioni UV-C, nasce con l’obiettivo di disinfettare l’aria a ciclo continuo nei luoghi a elevato livello di interazione sociale. Parliamo soprattutto di asili, scuole, negozi, ospedali, studi medici, hotel, uffici, industrie, palestre e ristoranti.

Qui, la tecnologia Signify riesce a inattivare in modo rapido ed efficace lo schema di riproduzione dei virus, neutralizzando anche il SARS-CoV-2, responsabile del Covid-19. Ma è altrettanto utile a combattere batteri, funghi e spore, che non sopravvivono ai raggi UV-C. La questione, dunque, non riguarda solo il covid: portare aria salubre e sicura negli ambienti commerciali, nelle strutture ricettive e soprattutto nelle scuole è una missione più importante che mai.

Lampada UV-C germicida Active Air di Signify

La tecnologia Philips UV-C Active Air

Veniamo alla new entry della proposta per la disinfezione dell’aria. Diversamente dagli apparecchi Philips UV-C Upper Air, la lampada UV-C germicida Active Air è adatta anche per l’installazione in ambienti dalle dimensioni ridotte e dai soffitti più bassi. Questo perché integra ventole attive, in grado di convogliare l’aria e permetterne la filtrazione e la disinfezione all’interno dell’apparecchio stesso. Si garantisce così l’assenza di esposizione ai raggi UV-C nell’ambiente esterno, a prescindere dalle sue dimensioni.

Quanto “disinfetta” Active Air? I risultati dei test microbiologici dimostrano che l’apparecchio è in grado di disattivare il 90% di microorganismi presenti nell’aria di una stanza di 30 mq dopo 2 ore di funzionamento. Quando utilizzato in combinazione con le soluzioni Philips UV-C Batten per le superfici, poi, la protezione è davvero completa.

Lampada UV-C germicida: esempi italiani

Dalla teoria alla pratica, tra i relatori dell’incontro virtuale c’erano anche i primi due clienti finali italiani di questa gamma. Si tratta della catena di supermercati to.market e del ristorante milanese “La Premiata Trattoria Arlati”.

Entrambi hanno infatti scelto i prodotti di disinfezione Philips UV-C per ripartire in sicurezza.

Esperienze retail

“Siamo entrati in contatto con le tecnologie Signify a inizio 2021 – racconta Mattia Ballabio, ceo di to.market -. Una volta compreso il potenziale delle soluzioni UV-C abbiamo realizzato la prima installazione del nuovo punto vendita di Milano, in zona Buenos Aires, per poi procedere in altre strutture. Lo abbiamo fatto in una fase ancora delicata, l’attenzione verso le misure di sicurezza era ancora molto alta, ma porteremo avanti questo progetto perché la salubrità degli ambienti pubblici resterà un tema prioritario”.

In dettaglio, alcuni punti vendita ospitano già apparecchi Philips UV-C Batten e Upper Air per la sanificazione di aria e superfici come carrelli, scaffali, casse e banconi. “Siamo i primi a utilizzare in ambito retail questi apparecchi, finora usati principalmente nel settore sanitario – conclude il manager -. I fatti ci stanno dando ragione, perché i clienti hanno accolto positivamente l’iniziativa e mostrano grande interesse verso questa tecnologia”.

Valore aggiunto per la ristorazione

Ancora più complessa la situazione dei ristoranti, tra le attività più colpite dalle restrizioni anti-covid. Ed ecco l’esempio dello storico locale milanese “La Premiata Trattoria Arlati”, pronto a ripartire con la tecnologia UV-C. “Dopo una chiusura imposta di oltre 250 giorni, tra i vari cambi di colore regionali – spiega il proprietario Leopoldo Arlati -, l’obiettivo era riaprire presto nel totale rispetto della salute di dipendenti e clienti. Per questo motivo abbiamo deciso di affidarci all’esperienza di Signify e agli apparecchi Philips UV-C Active Air e Upper Air. Oggi, la storica Trattoria Arlati può tornare trasformare cibo e musica in piacevole convivialità”.

35 anni di esperienza nel settore delle lampade UV-C per essere in prima linea nel contrastare la diffusione del virus: la sfida di Signify

La lampada UV-C germicida diventa così una tecnologia abilitante per tutte le categorie professionali: più ambienti interni sicuri e fruibili, più possibilità di “consolidare” una vera ripartenza.

