Conto Termico: che cos’è e dati aggiornati sull’andamento dell’incentivo

Il Conto Termico è un incentivo fiscale che copre al massimo il 65% delle spese ammissibili sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il Conto Termico mette a disposizione fondi per 900 milioni di euro all’anno, di cui 200 dedicati esclusivamente alle Pubbliche Amministrazioni.

L’incentivo è stato pensato per impianti di piccole dimensioni, ma i beneficiari possono essere sia pubblici, che privati. Anche nell’ambito privato, purchè si rispettino tutti i requisiti, l’incentivo può essere richiesto sia da utenti domestici che da piccole imprese.

Conto Termico: come si richiede

Il Conto Termico è stato introdotto con il DM 28/12/2012, per essere poi aggiornato con il DM 16/02/2016. Oggi, infatti, si parla di Nuovo Conto Termico o di Conto Termico 2.0, ad indicare l’aggiornamento dell’incentivo. Con il decreto del 2016, si sono modificate le modalità di accesso, si sono allargati i soggetti ammessi e si sono previsti nuovi interventi incentivabili.

Gli interventi ammessi sono quelli dedicati al miglioramento dell’efficienza energetica, la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale e, per le PA, si copre anche il 100% delle spese per la diagnosi energetica e la certificazione APE realizzati contestualmente agli interventi.

L’accesso agli incentivi può avvenire tramite Accesso Diretto, inoltrando la domanda entro 60 giorni dalla fine dei lavori, o tramite Prenotazione per le PA, nel caso in cui gli interventi non siano ancora stati realizzati e si voglia ricevere un acconto. Per semplificare l’accesso degli interventi relativi ad impianti che non superano i 35 kW, il GSE ha stilato un Catalogo degli apparecchi domestici, di cui sono note e garantite le caratteristiche.

pannelli solare termici su tetto

Il ruolo del GSE

Il GSE, il Gestore dei Servizi Energetici, è la società che in Italia si occupa, per volontà dello Stato, di gestire tutte le attività necessarie al conseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, grazie all’efficienza energetica e alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

Il GSE è responsabile della gestione dei meccanismi del Conto Termico, dalla produzione di informazioni per i soggetti interessati, all’erogazione dell’incentivo. Il GSE, infatti, ha dedicato al Conto Termico una specifica sezione del proprio sito, dove si possono trovare informazioni sulla natura dell’incentivo, sugli interventi ammissibili, sulle regole da rispettare, sulle modalità di erogazione dei fondi e anche delle guide pratiche sull’incentivo. Anche il Catalogo degli apparecchi domestici di cui si è detto prima è prodotto e aggiornato dal GSE.

Inoltre, sempre tramite il sito, il GSE raccoglie tutte le domande di accesso all’incentivo, che vengono poi valutate secondo dei procedimenti definiti dalla Legge 241/90. Spetta poi, in caso di esito positivo, al GSE l’erogazione degli incentivi in rate annuali (per un durata compresa tra 2 e 5 anni, a seconda dell’intervento e dalla somma stimata) o in un’unica soluzione (se l’importo non supera i 5000 euro). Infine, il GSE si occupa anche di rendicontare le proprie attività e di comunicare i risultati ottenuti tramite i progetti e i meccanismi messi in atto.

A che punto siamo: i numeri del Conto Termico

Come anticipato, il GSE si occupa di monitorare l’andamento dei meccanismi in atto e di distribuire informazioni in merito. Anche per quanto riguarda il Conto Termico, infatti, un contatore sulla home page del sito del GSE comunica i risultati dell’incentivo. Dall’introduzione dell’incentivo ad oggi le domande arrivate al Gestore dei Servizi Energetici sono state più di 340 mila e si sono erogati circa un miliardo di euro. Di questa somma, la maggior parte è stata destinata ai privati, ma 289 milioni di euro sono stati erogati per interventi sostenuti dalla Pubblica Amministrazione.

Dal 2012, gli incentivi impegnati sia per i privati sia per le PA sono sempre stati di molto inferiori rispetto al tetto massimo stabilito, anche se negli ultimi anni le cifre sono cresciute.

Nel caso delle Pubbliche Amministrazioni, la tipologia di intervento maggiormente incentivato è stata l’installazione di pompe di calore, seguito da diagnosi energetiche e APE ed interventi sull’involucro opaco e trasparente.

