In breve tempo, come del resto accaduto per gli altri standard di trasmissione della telefonia mobile, il termine 5G si è fatto strada nel linguaggio comune. Però ciò non significa che ci sia un’altrettanto diffusa percezione del funzionamento sul territorio e dei concreti vantaggi legati a questa tecnologia. Per questo risultano ancor più utili alcuni dati contenuti nelle nuove analisi di EY relative alle infrastrutture digitali ed energetiche.
Un report dal quale emerge la crescita sostenuta, tra la fine del 2020 e i primi mesi del 2021, delle offerte commerciali 5G in tutto il mondo, con il nostro Paese che non ha fatto eccezione. Infatti, in Italia la copertura 5G della popolazione con almeno tre operatori ha raggiunto il 20%, raddoppiando in un anno, mentre uno degli operatori ha già raggiunto il 91% della copertura attraverso l’attivazione dell’infrastruttura “5G ready”, che raggiungerà il 99% della popolazione entro il 2025.
EY segnala però che nel leggere questi dati bisogna tener conto che non si può più parlare solo di una singola tecnologia 5G poiché l’insieme delle infrastrutture digitali include anche il cloud computing, le reti IoT e la sensoristica, ambiti che peraltro necessitano di ulteriori sviluppi. Un altro elemento di cui tener conto è che queste percentuali di penetrazione del 5G vanno analizzate anche alla luce del gap infrastrutturale di alcuni territori, oltre che commisurate con la capacità di utilizzo dello standard da parte delle aziende e della pubblica amministrazione, settori che dimostrano una certa arretratezza.
La transizione digitale e la transizione energetica sono due sfide interconnesse che devono procedere di pari passo per consentire all’Italia di tornare a correre
In particolare, il 75% delle aziende a livello mondiale dimostra di non avere al momento piena consapevolezza delle potenzialità del 5G e quindi di come utilizzarlo. Da qui – sottolinea l’analisi EY – la necessità di un’azione di sensibilizzazione e di accompagnamento alla trasformazione. Un’accelerazione che deve avvenire sulla base delle attese dei clienti, ma anche e soprattutto in relazione alle necessità delle aziende.
Guardando poi a quanto accade in Italia, soltanto il 31% delle micro imprese afferma di voler utilizzare una connessione 5G al posto del collegamento Internet fisso, mentre il 46% delle PMI sostiene che se ne servirà per migliorare i propri processi aziendali.
Quanto alla conoscenza dei benefici apportati della tecnologia 5G – in termini di abilitazione di servizi innovativi per il consumatore ma soprattutto per le grandi imprese, per l’industria 4.0, per i servizi IoT di Smart Grid, per i servizi Smart City ed altro ancora -, se ne occupa una specifica analisi di EY “Decoding the digital home”, con interviste effettuate ad un campione di oltre 3000 famiglie italiane. Un’indagine da cui emerge che il 5% delle famiglie ha già sottoscritto un piano mobile 5G e un ulteriore 30% delle famiglie è interessato a effettuare l’upgrade.
Ed ancora, il 42% delle famiglie ritiene che le reti di nuova generazione garantiranno una connettività più affidabile e costante in casa e in mobilità, mentre un 24% è convinto che presto utilizzerà la rete 5G come connessione Internet principale per il nucleo familiare. Nel dettaglio, tra i fattori che spingono gli italiani ad optare per una connessione di banda larga mobile ci sono: un canone mensile inferiore rispetto a quello su rete fissa (46%), un segnale più affidabile (40%) ed una velocità di navigazione migliore (39%).
Resta però un 25% di famiglie che dichiara di non essere consapevole delle caratteristiche e dei vantaggi della tecnologia mobile 5G. E nonostante le ripetute rassicurazioni da parte di provider e governo relativamente alla sicurezza della rete 5G, il 31% delle famiglie italiane non sono tranquille nell’utilizzare questi servizi.
Molto interessante, poi, l’analisi territoriale sulla diffusione del 5G. A livello regionale la copertura in Italia risulta poco uniforme, forse – ipotizza l’analisi EY – a causa del sistema produttivo italiano localizzato in modo particolare. E così, tra le regioni maggiormente coperte, in pole position troviamo Valle d’Aosta, Basilicata e Molise (98% copertura), seguite da Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Abruzzo e Calabria (97%).
Una buona diffusione del 5G è stata riscontrata anche in Trentino-Alto Adige, Umbria e Campania (96% copertura), Emilia-Romagna e Liguria (95%), Sicilia (93%), Piemonte (92%). Si scende invece sotto l’80% in Toscana e Lazio (copertura 88%), Lombardia (87%), Sardegna (84%), con la Puglia che occupa l’ultima posizione (76%) .