Emobility: reev Dashboard arriva in Italia

Semplicità, trasparenza e sicurezza: le promesse di reev, azienda specializzata in soluzioni di ricarica per l’emobility. L’azienda fornisce una piattaforma di ricarica elettrica su misura, completamente automatizzata per la gestione ed il controllo delle infrastrutture di ricarica di veicoli elettrici: il reev Dashboard.

Questa soluzione innovativa è semplice da gestire e adatta a una vasta gamma di esigenze. La missione dell’azienda è quella di dare a tutti l’opportunità di plasmare il futuro della mobilità elettrica, di contribuire attivamente al cambiamento della mobilità e di gestire direttamente come operatore la propria infrastruttura di ricarica.
Per gli operatori di infrastruttura di ricarica, la piattaforma online – il cosiddetto reev Dashboard – permette di creare direttamente le tariffe di ricarica e gestire le autorizzazioni di accesso e gli utenti.

Semplicità, trasparenza e sicurezza con reev

Gestione della ricarica elettrica con reev Dashboard

Grazie a una partnership con Elpo, il software di gestione di ricarica reev sarà disponibile anche in Italia in due versioni:

Il software di gestione di ricarica reev è disponibile come Bundle preconfigurato in combinazione con l’hardware ABL. La messa in servizio è semplificata al massimo, poiché il bundle può essere installato immediatamente. Il software reev deve essere semplicemente attivato online.

Restyling illuminotecnico per lo showroom di Imoon a Milano

Restyling illuminotecnico dello showroom milanese Imoon, azienda specializzata nella progettazione e produzione di soluzioni illuminotecniche per i settori Food & Fashion Retail. Lo showroom è suddiviso in diverse aree tematiche – dall’area Food all’enoteca, passando per il Lab e l’area Hospitality fino al Fashion – per far conoscere il ruolo della luce nei diversi ambiti retail e come valorizzare le caratteristiche degli oggetti esposti.

Per il progetto illuminotecnico Imoon è stata supportata da Elettroservice di Padova che ha implementato i sistemi di controllo della luce utilizzando componenti Helvar.
Tre fattori hanno giocato un ruolo fondamentale nella progettazione:

Ogni ambiente dello showroom ha la propria luce personalizzata in base al LED, alla temperatura di colore, alla tipologia di fascio luminoso, al design e alle modalità di installazione.

Showroom Imoon a Milano

Restyling illuminotecnico con gestione della luce

Le soluzioni Imoon sono compatibili con DALI, un sistema di intelligenza distribuita che permette di differenziare le emissioni luminose, in automatico o da remoto, in base agli scenari illuminotecnici. Uno standard con cui è possibile configurare scene dinamiche differenti, variare la tipologia di luce o, tramite l’impiego di sensori di presenza, favorire un uso razionale della luce naturale per assicurare efficienza e risparmio energetico.

I diversi ambienti sono gestiti da un unico sistema centralizzato con due Imagine Router 910 di Helvar che consente non solo di regolare ogni apparecchio, ma anche creare, memorizzare e richiamare diversi scenari luminosi preimpostati direttamente da 11 pulsantiere Helvar.

Per supportare le esigenze straordinarie è possibile utilizzare la App Helvar Sceneset che consente di controllare e modificare le scenografie preimpostate. Disponibile per IOS e Android, questa App – connessa al router – è facile e intuitiva e sono sufficienti pochi gesti sullo smartphone per impostare l’illuminazione desiderata.

Clima e qualità dell’aria indoor: l’integrazione è reale

Comfort, efficienza energetica e qualità dell’aria indoor si intrecciano nella “nuova normalità” degli edifici italiani. Perché mantenere gli ambienti salubri, oggi, è più importante che mai, ma lo era anche prima dell’emergenza covid. La pandemia ha accelerato la presa di coscienza collettiva di quanto respirare aria inquinata negli spazi interni possa essere dannoso per la salute.

Molti, infatti, pensano che le peggiori malattie respiratorie siano causate dall’inquinamento atmosferico, mentre tanto avviene tra le mura di casa e non necessariamente per colpa di un virus.

Aria indoor: quali sono i rischi?

La cattiva qualità dell’aria domestica è tra i principali fattori di rischio per la salute. Qui, si entra quotidianamente in contatto con un mix di agenti chimici, fisici e biologici.

