Come nasce il programma EcoXpert di Schneider Electric? Ma soprattutto, come continua a orientare efficacemente una rete di professionisti trasversalmente inseriti nei percorsi di sostenibilità delle aziende italiane?
Dal 2012 a oggi molte cose sono cambiate: le tecnologie, le normative e le esigenze dei clienti in primis. Ma il “saper essere” dell’ecosistema globale di fornitori di soluzioni intelligenti ed efficienti ha saputo accompagnare questo percorso. Ed è pronto a compiere un ulteriore balzo in avanti, per gestire proattivamente, con competenze aggiornate, la nuova fase della sostenibilità che coinvolge aspetti finanziari e policy più stringenti. In occasione dell’evento nazionale EcoXpert 2023 – non a caso intitolato “Ritorno al futuro” – abbiamo approfondito questa evoluzione insieme a Saul Fava, vice presidente Digital Energy di Schneider Electric.
“Nel 2012, l’idea era uscire dai tradizionali schemi della partnership per costruire una grande rete di professionisti che ci aiutasse a raggiungere in modo capillare il mercato – spiega Saul Fava -. Secondo un concetto di bidirezionalità che permettesse loro di differenziare il proprio business e di rispondere alle mutate esigenze dei clienti finali”. Erano gli anni della trasformazione, nei quali la stessa Schneider Electric iniziava a orientare l’offerta tecnologica alla digitalizzazione. L’elettronica diveniva sempre più pervasiva, integrandosi alla proposta elettrotecnica con ritmi molto veloci. Altrettanto rapidi dovevano essere i tempi di trasferimento di questa innovazione ai mercati di riferimento.
La nascita degli EcoXpert, dunque, ha agevolato la diffusione di tecnologie e competenze in tutti i territori italiani. Proponendo un nuovo approccio alla consulenza, meno reattivo e più proattivo. “Serviva essere promotori del cambiamento, grazie a una conoscenza trasversale delle sfide, degli obiettivi e delle normative che guidano determinati settori. Supportati da un solido ecosistema di prodotti, soluzioni e servizi quale EcoStruxure”, continua il VP Digital Energy.
La storia continua, senza venire meno al pilastro della formazione completa e trasversale. “Da sempre, la rete non si focalizza esclusivamente sugli aspetti tecnici – aggiunge -. Ovviamente il saper fare è un prerequisito basilare. Ma negli anni ci siamo concentrati molto sul saper essere. Ovvero, ascoltare il cliente, capire il suo bisogno e proporre le soluzioni migliori veicolando il valore delle proprie competenze. Diventa fondamentale aiutare i nostri partner, in ottica imprenditoriale, a raccogliere e soddisfare anche i bisogni nascosti, per vivere il cambiamento sostenibile da protagonisti”.
Gli obiettivi primari della consulenza EcoXpert seguono la rapida evoluzione dell’automazione e della digitalizzazione. Nei primi anni del programma Schneider, l’impegno si rivolgeva principalmente all’efficienza, oggi parliamo invece di sostenibilità. Diamo per scontato che tutto il percorso di digitalizzazione ed elettrificazione sia concluso? Certamente no, risponde Saul Fava: “la sostenibilità non è un cambio di prospettiva ma un percorso ancora più inclusivo dei diversi aspetti precedentemente trattati. Abbiamo accompagnato i nostri partner in un percorso evolutivo di efficienza energetica e operativa e di convergenza digitale: questi elementi si ritrovano perfettamente nei criteri ESG”.
Sono variati i parametri, per esempio gli aspetti sociali e di governance un tempo non erano prioritari, ma l’integrazione tecnologica si conferma un fattore abilitante per tutta l’idea di sostenibilità, nelle industrie, negli edifici e nelle città. “Pensiamo, per fare un esempio, alle potenzialità offerte da analytics e cloud. Quando abbiamo lanciato il programma EcoXpert erano argomenti tabù, oggi sono la normalità. Mi sento quindi di rilanciare la sfida, perché aumentano i bisogni e i vincoli normativi diventano più stringenti. Non solo, il mondo finanziario sta inquadrando la sostenibilità con una precisa tassonomia che esclude interventi di mero “greenwashing” e alza l’asticella della transizione green & digital”.
Asticella che abbiamo visto alzarsi anche nei temi della convention biennale dei partner EcoXpert. Oltre agli approfondimenti tecnologici e normativi, e alla condivisione di esperienze di successo, l’evento ha voluto raccontare la sostenibilità attraverso i suoi risvolti più concreti, affrontando in dettaglio le certificazioni disponibili e lo strumento del Bilancio di Sostenibilità. Nonché la gestione delle risorse umane e la rinnovata visione imprenditoriale che accumuna EcoXpert e clienti.
“Uscendo da questo convegno – aggiunge Saul Fava -, gli EcoXpert saranno le persone attualmente più preparate per accompagnare le aziende nei progetti di sostenibilità. Abbiamo voluto dare loro gli elementi per razionalizzare e semplificare un concetto che rischia altrimenti di rimanere astratto. Invece, la sostenibilità è molto concreta e regolamentata da precisi indicatori di performance”. Focus dunque sugli aspetti reali, messi nero su bianco da realtà quali The European House-Ambrosetti, Leyton, Crédit Agricole e Intesa San Paolo.
“Proprio in questi giorni, un EcoXpert mi ha detto che “tra il dire e il fare c’è di mezzo l’iniziare”. Faccio mie queste parole, perché solo iniziando concretamente a fare efficienza, digitalizzazione e sostenibilità possiamo superare il “mare”. Auspico, in vista del prossimo evento che si terrà tra due anni, di raccogliere tantissime testimonianze di progetti riusciti”, conclude Saul Fava.
Insomma, è il momento di agire. Forse un pizzico in ritardo rispetto alle cogenze normative, Schneider Electric e gli EcoXpert hanno comunque a disposizione tante possibilità per esprimere il potenziale dell’innovazione. Se, secondo le stime, le aziende impattate dal cambiamento sostenibile saranno circa 120.000, il saper fare e il saper essere degli EcoXpert potranno contribuire con successo a trasformare gli obblighi in opportunità.