Gli sviluppi della rete 5G in Italia e nel mondo

Aumentano le aspettative verso l’Open RAN e le reti 5G private per le aziende, anche se l’Italia e l’Europa arrivano lente. Cosa dice l'ultimo Osservatorio 5G & Beyond del Politecnico di Milano
Rete 5G: Italia ed Europa sono ancora lente nel b2b

Il livello di copertura della rete 5G su tutto il territorio italiano è in espansione, ma lo sviluppo di progetti B2B è ancora lento. Se tutto va bene, comunque, entro il 2025 il mercato potrebbe valere tra i 40 e i 200 milioni di euro. Nello scenario più positivo, si tratterebbe di valori “piccoli” rispetto alla dimensione complessiva del settore telco. Eppure, in linea con la scala raggiunta da innovazioni ormai pervasive, come il cloud, e con importanti margini di crescita.

Lo dicono i dati dell’Osservatorio 5G & Beyond della School of Management del Politecnico di Milano, che sottolinea gli sviluppi globali dell’ultimo anno. La rete 5G, infatti, è ormai una tecnologia di riferimento soprattutto per industria e mobilità. Un modello di connettività leader per le applicazioni su larga scala geografica. Si sono anche affacciati grandi player, che nel mercato americano offrono reti private, installazione plug & play, integrazione con altri servizi cloud. L’Europa resta un passo indietro, come nel precedente Osservatorio, mostrando però importanti potenzialità.

Rete 5G in Italia: a che punto siamo

Secondo DESI e GSMA Intelligence, a fine 2021 la rete 5G copre tra il 96% il 99,7% della popolazione. Percentuale a primo impatto sorprendente, che ci vede primi in Europa contro il 65,8% della media. Si tratta tuttavia di una fotografia fuorviante, in quanto considera la copertura ottenuta con il cosiddetto “Dynamic Spectrum Sharing”. Ovvero il processo che consente a un operatore telefonico di sfruttare lo spettro di frequenze del 4G anche per il 5G. La copertura 5G Non Stand Alone (NSA) vede invece l’Italia tra gli ultimi Paesi in Ue, con un valore pari al 7,3%.

rete 5G in Italia e nel mondo: gli sviluppi

“Il mercato presenta complessità comuni a tutte le nazioni – spiega Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio 5G & Beyond -. I freni sembrano essere la mancanza di un ecosistema maturo, rispondente alle esigenze di business, la scarsa disponibilità di device industriali per sviluppare use case e la difficoltà nel trovare una value proposition ben definita per giustificare l’investimento iniziale”. Fortunatamente, le azioni intraprese nei primi mesi del 2022 dovrebbero compensare almeno in parte la situazione non uniforme. Gli operatori hanno infatti investito per incrementare all’incirca dell’80% la copertura della popolazione in NSA rispetto al 2021. Un ruolo importante sarà giocato dai grandi progetti sistemici, pubblici o misti pubblico-privato. La transizione alla rete 5G di comparti come forze di polizia, reti ferroviarie e utilities contribuirà a creare massa. Accelerando, dunque, il passaggio dalle sperimentazioni alle applicazioni.

B2B verso soluzioni private

Quali servizi e mercati, dunque, per il 5G? A livello globale si notano movimenti interessanti nei servizi cloud dei grandi player. In Europa questi attori stanno stringendo alleanze con le telco, negli USA stanno invece lanciando offerte indipendenti. Servizi ancora semplici, ma comunque adatti all’attualità. Così, i Cloud Provider iniziano a costruire quel know-how – e il relativo ecosistema di partner – che li proietta come innovatori anche nel campo della rete 5G aziendale. Una certezza, nell’industria, è l’aumento dell’interesse verso le reti radiomobili dedicate o private. Una tipologia già vista in ambito 4G, che con il 5G diventa ancor più strategica.

Le caratteristiche principali delle reti private 5G sono:

  • copertura radio dedicata;
  • utilizzo mirato e garantito delle risorse di rete;
  • possibilità di utilizzare le infrastrutture cloud del cliente per realizzare un’architettura edge.

Vantaggi che fanno da volano per lo sviluppo di servizi e applicazioni finora impensabili.

Rete 5G e Open RAN

Nel dibattito sugli sviluppi della connettività 5G spicca infine il tema dell’Open RAN (Radio Access Network). Si tratta della possibilità di passare da un’architettura di rete monolitica, gestita da un fornitore, a una composta da più blocchi funzionali gestiti da più realtà indipendenti. Disaggregare le funzioni di rete di accesso radio e utilizzare un hardware (server) generico, consente di proteggere maggiormente l’investimento nelle reti 5G. Questo perché si sceglie un sistema nel quale l’hardware è riutilizzabile per applicazioni diverse dalle reti radio. Le funzionalità di rete diventano quindi un puro Opex (Operating Expense), gestibile tramite un sistema di concorrenza tra fornitori di funzionalità software 5G.

C’è di più: la disaggregazione del RAN rende molto più efficiente l’applicazione 5G in termini di consumi energetici. Migliora sia l’alimentazione degli apparati sia i consumi dei sistemi di raffreddamento delle sale che li ospitano.

Vuoi rimanere aggiornato sui contenuti di ElettricoMagazine?
Iscriviti alla nostra newsletter!



Accetto il trattamento dei miei dati personali per la ricezione di newsletter in conformità con la privacy policy del sito

Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
menu linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram