Sostenibilità più digitalizzazione: formula vincente per lo sviluppo

Lo studio realizzato da The European House - Ambrosetti in collaborazione con Microsoft evidenzia il rapporto sinergico fra due elementi chiave, sostenibilità e digitalizzazione, per il progresso
Digitalizzazione e sostenibilità per il progresso delle aziende

Sulla necessità di uno sviluppo che sia sostenibile non esiste ormai, almeno a parole, alcun dubbio residuo. Identica affermazione può farsi per l’apporto del digitale nel processo evolutivo della società. Quel che invece non appare ancora del tutto acclarato è come queste due dinamiche si “intersecano” fra loro e con quali effetti. Esattamente ciò di cui si occupa la ricerca “Digitalizzazione e sostenibilità per la ripresa dell’Italia”, elaborata da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Microsoft Italia.

Lo studio è stato presentato nell’ambito del recente Forum organizzato da The European House – Ambrosetti, in una conferenza stampa cui hanno preso parte anche Silvia Candiani (amministratore delegato di Microsoft Italia) e l’advisor scientifico dell’iniziativa Patrizia Lombardi (presidente della Rete Italiana delle Università per lo Sviluppo Sostenibile).

Obiettivi per uno sviluppo sostenibile

La relazione fra i due paradigmi di sviluppo

“Nella nostra epoca – si legge nella presentazione della ricerca – lo sviluppo di una società competitiva e resiliente ha due determinanti principali: una trasformazione digitale pervasiva e la crescita dei livelli di sostenibilità ambientale e sociale delle attività umane. Questi due paradigmi di sviluppo non solo si complementano all’interno di una visione di sviluppo largamente condivisa, ma si rafforzano vicendevolmente in un rapporto sinergico”.

Lo studio si è posto come l’obiettivo quello di indagare quale possa essere il contributo del digitale allo sviluppo sostenibile. Per fare questo ha identificato sia gli ambiti di applicazione, sia quantificato gli impatti sulle diverse componenti per l’Italia nel contesto della ripresa post Covid-19. La considerazione di partenza sta nella necessità di un cambio di marcia sulla decarbonizzazione della nostra società, e questo anche alla luce del rinnovato obiettivo di abbattimento delle emissioni di CO2, -55% al 2030, recentemente promosso dalla Commissione Europea.

In Italia aumentano le disuguaglianze

Parallelamente, sul fronte sociale, è necessario invertire la tendenza che vede in aumento la disuguaglianza: dal 2008, il valore per l’Italia del Coefficiente di Gini, che misura le disuguaglianze di ricchezza, è aumentato del 12% (4 punti base in assoluto), una forbice sociale che purtroppo continua ad allargarsi, se è vero che proprio il 2020 è stato l’anno con il più alto incremento mai registrato.

Ma la pandemia ha innescato varie dinamiche economiche e sociali, non sempre di segno completamente negativo. Gli effetti dell’emergenza sanitaria hanno dato una forte spinta alla trasformazione digitale di aziende e della pubblica amministrazione. Una dinamica sottolinea lo studio, che “oltre ad accelerare il processo di diffusione delle competenze informatiche, avrà sicuramente un effetto sulla diffusione di nuovi modelli lavorativi abilitati da strumenti digitali di collaborazione e maggiormente sostenibili rispetto ai modelli tradizionali sia sotto l’aspetto ambientale, sia sotto l’aspetto sociale”.

Tre diverse componenti di sviluppo sostenibile

L’indagine condotta dal gruppo di lavoro di The European House – Ambrosetti ha preso in esame un campione di oltre 200 aziende. Nello studio vengono identificate le sinergie in essere tra trasformazione digitale e le diverse componenti di sviluppo sostenibile. Sotto il profilo della sostenibilità economica, dall’indagine emerge chiaramente che le aziende digitalizzate riescono a ottenere un importante beneficio sulla produttività del lavoro rispetto alle aziende che non hanno ancora implementato percorsi di trasformazione digitale.

Ambiti in cui digitalizzazione aiuta sostenibilità

Invece, per quanto attiene il profilo della sostenibilità ambientale, il gruppo di lavoro ha messo a punto un modello proprietario per stimare il contributo del digitale alla decarbonizzazione. Ebbene, da esso risulta che proprio il digitale sarà una delle armi più importanti per la transizione verde, con un impatto al 2030 addirittura equivalente a quello incrementale delle energie rinnovabili. Complessivamente, infatti, si stima che tra il 2020 e il 2030 il digitale contribuirà ad abbattere fino al 10% delle emissioni rispetto ai livelli del 2019 (37 milioni di tonnellate di CO2 annue).

Digitalizzazione e sostenibilità: modelli di collaborazione

Ed ancora, sotto il profilo della sostenibilità sociale lo studio “Digitalizzazione e sostenibilità per la ripresa dell’Italia” evidenzia come l’adozione di nuovi modelli di collaborazione sia una leva d’azione grazie alla quale le aziende possono contribuire al benessere delle persone, all’inclusione sociale e all’inclusione dei territori. In particolare, dal campione di oltre 200 aziende italiane è emerso che le nuove forme di lavoro a distanza (63,7%) e di collaborazione (59% del campione) sono ritenute le principali leve attraverso cui il digitale può contribuire alla sostenibilità sociale.

“La crisi del Covid-19 ha alimentato il senso di urgenza rispetto alla necessità di una transizione verso forme di sviluppo più sostenibili – ha dichiarato Valerio De Molli, amministratore delegato di The European House – Ambrosetti -, con la crisi climatica e la crescita delle disuguaglianze che sono i due fattori di rischio principali. Il 2021 è un anno chiave per imprimere forti discontinuità rispetto al passato. La digitalizzazione consente un recupero di produttività del lavoro per le imprese più digitalizzate, ma allo stesso tempo le abilita a dare un importante contributo alla sostenibilità”.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità

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