La sfida degli ospedali? Garantire continuità operativa e servizi efficienti

La natura mission critical delle strutture sanitarie richiede continuità operativa, sicurezza e alta disponibilità dei servizi: la tecnologia è pronta, ma servono strategie d’insieme
Continuità operativa delle strutture sanitarie

Ecosistemi sempre attivi, sicuri ed efficienti: nella continuità operativa si trova il necessario punto d’incontro tra gestione economica e sicurezza dei pazienti nelle strutture sanitarie.

Come ottenerla? Sul piano fisico, i dirigenti possono considerare l’implementazione di reti di alimentazione e reti dati che garantiscano importanti obiettivi di disponibilità. Dove i termini disaster recovery e continuità operativa esprimono concetti diversi ma strettamente correlati tra loro. La garanzia di esercizio in qualunque circostanza rappresenta infatti la conditio sine qua non per le risorse tecnologiche e strategiche messe in campo dalla dirigenza degli ospedali.

Nel caso delle strutture sanitarie, parliamo di infrastruttura fisica dell’alimentazione elettrica, raffreddamento e lato informatico. Elementi strettamente connessi alla sicurezza della vita umana, al risk management e alla redditività dell’ente stesso.

Visione olistica della continuità operativa

Le sfide dei manager della sanità si giocano quindi su tre fattori, intrecciati negli obiettivi di sicurezza e disponibilità delle strutture:

  • conformità ai requisiti normativi;
  • ambiente di alimentazione e ventilazione sicuro e sempre operativo;
  • approccio attento alle nuove strategie di innovazione tecnologica.

La pianificazione parte da una visione olistica del sistema-ospedale, che tiene conto delle modalità di interazione degli impianti critici. In zone sensibili come le sale operatorie, per esempio, diventa fondamentale chiarire l’operatività dell’architettura elettrica, dei software di gestione dell’edificio, degli impianti di riscaldamento, ventilazione e raffreddamento. Senza dimenticare illuminazione, data center, sistema informatico ospedaliero, videosorveglianza, controllo accessi, apparecchiature mediche e sistemi specialistici.

L’incremento della domanda di assistenza sanitaria impone nuove strategie per una gestione più efficiente delle strutture ospedaliere

Risk management su diversi livelli

A fronte di questa complessità, la maggior parte delle strutture sanitarie implementa generatori e gruppi di continuità (UPS) per proteggersi dai blackout. Ma non esiste un’unica soluzione capace di proteggere un intero ospedale: ragioniamo su diversi livelli di protezione, sistemi ridondanti per le aree più critiche e una serie di standard da seguire con rigore.

Nelle strutture sanitarie, infatti, la tolleranza alle interruzioni dell’energia è eccezionalmente bassa. Anche lievi oscillazioni di tensione possono compromettere il funzionamento delle apparecchiature per risonanza magnetica e tomografia computerizzata. In caso di situazioni peggiori, il rischio si estende a macchinari salvavita, sistemi HVAC degli ambienti critici e privacy delle cartelle cliniche.

La sicurezza è nella distribuzione elettrica

Controllo automatizzato impianti elettrici

Normalmente, la distribuzione elettrica ospedaliera è suddivisa in circuiti essenziali e non essenziali. Questi ultimi non richiedono necessariamente una fonte di alimentazione alternativa, mentre quelli “critici” non ammettono interruzioni. L’analisi degli esperti di Schneider Electric, legata alla continuità operativa, si sofferma proprio sugli impianti elettrici essenziali.

Impianti elettrici essenziali: cosa sono e come mantenerli

La categoria comprende circuiti critici per la sicurezza e la vita dei pazienti (es. terapia intensiva e sale operatorie). Rientrano anche illuminazione di emergenza, sistemi di allarme, caricabatterie e tutta l’infrastruttura elettrica necessaria per la continuità delle apparecchiature salvavita.