Da dove provengono queste sostanze? Principalmente da materiali di costruzione della casa, impianti termici e prodotti per pulizie e igiene personale. Ci sono poi i vapori derivanti dalla cottura dei cibi: emissioni e fumi, cattivi odori e umidità. A ciò si unisce il timore – reale – della trasmissione di virus. Insomma, arieggiare, filtrare e purificare sono le uniche armi a nostra disposizione per scongiurare malattie e migliorare la qualità di vita.

Cosa ne pensano i produttori di tecnologie per la climatizzazione? La spinta, sul mercato, è innegabile. Lo confermano i cinque manager italiani coinvolti nella nostra tavola rotonda dedicata proprio alle due facce di questa “unica” medaglia: comfort e trattamento aria.

Trattamento aria indoor e climatizzazione: le opinioni delle aziende

La salute vince su tutto

“Dopo lo scoppio della pandemia l’attenzione alla salute e alla qualità dell’aria di casa è diventata fondamentale – risponde Stefano Negri, Marketing Director della Divisione Climatizzazione di Mitsubishi Electric -. Trascorriamo in ambienti chiusi il 90% del nostro tempo e respiriamo 10.800 litri d’aria, spesso più inquinata di quella negli spazi aperti. Secondo l’Agenzia europea per l’Ambiente, l’aria inquinata causa complicazioni che portano alla morte di più di mezzo milione di persone all’anno in Europa. Per gli ambienti domestici e di lavoro, alcuni strumenti offrono un ottimo supporto nel trattamento dell’aria. Climatizzatori, purificatori d’aria e ventilazione meccanica controllata sono tra questi. Abbiamo sempre posto grande attenzione alla salute dell’ambiente e delle persone, ne abbiamo fatto la nostra vision. Negli ultimi 100 anni, dalla nostra fondazione, abbiamo realizzato prodotti e soluzioni che sono andati in questa direzione”.

Utenti consapevoli e tecnologie integrate

“Tutte le aziende della climatizzazione stanno lavorando intensamente per implementare nelle proprie soluzioni dei processi inerenti alla qualità dell’aria – spiega Attilio Verzilli, Sales Manager di Carrier DX -. In oltre un anno di crisi sanitaria le vendite di “semplici” purificatori d’aria si sono letteralmente impennate, e questo fa capire quanto sia importante assecondare questo driver di mercato. Non possiamo ignorare le richieste dell’utente finale e il cambio di mentalità che lo porta oggi a compiere scelte di acquisto più consapevoli e orientate alla qualità”.02

Trasformare le esigenze in stimoli di innovazione

“Daikin punta sulla qualità dell’aria indoor da diverso tempo – commenta Axel D’Angelo, product manager di Daikin Italia -. Possiamo anzi definirci tra i promotori di questa importantissima campagna di sensibilizzazione verso il grande pubblico. Proponiamo infatti sia sistemi di ventilazione meccanica sia prodotti dedicati alla purificazione ambientale. Il forte interesse dei consumatori su questo tema, comprensibilmente dovuto alla pandemia in corso, ci dimostra come Daikin conservi il ruolo di apripista sul tema generale del benessere. Ma in modo ancora più importante ci spinge a migliorare la profondità della nostra offerta. Stiamo lavorando al miglioramento della gamma dedicata alla qualità dell’aria e, al tempo stesso, abbiamo introdotto delle iniziative di marketing e commerciali per favorire la penetrazione dei prodotti esistenti sui vari canali di vendita. Non per ultimo, portiamo avanti attività di promozione e divulgazione dell’argomento con le scuole italiane, e in particolare con quelle di Milano, prossime alla nostra sede”.

L’Italia arriva tardi, ma può recuperare

“In Italia questo tema è sempre stato sottovalutato – afferma Daniele Spizzotin, General Manager di Toshiba -. Le tecnologie innovative ci sono e c’erano anche prima della pandemia, ma solo alla luce degli ultimi avvenimenti gli utenti si stanno rendendo conto dell’importanza di mantenere pulita e salubre l’aria interna. Questo vale soprattutto per gli ambienti domestici, dove spesso per questioni economiche si tende a non approfondire la conoscenza di questi sistemi. Nei luoghi pubblici, diversamente, il tema è molto sentito e la sanificazione dell’aria è diventata una condizione operativa strategica per ogni tipo di attività”.

