Digitalizzazione e sostenibilità viaggiano fianco a fianco nell’evoluzione tecnologica dell’industria italiana. Perché investire in tecnologie 4.0 permette alle aziende di essere più green, e gli obiettivi ambientali sono a loro volta stimolo di miglioramento e azione in ottica digitale.
Le imprese manifatturiere ne sono sempre più consapevoli e riconoscono il vantaggio competitivo generato dal Green & Digital. La survey sul tema, presentata insieme alla ricerca 2020-2021 dell’Osservatorio Transizione Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano, offre un interessante spaccato di questo percorso.
“Nell’ultimo anno l’attenzione alla sostenibilità è cresciuta notevolmente – spiega Luca Fumagalli, direttore dell’Osservatorio Transizione Industria 4.0 del Politecnico di Milano-. Dobbiamo tuttavia considerare che qui la transizione è doppia: l’evoluzione tecnologica non porta al risultato se non è accompagnata da quella culturale”. Fortunatamente, i dati dicono che siamo a buon punto: solo il 3% delle aziende intervistate non ritiene importante ragionare su interventi green. Il 15% delle aziende ha già terminato progetti di sostenibilità nell’ambito delle operations e circa un terzo ne ha attivati alcuni. Unico “neo”, il 17% che si dice consapevole della necessità di agire ma non ne sta ancora discutendo.
Interessanti anche i motivi: il 24% delle imprese manifatturiere vuole essere più verde per anticipare le tendenze del mercato e rispondere alle richieste dei clienti. Oltre un terzo, invece, per costruire l’immagine di un marchio sostenibile. Altri driver meno impattanti sono la mitigazione dei cambiamenti climatici, per il 14% dei rispondenti, e la volontà di allinearsi per tempo al futuro quadro normativo, per il 13% delle aziende.
Il rovescio della medaglia sono le barriere che ancora frenano la diffusione di progetti di digitalizzazione e sostenibilità.
Le principali sono:
Insomma, la maturità tecnologica sembra ormai acquisita, mentre bisogna lavorare sul fronte della strategia globale di posizionamento sul mercato.
In cosa consistono, concretamente, i progetti di sostenibilità avviati grazie alle tecnologie 4.0? I partecipanti alla survey del Politecnico di Milano hanno considerato i seguenti ambiti d’azione:
In generale, le aree potenzialmente più interessate dall’impiego delle tecnologie smart per la sostenibilità sono il monitoraggio dei consumi nella gestione delle operations (56% del campione) e la gestione del fine vita del prodotto, per il 46% delle aziende. Bene anche la tracciabilità nella filiera (34%) e la simulazione avanzata per il design dei prodotti (26%).
“Praticamente a tutti è chiara l’esigenza di produrre in modo più sostenibile – conclude Luca Fumagalli -. Ora bisogna mettere a terra ogni aspetto in modo pratico e funzionale. Le aziende sentono la necessità di rispondere al mercato, perché il consumatore è più sensibile di un tempo, e tecnologicamente parlando i driver di tutto questo sono l’Industria IoT e l’automazione avanzata e collaborativa. Massima attenzione anche all’analisi degli indicatori, che si deve sposare con una cultura aziendale che riconosca il valore dei dati per la crescita del business in ottica verde”.
La sfida del futuro, per digitalizzazione e sostenibilità, è fare in modo che gli strumenti di Industria 4.0 possano colmare il gap strategico e culturale ancora evidente.