Per i privati, invece, i due interventi che hanno ricevuto la maggior parte dei fondi, sono stati l’installazione di generatori a biomasse e di impianti solari termici. Nello specifico, sono quasi 200 mila gli interventi di installazione di generatori a biomasse ammessi e quasi 100 mila quelli per l’installazione di impianti solari termici.

Per quanto riguarda quest’anno, invece, proprio lo scorso mese il contatore è stato aggiornato, mostrando la spesa finora impegnata per l’anno corrente. Nel 2020 sono stati erogati 288 milioni di euro, una cifra che dimostra un aumento delle domande e dei fondi impegnati rispetto al mese precedente, per un totale di 23 milioni di euro.

Della somma totale indicata, 191 milioni di euro sono stati destinati all’incentivazione di interventi privati, mentre 97 milioni sono stati erogati alle Pubbliche Amministrazioni. Per quanto riguarda l’accesso all’incentivo, nel caso delle PA, circa 55 milioni di euro sono stati richiesti tramite Prenotazione, mentre la restante parte con Accesso Diretto.

dati conto termico

I dati aggiornati del Conto Termico – Fonte GSE

Fumjnanti House, la climatizzazione è Mitsubishi Electric

Ubicata sulle colline vicentine e progettata a partire dalle caratteristiche del luogo, Fumjnanti House presenta grandi aperture trasparenti mentre i volumi compatti del fronte di ingresso garantiscono opacità e riservatezza verso la strada di accesso. Un grande porticato mette in comunicazione l’esterno con l’interno passando attraverso vetrate borderless con una perfetta continuità tra pavimento interno ed esterno.

«L’Architettura non deve solo proteggere dagli eventi atmosferici, ma deve anche cogliere la poesia del luogo mettendola a disposizione della famiglia che vi abita» ha dichiarato l’architetto Alberto Stocco di Studio 67, che ha curato e seguito tutti i lavori. Mitsubishi Electric si è invece occupata della climatizzazione dell’edificio.

Fumjnanti House, una struttura votata all’efficienza energetica

Fumjnanti House climatizzazione Mitsubishi ElectricIl volume è racchiuso da un sistema di murature rivestite in parte da cappotto di materiale fibroso e in parte da materiale isolante ricoperto da una facciata ventilata per migliorare le performance estive.

Nonostante le vaste superfici vetrate, l’edificio è di tipo pesante, con una massa muraria molto elevata in grado di regalare un ottimo comfort agli occupanti.

Le imbotti delle finestre, combinate con le caratteristiche di trasmittanza termica, fattore solare e trasmissione luminosa, permettono di sfruttare al meglio gli apporti solari durante la stagione invernale, proteggendo altresì i locali dal sovrariscaldamento estivo degli ambienti interni.

Climatizzazione a basso impatto ambientale

Per il riscaldamento nei mesi invernali, il raffrescamento durante l’estate e la produzione di acqua calda sanitaria durante tutto l’anno è stata scelta una pompa di calore Mitsubishi Electric Ecodan con Hydrobox. In questo modo è possibile evitare di ricorrere all’utilizzo di combustibile fossile o combustibili legnosi. L’acqua calda sanitaria per il fabbisogno di cinque occupanti è prodotta mediante scambiatore a piastre sfruttando il calore specifico dell’acqua accumulata dalla pompa di calore.

L’impianto fotovoltaico contribuisce al mantenimento dell’edificio e comunica con la pompa di calore, riscaldando maggiormente l’accumulo in caso di maggior produzione elettrica rinnovabile. Lo stesso concetto è adottato per gli ambienti interni, i cui materiali fungono da batteria tampone per l’accumulo di energia.
L’impianto di ventilazione meccanica controllata garantisce inoltre una salubrità degli ambienti per gli occupanti con rendimento energetico elevato durante tutte le stagioni dell’anno.

Tantissime funzionalità per i citofoni e videocitofoni AGT

Design compatto e funzionalità per la nuova gamma di citofoni e videocitofoni a cornetta AGT creata da Came. Forma elegante, finitura bianco opaco, spessore di soli 21 millimetri, AGT rappresenta la soluzione ideale sia nel residenziale sia nel terziario grazie alle funzionalità aggiuntive, che lo rendono flessibile.