Le soluzioni del momento

In chiusura Gianluca Figini, Air Solution Director di LG Electronics Italia, si sofferma sul ruolo delle tecnologie di purificazione e filtrazione. “L’inquinamento dell’aria è tra i problemi ambientali più preoccupanti. Ma diventa fondamentale proteggersi anche negli spazi di vita quotidiana, visto che trascorriamo sempre più tempo al chiuso. Già prima della pandemia, LG si è concentrata sullo sviluppo di tecnologie innovative per rendere l’ambiente domestico più salubre. La purificazione dell’aria tramite sistemi di filtrazione, tecnologia al plasma per la ionizzazione e funzioni di pulizia del climatizzatore stesso sono alcuni esempi delle funzionalità integrate dalle soluzioni LG”.

La pandemia ci ha portato a trascorrere molto più tempo al chiuso: climatizzazione e purificazione dell’aria uniscono le forze per garantire salubrità

“Come nel caso dei condizionatori LG Dualcool Atmosfera – conclude il manager – che uniscono i vantaggi della climatizzazione a quelli della purificazione dell’aria o dei nuovi Artcool Mirror e Dualcool Deluxe con AirCare Complete System, l’avanzato sistema di filtrazione per mantenere fresca e pulita l’aria emessa e l’unità stessa. Inoltre, la gamma di purificatori d’aria LG PuriCare 360 ci permette di essere sul mercato con un prodotto esclusivamente dedicato alla purificazione. Infine, non bisogna sottovalutare il tema dell’aria indoor nei centri commerciali e nei luoghi pubblici. Grazie alla Cassetta a 4 vie LG Dual Vane, si dispone di un avanzato sistema di filtrazione e purificazione, per garantire la qualità dell’aria e una sua distribuzione uniforme”.

Digital Green Week: la transizione energetica accelera con la e-mobility

La transizione energetica accelera con la mobilità elettrica: la terza Digital Green Week – dal 18 al 20 maggio 2021 – ha fatto emergere uno scenario espansivo. Key Energy, il salone dedicato alle energie rinnovabili, efficientamento energetico e città sostenibili di Italian Exhibition Group, focalizza sull’e-mobility portando a fattor comune filiere industriali, mercato dei servizi e pubbliche amministrazioni.
Alla 14ª edizione di Key Energy, in programma dal 26 al 29 ottobre, sarà presente un’intera area dedicata alla mobilità elettrica.

La terza Digital Green Week di IEG evidenziato il momento positivo per l’auto elettrica e ibrida in Italia in ambito flotte aziendali. Fleet Magazine ha realizzato un’indagine “La carica dei 102” condotta su un campione di 102 fleet manager per circa 120 mila veicoli, che indica un’espansione del 250% di veicoli ibridi (mild, full e plug-in) nei prossimi 12 mesi per oltre 4.400 veicoli.

“Nei primi quattro mesi di quest’anno, abbiamo un’esplosione di e-mobility. Il confronto con il 2019 mostra un salto da 4 mila a 41 mila i veicoli con la spina BEV o PHEV. Ma siamo comunque sotto la quota del 7% del mercato totale” ha evidenziato il direttore generale di Unrae Andrea Cardinali. Cambio radicale anche nella gestione delle flotte, con software house che affiancano i mobility manager nella reportistica dei costi di gestione e nella pianificazione e scelta dei modelli.
Fondamentale, per lo sviluppo della mobilità elettrica, sia l’integrazione fra ricarica in azienda e wallbox a casa, sia la disponibilità nelle nuove flotte di veicoli endotermici per le lunghe percorrenze in periodi limitati di tempo per i dipendenti, come indicano le recenti best practice di Poste Italiane ed Enel.

Digital Green Week: il modello città sostenibile e smart

La mobilità elettrica è la strada maestra per trasformare le città e renderle più vivibili e più sostenibili. Le abitazioni diventano punti di ricarica come le sedi aziendali, il “power to grid” muta i processi di approvvigionamento e distribuzione dell’elettricità tanto quanto le comunità energetiche; l’infrastrutturazione diventa capillare tanto nei contesti urbani quanto nel paesaggio dei porti turistici o addirittura nel fragile ambiente dei canali di Venezia.

