Smart City o Adaptive City?

Le città si evolvono e devono rispondere alle esigenze dei cittadini, ma anche ad eventi e cambiamenti del contesto. Ecco che dalle Smart City si passa alle Adaptive City
da smart city ad adaptive city

La popolazione mondiale è in continua crescita e sono sempre di più le persone che abitano le città del mondo, tanto che le stime prevedono che nei centri urbani si concentrerà entro il 2030 almeno il 70% degli abitanti del nostro pianeta. Tutti i paesi sono costantemente protagonisti di un processo evolutivo, che ormai porta tra le sfide principali la gestione del fenomeno dell’urbanizzazione.

Si parla di sfide in quanto una crescita demografica incontrollata o ad un tasso molto più elevato di quello dello sviluppo urbano, può avere molte conseguenze negative. Inoltre, questo importante sviluppo delle città, soprattutto se mal indirizzato, ha un notevole impatto sull’ambiente. La lotta ai cambiamenti climatici e la preservazione dell’ambiente sono altri due obiettivi per le città del futuro (e di oggi). Questo significa che una città non può fare a meno di infrastrutture efficienti e sicure, di servizi evoluti, di spazi verdi e luoghi dedicati alla socialità, di edifici efficienti e innovativi, ma anche di politiche sociali, economiche ed ambientali che mirino ad un vero sviluppo sostenibile.

urbanizzazione richiede nuovi modelli di città

Tecnologia, innovazione e cambiamenti: andare oltre

Sono ormai alcuni anni che si parla di Smart City, ovvero di città intelligenti che, grazie anche alla tecnologia, possono vincere le sfide citate. Trasformare una città in una Smart City significa intervenire in diversi ambiti, partendo dall’evoluzione digitale e dalle nuove tecnologie innovative, coinvolgendo l’amministrazione e i cittadini e favorendo il risparmio energetico e la tutela dell’ambiente. Una Smart City, teoricamente, garantisce ai cittadini una qualità della vita elevata e alla città un minor impatto ambientale.

La tecnologia, in questo quadro, è il principale strumento abilitante.

L’Internet of Things, i Big Data e la sensoristica, infatti, permettono di raccogliere dati e informazioni in tempo reale ed analizzarli, con applicazioni in ambiti come la sicurezza, la mobilità o il risparmio energetico. Innovazione e digitalizzazione trasformano ogni settore dell’attività umana ed ogni sfera cittadina, dalla Governance all’economia. Gli studi e le applicazioni in ambito Smart City stanno crescendo e, con l’esperienza, si iniziano a cogliere pregi, difetti, punti di forza e limiti di un paradigma che, pian piano, viene rimodulato.

Nelle definizioni di Smart City e in moltissimi dei progetti applicati, infatti, manca un tema fondamentale, ovvero la velocità con cui avvengono cambiamenti ed eventi che interessano il tessuto urbano. Per questo è necessario fare un passo in più e, senza abbandonare tutto quanto di positivo risiede nella teoria delle Smart City, ampliare il paradigma della città del futuro.

Che cos’è una Adaptive City e che vantaggi offre

La pandemia che ha toccato il mondo intero durante quest’anno è solo l’ultimo degli esempi di come la città debba evolversi in modo da essere sempre pronta ad affrontare eventi e cambiamenti anche importanti e improvvisi. Ne sono un altro esempio i sempre più frequenti e ingenti danni ai centri urbani dovuti ad eventi atmosferici eccezionali, come alluvioni, tempeste, frane e terremoti. La Smart City deve evolversi e diventare una Adaptive City, cioè una città adattiva, in grado di leggere un cambiamento, reagire ed adattarsi. Questo significa che le città devono essere flessibili e resilienti.

Per trasformare una città in una Adaptive City è innanzitutto necessario intervenire con la riqualificazione di aree critiche, che presentano già problematiche significative e sono esposte regolarmente a fenomeni come esondazioni o cedimenti del terreno. Successivamente, anche grazie alla nuova tecnologia e a quanto studiato con le Smart City, si dà vita ad una città in grado di monitorare eventi e fenomeni che la interessano e rispondere di conseguenza. In questo senso, la sensoristica e i Big Data sono di enorme aiuto e permettono di monitorare costantemente i centri urbani ed eventuali fenomeni ambientali (e non solo) potenzialmente critici.

Aggiungendo il contributo dell’Intelligenza Artificiale è possibile pensare ad una città che legga cambiamenti ed eventi, li analizzi, li comprenda ed impari in autonomia a dare la risposta corretta (“self-learning”). Un approccio che si può applicare ad esempio alla gestione del traffico e della mobilità di persone e merci, alle infrastrutture, ai sistemi di comunicazione, alla gestione delle emergenze. Le tecnologie non mancano, devono solo essere applicate.

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