Cominciamo da qualcosa che è necessario mandare giù, anche se ha un sapore che non ci piace per niente. Proprio così, all’interno del Global Overview of the Renewables 2024 – il report preparato da REN21, comunità globale di attori delle energie rinnovabili – c’è una considerazione che è un po’ come una medicina amara da inghiottire.
“Il mondo sta bruciando più combustibili fossili che mai – afferma il direttore esecutivo di REN21 Rana Adib –, le emissioni globali legate all’energia sono in aumento e la domanda di energia sempre crescente non viene pienamente soddisfatta dalle energie rinnovabili. Ciò sta aggravando la crisi climatica e facendo deragliare la transizione energetica”.
Ed ancora: “Stiamo perdendo l’opportunità di costruire società resilienti e inclusive sfruttando appieno le opportunità economiche che sono offerte dalle energie rinnovabili. Dobbiamo anche realizzare dei rapidi miglioramenti in termini di efficienza energetica per poter utilizzare al meglio l’energia che consumiamo”.
Intendiamoci, non stiamo parlando di uno studio che certifica un fallimento. Tutt’altro. A fronte del peggioramento sopra descritto, il rapporto evidenzia anche fattori positivi, come le risposte politiche e gli impegni globali che hanno accelerato la diffusione e l’uso delle energie rinnovabili nel 2023, soprattutto nel settore energetico.
Al riguardo, viene sottolineata la “storica” decisione presa nell’ultima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP28) di triplicare la capacità di energia rinnovabile e raddoppiare i miglioramenti annuali di efficienza energetica entro il 2030. Un accordo che “ha ulteriormente accresciuto l’ambizione e dato slancio alle energie rinnovabili”.
E se, come detto, il settore green non riesce a “star dietro” alla domanda crescente di energia, questo non significa che le fonti rinnovabili non proseguano la loro continua espansione. “Nel 2023 – si legge nel Global Overview of the Renewables –, l’energia rinnovabile a livello globale ha intrapreso un percorso di ripresa e progresso, a fronte di sfide persistenti e disparità tra tecnologie e regioni”.
La stima di REN21 è che le aggiunte globali alla capacità di energia rinnovabile sono aumentate del 36% nel 2023, per raggiungere circa 473 gigawatt (GW), un nuovo record per il 22esimo anno consecutivo. A guidare l’incremento il solare fotovoltaico, che ha rappresentato i tre quarti di tutta la capacità di energia rinnovabile aggiunta l’anno scorso.
Il rapporto evidenzia che la Cina ha continuato a dominare il settore delle energie rinnovabili, aggiungendo nel solo 2023 una quantità di capacità solare fotovoltaica equivalente al totale mondiale di nuovo solare fotovoltaico nel 2022. Una crescita che va però collocata in un contesto in chiaroscuro: il forte aumento della produzione e del consumo complessivo di energia da parte della Cina è stato infatti soddisfatto anche con i combustibili fossili.
Per quanto riguarda l’andamento registrato nell’Unione Europea, la capacità aggiuntiva di energia solare fotovoltaica è aumentata dai 41 GW del 2022 fino ai 56 GW dell’anno scorso, mentre l’aggiunta di energia eolica è stata pari a 17 GW nel 2023, in questo caso con un leggero aumento rispetto all’anno precedente.
Decisamente meno confortante quanto accaduto nel 2023 sul fronte delle emissioni climalteranti. L’imperativo categorico dovrebbe essere quello di archiviare diminuzioni annuali senza soluzione di continuità, ma purtroppo non è così. Infatti, l’anno scorso le emissioni globali di gas serra legate all’energia sono aumentate dell’1,1%, raggiungendo la cifra record di 37,5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica.
E dentro la cattiva notizia ce n’è un’altra: le emissioni derivanti dall’utilizzo di carbone hanno contribuito per quasi i due terzi all’aumento del 2023. Il tutto in un contesto climatico nel quale “la temperatura media della superficie terrestre è risultata di circa 1,2 gradi Celsius più alta rispetto all’era preindustriale, e gli eventi meteorologici estremi, comprese temperature record e ondate di caldo, sono diventati più frequenti”.
Per quanto attiene gli investimenti globali nelle energie rinnovabili, sono cresciuti dell’8% durante l’anno scorso, raggiungendo i 622,5 miliardi di dollari rispetto ai 576 miliardi del 2022. Tuttavia, stanno emergendo delle criticità che hanno già portato a ritardare, o addirittura cancellare, alcuni dei progetti di energia rinnovabile più costosi.
“Il settore delle energie rinnovabili – si spiega nel rapporto –, un tempo spinto dal calo dei costi, dai bassi tassi di interesse e dal sostegno politico, è ora alle prese con problemi alla catena di approvvigionamento. Inoltre, deve operare in un contesto di tassi di interesse in aumento che hanno gonfiato i prezzi e messo alla prova l’impegno dei governi, nonostante gli investimenti e i progressi senza precedenti degli ultimi anni”.
Last but not least, l’andamento dell’occupazione globale nel settore delle energie rinnovabili, che è cresciuta dell’8% nel 2022 (ultimi dati disponibili) raggiungendo un totale di 13,7 milioni di posti di lavoro. Si tratta di un ammontare doppio rispetto a dieci anni prima e rappresenta più di un quinto (21%) di tutti i posti di lavoro nel settore energetico mondiale.
Nel dettaglio, due terzi dell’occupazione nel settore delle energie rinnovabili risultavano concentrati in Asia, e la sola Cina ne ospitava il 41%. Circa un terzo di tutti i posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili fanno riferimento al solare fotovoltaico, per un totale di 4,9 milioni nel 2022. I posti di lavoro nell’energia idroelettrica sono anch’essi aumentati del 2,3%, fino a quota 2,5 milioni.
L’occupazione globale nel settore dell’energia eolica è invece rimasta pressoché stabile attorno a 1,4 milioni di posti di lavoro, con la maggior parte delle posizioni collocate in Cina ed in Europa. Infine, il comparto dei biocarburanti ha mantenuto 2,5 milioni di posti di lavoro, da imputare principalmente al settore agricolo.
In relazione alle prospettive del lavoro green, il rapporto sottolinea un particolare problema: “Il settore delle energie rinnovabili nel suo complesso ha continuato a far fronte a una carenza di lavoratori qualificati, poiché il numero di lavoratori che hanno ottenuto qualifiche pertinenti nel settore delle energie rinnovabili non ha tenuto il passo con la domanda”.