“Nel PNRR si parla di 13 mila punti di ricarica, di 570 km di piste ciclabili in più di sei anni, 330 mila bus sostenibili. Abbiamo una varietà incredibile di opportunità. – sottolinea Gianni Silvestrini, presidente del Comitato scientifico di Key Energy – Per i Comuni, la notizia interessante è che il Ministero metterà a disposizione competenze per lavorare in questa direzione, per utilizzare nel modo più avveduto queste risorse”

Consumo energetico, in 15 anni un’Italia molto più virtuosa

Minor consumo globale di energia, crescente utilizzo di fonti rinnovabili. A ben vedere, fra le tante “formule” che possono descrivere la transizione verso una società più sostenibile questa è davvero una delle più efficaci. Ed allora, non si può non notare con estremo piacere come la formula in questione coincida integralmente con quanto sottolineato, a proposito del nostro Paese, dal recente rapporto dell’Ispra denominato “Indicatori di efficienza e decarbonizzazione del sistema energetico nazionale e del settore elettrico”.

L’indagine dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale prende in considerazione soprattutto l’andamento del fabbisogno energetico relativo agli ultimi quindici anni, fino al 2019. Un periodo, è opportuno ricordarlo, che a livello economico è stato caratterizzato dagli effetti a lungo termine della crisi mondiale partita nel 2008, a cominciare dai lunghi periodi di contrazione del prodotto interno lordo in quasi tutti i Paesi più sviluppati.

Tendenza di lungo periodo in atto dal 2007

L’Ispra rileva come “la rilevante contrazione del Pil e l’aumento della quota di consumi di energia da fonti rinnovabili in atto dal 2007 hanno determinato una sensibile riduzione delle emissioni di gas serra”. Il tutto ha quindi propiziato in Italia una tendenza di lungo periodo con “l’incremento dell’efficienza energetica ed economica unito alla progressiva decarbonizzazione dell’economia nazionale”.

Il consumo energetico interno lordo nazionale, a fronte di un andamento crescente dal 1990 fino al 2005 quando raggiunse il picco di 189,4 Mtep, è poi andato incontro a una riduzione accelerata, appunto, dagli effetti della crisi economica con il valore minimo di 149,8 Mtep raggiunto nel 2014. Nel 2019 il consumo interno lordo è risultato più alto di quello del 1990 del 4,9%, ma in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente.

Quota vettori energetici

Quota delle rinnovabili cresciuta del 23,5%

L’indagine evidenzia poi un calo del consumo di energia per unità di Pil pari al 17,4% in 15 anni, nel periodo dal 2005 al 2019, mentre nello stesso periodo le emissioni di gas serra per unità di Pil sono calate del 28,5%. Ed ancora, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili rispetto alla produzione nazionale è passata dal 16% nel 2005 al 39,5% nel 2019. Un incremento particolarmente rilevante, + 23,5% della quota in 15 anni, dovuto soprattutto alla crescita delle fonti eolica e fotovoltaica.

produzione elettrica rinnovabile

Per quanto riguarda l’andamento delle emissioni totali di gas a effetto serra, l’Ispra indica in quindici anni un calo per unità di Pil del 28,5%. Le emissioni – si legge nel rapporto – mostrano un andamento crescente fino al 2005 e poi un declino che in seguito agli effetti della crisi economica del 2008 ha subito una ulteriore accelerazione”. E così, nel 2019 le emissioni totali nel nostro Paese si sono ridotte del 19,4% rispetto al 1990 e del 29% rispetto al 2005.

Confronto fra andamento emissioni e Pil

Il confronto tra l’andamento delle emissioni di gas serra e il Pil mostra inoltre che dal 1990 la crescita delle emissioni è stata più lenta di quella dell’economia, mettendo in evidenza un disaccoppiamento tra le due variabili sempre più evidente con il passare degli anni. “Un analogo disaccoppiamento si osserva tra emissioni e consumo energetico, dovuto principalmente alla sostituzione di combustibili a più alto tenore di carbonio con il gas naturale, principalmente nel settore della produzione di energia elettrica e nell’industria, e all’incremento della quota di energia da fonti rinnovabili”.

Più nel dettaglio, lo studio dell’Ispra sottolinea come a partire dal 2005 sono diminuite le emissioni di gas climalteranti per unità di energia consumata in tutti i principali settori: dal -7,9% per i trasporti al -16,8% registrato dall’industria manifatturiera. Infine, per il settore elettrico si registra una rapida e costante diminuzione dei fattori di emissione di CO₂ “con un forte disaccoppiamento tra generazione elettrica e emissioni di gas climalteranti”.