Tutti i modelli della gamma sono dotati di un microtelefono che assicura elevata qualità sia dell’audio in chiamata sia della suoneria, mentre il display a colori ha un’ampiezza di 5 pollici, con una risoluzione di 480×272 pixel per immagini chiare e luminose. Gli schermi sono dotati di interfaccia OSD per regolare la luminosità, il contrasto e i colori tramite pulsanti soft-touch.

La gamma AGT è dotata di una cornetta robusta con aggancio magnetico, senza elementi meccanici soggetti a usura, per evitare di lasciare inavvertitamente la chiamata aperta. La gestione della suoneria può essere controllata mediante i pulsanti sul dispositivo, mentre un LED bianco o rosso fornisce un indicatore visivo delle funzioni attive.

Gamma AGT: tante funzionalità

citofono AGT CameGrazie alle molteplici funzionalità, la gamma AGT è adattabile a diverse esigenze e contesti:

I modelli AGT sono adatti per reception e uffici in quanto possono essere dotati di un supporto da tavolo in plexiglass.
Sono disponibili sia nella versione multifilare 200 sia a 2 fili X1. In particolare quest’ultima implementa – per i modelli video – soluzioni integrate per garantire la fruibilità anche a persone che soffrono di disturbi all’udito o alla vista.

Facilità di installazione

La gamma di citofoni e videocitofoni a cornetta AGT si caratterizza per facilità di installazione. Progettata per il montaggio a parete, non necessità di alcun lavoro di muratura, è sufficiente l’installazione di una staffa. Una volta montato il supporto al muro, il ricevitore si fissa grazie al sistema di innesto rapido.
I modelli 2 fili X1 sono dotati di una morsettiera estraibile che ne facilità la connessione.

In caso di retrofitting, la superficie occupata dai nuovi modelli è leggermente maggiore rispetto alla precedente serie AGATA, nascondendo così le imperfezioni della parete al momento della sostituzione.

Rapporto Cresme sull’impiantistica: tra covid e realtà

Raccontare il mercato degli impianti e delle costruzioni, oggi, è una sfida alla complessità dell’economia globale. Con questa mission l’ultimo rapporto Cresme sull’impiantistica fotografa la dicotomia tra mondo pre e post lockdown. Un settore dove il rimbalzo è fattibile, ma resta ben ancorato alle criticità del momento.

La vera certezza sta nella necessità di guardare avanti, solcando il “new normal” degli obiettivi di efficienza, sostenibilità e innovazione tecnologica degli edifici. E nella voglia di ritrovarsi a condividere sinergie per rilanciare l’intera filiera, come in occasione dell’incontro dedicato al 6° Rapporto congiunturale e previsionale: Il Mercato dell’Installazione Impianti in Italia 2020/2023. “Torniamo a dialogare con la nostra community di business promuovendo il format digitale di questo evento tradizionalmente inserito nel convegno di apertura di Mostra Convegno Expocomfort – commenta Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia -. Un primo passo nel percorso di avvicinamento all’edizione 2022 che punta a sostenere la ripresa delle aziende e dei professionisti dell’integrazione impiantistica”.

Come va il mondo? Il contesto economico

L’elaborazione del rapporto Cresme sull’impiantistica si colloca in un contesto macroeconomico molto particolare. L’emergenza covid ha infatti stravolto i mercati con numeri pesantissimi: dal -4,9% sul Pil globale previsto dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi) per il 2020 al più pessimistico -6% dell’Ocse.

Come va in Italia? La flessione stimata dal Fmi è del 13%, ma dovremo attendere l’autunno per capire le dimensioni di questa crisi, i cui confini sembrano potenzialmente superare la situazione del 2009. Certamente il 2021 sarà l’anno del rimbalzo, ma per recuperare quanto perso bisognerà attendere il 2022.

Crisi e rimbalzo nel rapporto Cresme sull’impiantistica

Le sfide del settore installazione oscillano dall’impatto del covid alle opportunità del superbonus. “Il mercato delle costruzioni e degli impianti è profondamente cambiato – esordisce Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme -. Guardando il bicchiere mezzo pieno, l’Italia si conferma ai vertici del mercato impiantistico europeo e il settore occupa una posizione di maggiore rilievo nel contesto dell’edilizia”. Ma vediamo cosa sta accadendo nel mondo, in Europa e nel nostro Paese.