Le valutazioni sulle condizioni e sulla manutenzione degli impianti di alimentazione sono quindi più che necessarie, e devono tenere conto sia della conformità alle norme elettriche vigenti sia di blackout e altri imprevisti di ogni natura. Nella maggior parte dei casi, la normativa è definita dall’IEC (International Electro-Technical Commission) che stabilisce tre livelli critici e durata massima delle interruzioni nelle strutture sanitarie. La tolleranza dipende poi dall’architettura dell’impianto elettrico e dalla presenza di un generatore di riserva per le zone sensibili. L’accensione di un generatore, infatti, richiede generalmente 30 secondi, durante i quali si richiede un gruppo di continuità. Molti Paesi prevedono inoltre norme di conformità specifiche per la verifica dei generatori, imposte a livello nazionale, locale o anche da organizzazioni private.

Ecco perché i dirigenti di ospedali e cliniche sono tenuti a occuparsi con estrema precisione delle attività di manutenzione. Anzi, servono ulteriori prove da sottoporre agli enti regolatori o da archiviare per motivi di tracciabilità in caso di malfunzionamento. Insomma, una sorta di “scatola nera” con dati elettronici dettagliati che descrivano la sequenza di cause o eventi. Alla luce di tutto ciò, risulta difficile coordinare una verifica manuale completa del sistema, così come diventa complesso misurarne correttamente i risultati.

EPSS per garantire l’alimentazione di emergenza

Proprio per evitare tali complessità, scendono in campo le soluzioni automatizzate di verifica degli impianti EPSS (Emergency Power Supply System). Questi impianti, infatti, sono progettati in maniera tale che una o più fonti di energia alternative possano alimentare la struttura sanitaria in caso di blackout della rete elettrica pubblica. Si tratta normalmente di generatori a gas o a gasolio di taglia tale da poter garantire almeno i carichi di emergenza.

Qui, l’installazione di un sistema di monitoraggio digitale garantisce appunto la conformità alle normative e la disponibilità di una documentazione elettronica precisa. Inoltre, i test automatizzati sono utili per evidenziare problemi durante le simulazioni (e non durante un blackout reale) e dilatano i tempi medi tra i guasti dell’impianto.

Continuità operativa: ecco UPS e volani

Continuità di esercizio in sala operatoria

Entrando nel merito tecnologico della fase emergenziale, durante il passaggio dalla rete elettrica ai generatori, sono necessari gruppi di continuità e volani che fungano da “ponte” fino all’avvio del generatore. Gli UPS sono collegati a una serie di batterie, riservate a questo tipo di trasferimento e ai blackout di breve durata. Sebbene i sistemi di accumulo energetico a volano abbiano costi iniziali superiori agli UPS convenzionali, queste soluzioni presentano caratteristiche preferenziali in ambito ospedaliero in quanto:

  • occupano spazi minori;
  • gestiscono in maniera efficiente i blackout brevi;
  • richiedono meno manutenzione.

Spesso la scelta ricade su UPS statici con batterie convenzionali e unità a volano operanti in parallelo. Si garantiscono così ulteriore protezione per blackout più lunghi e corretto passaggio all’alimentazione del generatore.

In ospedale vince l’integrazione

Il mercato sanitario, in realtà, comprende una vasta gamma di soluzioni. Dagli UPS in standby alle postazioni infermieristiche, dai PC degli uffici, alle soluzioni monofase o trifase per l’alimentazione di riserva delle applicazioni critiche, la strategia dipende dai requisiti della struttura da proteggere.

Quello che conta è l’integrazione delle tecnologie in un’unica piattaforma capace di garantire efficienza operativa e semplicità d’uso. Una soluzione digitale completa come quella implementata da Schneider Electric, che offre la possibilità di comprendere il funzionamento dell’intero ospedale in maniera sintetica e intuitiva, migliorando i processi decisionali in ottica di ottimizzazione e performance.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.

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