Simply Connect di FAAC connette installatore e utente alle automazioni

La connettività dei dispositivi è un vantaggio per tutti, installatori e utenti finali.
La sanno bene in FAAC; per questo hanno creato Simply Connect, una soluzione per interagire da remoto, ovunque ci si trovi, con le automazioni di casa propria.

FAAC Simply Connect: vantaggi per installatori e utenti

Cancello con automazione FAAC

L’utilizzo di FAAC Simply Connect offre vantaggi per tutti.
Un installatore, ad esempio, potrà gestire da remoto i sistemi FAAC installati, effettuare diagnosi, verificare anomalie e realizzare alcuni piccoli interventi a distanza (sempre per piccoli interventi che non pregiudichino la sicurezza di chi si trova nei pressi dell’impianto), avendo anche lo storico dell’automazione (ovvero l’insieme delle anomalie, allarmi, rapporti di intervento, manutenzioni, dati relativi alla garanzia). Il tutto ovviamente in accordo con il cliente.

Buone notizie anche per gli utilizzatori finali, che con Simply Connect di FAAC potranno infatti comandare le automazioni di case, condomini, uffici, aziende o negozi tramite smartphone attraverso una interfaccia semplice. È possibile inoltre controllare lo stato e decidere a chi assegnare i diritti di accesso.

La privacy è tutelata nel rispetto delle norme sulla protezione dei dati personali e del regolamento UE GDPR (2016/679) grazie anche al protocollo di comunicazione basato su crittografia E2EE (End-to-End Encryption).

Come funziona la app FAAC Simply Connect

Simply Connect app FAAC

Le automazioni FAAC vengono innanzitutto connesse a internet attraverso un dispositivo di comunicazione WiFi/LAN/GSM. A questo punto, in base alla app scaricata, si possono eseguire diverse attività.

Le applicazioni sono infatti due: una per gli utenti finali e una per gli installatori. Volendo sono disponibili anche le web app, alle quali utente finale e installatore possono accedere tramite browser usando le stesse credenziali della app mobile.

L’installatore identificherà l’automazione in Cloud, assegnandole un nome identificativo, un indirizzo, una descrizione, una foto, ecc., dopodiché potrà procedere alla programmazione dell’installazione, associandola all’utente che ne è proprietario.

L’utente proprietario riceverà a questo punto l’invito e potrà dare un proprio nome univoco, abbinarlo a una foto e decidere di assegnare dei permessi ad altri utenti, che potranno così avere accesso a quella automazione. L’utente potrà in qualunque momento modificare i permessi iniziali dell’installatore o degli altri utenti che ha abilitato alla sua automazione.
Entrambi, utente e installatore, potranno ricevere notifiche di eventuali anomalie provenienti dalle automazioni registrate con FAAC Simply Connect.

Car Sharing: le proposte di SHARE NOW per supportare il settore

Nel suo ruolo di operatore di Car Sharing a flusso libero leader in Europa, SHARE NOW si è fatto portavoce dell’importanza di incentivare un servizio divenuto ormai essenziale nella mobilità urbana sostenibile. A tale scopo la società, sia singolarmente sia insieme ad associazioni di categoria quali Assosharing e Aniasa, ha sottoposto all’attenzione del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, del Ministero della Transizione ecologica, di ANCI e delle Amministrazioni comunali delle città in cui opera alcune misure finalizzate a favorire la gestione dei servizi di Car Sharing nel nostro Paese. Il fine ultimo dell’iniziativa condotta da SHARE NOW è di salvaguardare un settore che ha subito come molti altri l’impatto pesante della pandemia da Covid-19, riuscendo tuttavia a continuare la propria attività in sicurezza e rimanendo a disposizione dell’intera cittadinanza.

“Molte amministrazioni comunali hanno applicato soluzioni volte a limitare traffico, inquinamento e utilizzo dell’auto privata nei centri urbani, quali Congestion Charge e Zone a Traffico Limitato. Con l’avvento della pandemia da Covid-19 e il conseguente contingentamento del trasporto pubblico locale, spesso tali misure sono state temporaneamente sospese con l’intento di agevolare la mobilità dei cittadini in sicurezza. Di contro, però, vi è stato un massiccio ritorno all’uso dell’auto di proprietà, a discapito delle soluzioni più sostenibili offerte dal mondo dello sharing. – ha puntualizzato Luigi Licchelli, Business Development Lead Italy di SHARE NOW – Abbiamo dunque avvertito la necessità di dialogare con le autorità al fine di generare soluzioni che permettano all’intero comparto di continuare a operare in un ambiente favorevole ed economicamente sostenibile, alleviando così il peso dei consistenti costi di gestione che sosteniamo e che sono ulteriormente lievitati con la pandemia, durante la quale abbiamo assistito ad una ovvia riduzione della domanda della mobilità. Il riscontro avuto finora dagli interlocutori è stato in molti casi positivo e, pertanto, siamo fiduciosi che da questo dialogo possano presto nascere azioni concrete.”