L’edilizia arranca

-4,7%, ovvero il doppio della crisi del 2009, è il tasso di caduta del settore delle costruzioni nel 2020. Ma gli scenari con segno meno variano nelle diverse nazioni: dal -9% dell’Europa al -11% del Sud America, fino al -4% del Nord America. Le riprese del 2021 difficilmente riempiranno interamente il vuoto generato dall’emergenza covid. Quanto al fronte asiatico, la Cina scende del 2,8% e l’India del 3%, con previsioni di un buon rimbalzo il prossimo anno. Meno bene i principali Paesi BRIC: nel 2020 le costruzioni scendono del 13,6% in Brasile e dell’8,4% in Russia.

La situazione europea è abbastanza eterogenea, con il “piccolo” -2,5% della Germania e il -7% dell’Italia, messa decisamente meglio di Francia, Spagna e Regno Unito (addirittura al -25%).

6° Rapporto Cresme: valore impianti in Europa

Gli impianti contano

Restringendo il focus al solo segmento degli impianti, l’Europa registra nel 2020 una perdita dell’8,3%. Passiamo infatti dai 437,1 miliardi di euro del 2019 a 401 miliardi previsti quest’anno, dopo cinque anni di crescita costante. Interessante, tuttavia, la “classifica” del mercato dell’impiantistica e le relative performance rispetto al 2019.

Nelle prime sei posizioni troviamo:

Tutto sommato il nostro Paese tiene e si conferma secondo mercato impiantistico in Europa. Il trend si lega anche al crescente peso di questa categoria produttiva nel mondo delle costruzioni. Anche qui siamo secondi con uno share del 32,9% nel 2019, meno lontani di un tempo al 34,5% della capolista Germania.

L’export prova a tenere

Naturalmente negative anche le esportazioni dei prodotti per l’impiantistica. Partendo da un 2019 sempre dominato dalla Germania, con 55 miliardi di euro, seguita da Italia con 17,6 miliardi e Francia con 13,6 miliardi, la flessione dei primi cinque mesi del 2020 è abbastanza omogenea. Nell’intervallo medio di decrescita tra il 6% e il 7%, il -6,3% dell’export italiano è leggermente migliore delle due “compari”, ma si aggiunge alla frenata dello 0,1% già registrata nel 2019.

6° Rapporto Cresme: la situazione degli occupati nel settore impiantiLa struttura dell’offerta italiana

Entriamo nel vivo del contesto italiano dell’installazione partendo dalle sue specifiche strutturali. Tra 2008 e 2017 (ultimo anno di aggiornamento disponibile), il numero delle imprese legate alle costruzioni è passato da 634.988 a 502.775 realtà. Tradotto, la crisi del 2009 e le relative recrudescenze hanno “abbattuto” il 20% degli operatori del settore. Meno pesante la flessione dell’impiantistica: da 154.484 a 143.869 imprese. Un -6,9% incoraggiante rispetto ad altri segmenti.

Anche l’occupazione fa ben sperare: nel 2008 si contavano 546.335 lavoratori, scesi a 475.951 nel 2017. Una riduzione del 12,9% non assimilabile a quella di altri segmenti delle costruzioni, con picchi che superano il 40%. “Si tratta di un segnale importante – precisa Bellicini -, perché questo dato copre il 36,2% di chi nel 2017 risultava impiegato nel settore delle costruzioni. Non solo, le imprese impiantistiche sono mediamente più grandi e strutturate rispetto al mondo edile in generale”.

Report Cresme sull’impiantistica: scenari 2020-2022

Cosa ci riserva il futuro? Nessun miracolo, secondo il Cresme. La chiusura forzata dell’economia ha comportato uno scenario di mercato difficilmente recuperabile entro l’anno. Lo conferma l’analisi del settore impiantistico residenziale su dati quantitativi 2019-2020, sviluppata in collaborazione con Assotermica. Il nostro “annus horribilis” era partito bene, con gennaio al +8,1% e febbraio al +5,8% sul 2019.

Poi, la discesa libera del lockdown:

Criticità simili anche per l’impiantistica non residenziale, con ulteriori incognite sui tempi di rimbalzo.

