Gigafactory in Europa: una corsa vivace, anche in Italia

L’anno da poco cominciato ha registrato una serie di annunci legati alla volontà di aprire gigafactory in Europa. Anche l’Italia dà segnali incoraggianti a questo proposito.
batterie al litio per emobility: nuove gigafactory in Europa

La corsa alle gigafactory in Europa è in pieno svolgimento e nel 2024 da poco cominciato ha già registrato diversi annunci importanti. È una notizia positiva, a livello economico e occupazionale, che conferma una tendenza spinta allo sviluppo di queste fabbriche di grandi dimensioni dove produrre batterie per l’emobility.

Come segnala Benchmark Minerals, in questo decennio a livello globale si prevede di costruire un totale di oltre 160 impianti di celle a batterie agli ioni di litio. La stessa società afferma che attualmente sono 235 quelle attive nel mondo. Inoltre, ha segnalato che dal 2019 e nel giro dei quatto anni successivi sono stati stanziati quasi 300 miliardi di dollari d’investimenti, “spinti dalla rapida crescita del settore in Cina, che ospita il più grande produttore mondiale”.

Alla corsa si è iscritta (finalmente) anche l’Italia. Le novità per il 2024 saranno diverse, quindi. Non potrebbe essere altrimenti, dato che a questa gara è fondamentale partecipare per non essere tagliati fuori. L’UE intende spingere perché si possa guadagnare terreno. L’Asia, con la Cina in testa, è avanti.

Come ha avuto modo di affermare il vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Maroš Šefčovič,  alla European Battery Alliance, nel 2022 gli investimenti totali nell’ecosistema delle batterie dell’UE hanno superato i 180 miliardi di euro e nel 2023 si contavano oltre 160 progetti industriali in atto o in fase di realizzazione, lungo l’intera catena del valore, per un totale di circa 70 GWh di capacità di batterie installate.

Gigafactory nel mondo: uno scenario dinamico

Negli ultimi quattro anni sono stati annunciati investimenti per quasi 300 miliardi di dollari in nuove gigafactory per realizzare batterie agli ioni di litio.

Solo nel 2022, secondo il Gigafactory Assessment di Benchmark, sono stati impegnati investimenti per un totale di 131 miliardi di dollari, con un aumento del 24% rispetto all’anno precedente. La Cina ha rappresentato il 74% dell’investimento totale.

Nel futuro questo trend registrerà una crescita ancor più forte: la stessa società di analisi ha stimato che la produzione globale di batterie agli ioni di litio è destinata ad aumentare di cinque volte entro il 2030 come risultato di questi investimenti.

Il percorso verso le gigafactory in Europa

La corsa delle gigafactory in Europa è partita sette anni fa. Nel 2017 lo stesso Šefčovič aveva promosso la fondazione dell’alleanza europea per sviluppare un’industria europea competitiva sulle batterie. Nel 2020 si è giunti alla costruzione della prima gigafactory europea.

La realtà in questione, Northvolt, aveva ricevuto allora 350 milioni di euro dalla Banca europea degli investimenti. Proprio in questi giorni la BEI ha finanziato con più di un miliardo di euro l’espansione della prima gigafactory europea per la produzione di batterie circolari in Svezia. La stessa istituzione bancaria ha fatto sapere che il “pacchetto di prestiti fa parte di un finanziamento di progetto senza ricorso da 5 miliardi di dollari, il più grande accordo di debito verde mai realizzato in Europa finora”.

L’annuncio è giunto pochi giorni dopo l’approvazione da parte della Commissione Europea di un aiuto di Stato tedesco da 902 milioni di euro per sostenere Northvolt nella costruzione di un impianto per la produzione di batterie per veicoli elettrici in Germania.

L’emobility è un motivo valido per sostenere questa misura: nel 2035 l’UE ha deciso per il bando di immatricolazioni di auto a benzina e a gasolio, virando decisa sull’auto elettrica (gli outsider sono le auto a idrogeno e, con molte incertezze, quelle alimentate con e-fuel).

Cosa succede in Italia

Del quadro in evoluzione delle gigafactory in Europa fa parte anche il nostro Paese. Questo mese il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato una delegazione di ACC-Automotive Cells Company, fondata da Stellantis, guidata dall’amministratore delegato Yann Vincent. L’annuncio dell’incontro è stato dato con un tweet dallo stesso titolare del dicastero su X. Tema dell’incontro: lo stato d’avanzamento del progetto gigafactory e la possibilità di incentivi per lo sviluppo industriale e l’efficientamento energetico dell’azienda.

Sempre a gennaio ha preso il via la fase di testing per la prima linea produttiva di batterie al litio della gigafactory della società Energy in Veneto. Se tutto andrà come deve, a primavera sarà ufficialmente inaugurata. Essa avrà una capacità produttiva fino a 0,8 GWh l’anno.

Non è finita qui: la stessa ACC – che ha varato la sua prima gigafactory in Francia, investendo 850 milioni di euro – ha intenzione di avviare a Termoli, un progetto analogo.

C’è poi da ricordare, in Campania, il progetto portato avanti da FAAM, controllata del gruppo Seri Industrial, presentato come la prima gigafactory del Sud Europa per celle e batterie agli ioni di litio

Per gigafactory che promettono di nascere, c’è anche chi non vedrà molto probabilmente la luce. Si tratta di Italvolt, una delle realtà più grandi d’Europa sulla carta con piani di investimento per 4 miliardi di euro. Avrebbe dovuto sorgere tra Ivrea nell’area ex Olivetti e Termini Imerese e invece si è formalizzata la crisi, come illustra Milano Finanza.

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Andrea Ballocchi

Giornalista freelance, si occupa da anni di tematiche legate alle energie rinnovabili ed efficienza energetica, edilizia e in generale a tutto quanto è legato al concetto di sostenibilità. Autore del libro “Una vita da gregario” (La Memoria del Mondo editrice, prefazione di Vincenzo Nibali) e di un manuale “manutenzione della bicicletta”, edito da Giunti/Demetra.
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