Le proposte di SHARE NOW per risollevare il settore del Car Sharing

Ecco le quattro misure proposte dalla società per tutelare il settore del Car Sharing in Italia.

Abolizione del Canone Annuale

Per sostenere un servizio fondamentale per la mobilità sostenibile, SHARE NOW sollecita tutte le Amministrazioni comunali ad azzerare il canone annuale richiesto ai player del Car Sharing per svolgere il proprio servizio, a prescindere dal tipo di motorizzazione. Una simile azione è stata intrapresa dalla Giunta romana a inizio 2021 e, per il momento solo in via transitoria, e dal Comune di Torino. L’uso del Car Sharing genera infatti un enorme beneficio per l’ambiente, non solo in termini di riduzione dell’inquinamento e del traffico, ma anche nel riadattamento dell’assetto urbanistico delle nostre città.

Se un’auto privata rimane in genere parcheggiata circa il 95% della sua vita utile, una vettura condivisa è invece in continua circolazione. Come stimato dal MIT Senseable City Lab di Carlo Ratti nello studio “Unparking”, il Car Sharing potrebbe ridurre dell’86% gli spazi pubblici occupati dagli stalli per la sosta, ridestinandoli così alla creazione di aree verdi, di corsie per la mobilità dolce e di déhor per le attività commerciali, duramente colpite dalle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria.

Secondo SHARE NOW è quindi un controsenso richiedere agli operatori di pagare un canone annuale per la sosta dei veicoli condivisi, considerato che sono proprio i servizi di Car Sharing a liberare il suolo pubblico, abbattendo drasticamente la necessità di parcheggi.

Allineamento dell’IVA al 10%

Altra misura proposta da SHARE NOW riguarda l’allineamento dell’aliquota IVA al 10% al posto dell’attuale 22%, ossia alla stessa percentuale prevista per il trasporto urbano di persone. Nonostante il Car Sharing a flusso libero sia un servizio gestito da operatori privati rientra infatti a pieno titolo nella rete dei trasporti urbani messi a disposizione dei cittadini.

Inclusione nel Buono Mobilità

Dallo scorso novembre è stato attivato il Buono Mobilità che ha coperto il 60% della spesa sostenuta, fino a un massimo di 500 euro, per l’acquisto di biciclette, monopattini o mezzi similari, e per l’utilizzo di servizi di mobilità condivisa a uso individuale, esclusi però quelli mediante autovetture.

SHARE NOW: Car Sharing a flusso libero

© Immagine – SHARE NOW

Tra le sue proposte, SHARE NOW richiede di rinnovare l’incentivo ma includendo tra i servizi acquistabili anche il Car Sharing. Il servizio si pone d’altronde come l’unica vera opportunità per sostituire l’utilizzo del mezzo privato, in particolare per i lunghi spostamenti per cui è più difficile che gli utenti facciano uso dei servizi di micromobilità. Il tutto con dei vantaggi significativi sotto il profilo ambientale ma anche rispetto alla migliore vivibilità urbana, considerato che il Car Sharing porta a una riduzione del traffico, dell’inquinamento e dell’utilizzo di spazi di parcheggio.

Fondi pubblici per la promozione delle piattaforme MaaS

Numerose Amministrazioni italiane stanno pianificando la progettazione di piattaforme Mobility as a Service (MaaS) che abilitino l’integrazione tra le diverse opzioni di mobilità sostenibile presenti in città, disincentivando l’uso dell’auto privata.

Alcune Amministrazioni hanno però richiesto agli operatori del settore Sharing di predisporre dei voucher scontati per coinvolgere maggiormente gli utenti nell’utilizzo delle piattaforme MaaS.

SHARE NOW propone che tali bonus siano erogati attraverso fondi pubblici con l’auspicio che, in un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando, gli operatori della Sharing Mobility non siano aggravati da ulteriori costi.