6° Rapporto Cresme: impianti di climatizzazioneDinamica della climatizzazione

Guardando alla sola climatizzazione ambientale (riscaldamento e raffrescamento), le stime Cresme su dati di Assotermica e Assoclima indicano per il 2020 una flessione del 7,3%. Ovvero si passa da 3.135.263 impianti installati nel 2019 agli attuali 2.905.677. Come andrà? Il rimbalzo più verosimile riguarda il 2022, quando si prevede un ritorno a 3.212.367 interventi.

Impianti termici e raffrescamento

Interessante la distinzione tra le due categorie del clima. Ad avere la peggio gli impianti termici, con una caduta -12,7%, da 1.524.789 a 1.331.302 installazioni. Qui, la stima di 1.513.979 impianti nel 2022 non basta a recuperare le performance del 2019.

Migliore il quadro complessivo del raffrescamento, con un -2,2% sul 2019 che rende meno impossibile la completa ripresa nel prossimo biennio. Si passa da 1.610.474 a 1.574.375 impianti, con l’obiettivo di tornare a 1.698.388 installazioni nel 2022.

Il futuro chiede efficienza

Ultimo focus, il tasso di intervento per tipologia di impianto nel periodo 2020/2022. Un dato ipotetico che comprende sia il retrofit sia le nuove installazioni.

Eccone la ripartizione residenziale su sei categorie:

“Ci auguriamo un biennio di visione strategica nel settore impiantistico – commenta Carmine Battipaglia, Presidente CNA Installazione Impianti, durante la tavola rotonda organizzata da MCE -. Il 70% dello stock edilizio italiano risale a prima degli anni sessanta e necessita di riqualificazione. L’efficientamento di tali strutture passa su tutti i canali che ci riguardano, dal comfort alla gestione enrgetica”.

Non dimentichiamo, infine, gli obiettivi rinnovabili del Pniec. Ci sono gap da colmare e tanto lavoro da fare, soprattutto nelle comunità energetiche e nell’evoluzione degli smart building. Il superbonus darà una spinta importante a questo processo, rivitalizzando al business dell’installazione.

Le quattro parole chiave del Superbonus spiegate da ENEA

Non solo continua a tenere banco, ma promette di farlo per i mesi e gli anni a venire, specie se il governo lo trasformerà da un provvedimento a tempo in una misura strutturale (è argomento di questi giorni). Stiamo parlando naturalmente del Superbonus al 110%, autentica chiave di volta, almeno sulla carta, per l’affermazione della green economy nell’edilizia privata del nostro Paese.

Sulla carta perché siamo pur sempre in Italia, con tutti i relativi “agguati” compiuti dalla burocrazia per complicare l’applicazione pratica di un provvedimento così importante. Ben vengano, dunque, iniziative come quella di Fiera Bolzano, in collaborazione con l’Agenzia CasaClima, che ha deciso di organizzare un ciclo di webinar per chiarire tutti i dubbi, e purtroppo al momento non sono pochi, relativi al Superbonus.

Normativa sempre più complessa

Ilaria Bertini - Enea

Ilaria Bertini, ENEA

Nel primo di questi webinar, dedicato agli aspetti tecnici del provvedimento, c’è stato l’interessante intervento di Ilaria Bertini, direttrice del dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica di ENEA, che ha innanzitutto confermato come il Superbonus sia attualmente una materia impervia: “Siamo di fronte ad una normativa che purtroppo ogni giorno aggiunge nuove elementi divenendo sempre più complessa. Anche per questo dentro l’ENEA si è creato un gruppo di lavoro che praticamente si occupa soltanto dei meccanismi d’applicazione del Superbonus. Un team peraltro composto da persone con grandissima professionalità”.

Complicazioni che comunque non mutano il giudizio di fondo della manager Enea sul provvedimento: “Siamo di fronte ad un tipo di misura che, comunque la si guardi, gli inglesi definiscono come win-win, ovvero i cui enormi benefici possono andare a vantaggio di tutta la filiera interessata, a partire ovviamente da chi lavora nell’edilizia per arrivare ai cittadini che potranno vedere le loro case rinnovate e riqualificate. Non a caso tutte le associazioni di categoria hanno espresso la loro soddisfazione per l’adozione di questo provvedimento”.

Il Superbonus al 110% non si sostituisce alle leggi già vigenti

Entrando nel merito, la responsabile dell’Enea ha parlato di quattro parole chiave relative agli aspetti tecnici del Superbonus:

  1. Interventi “trainanti”,
  2. Interventi “trainati”,
  3. Requisiti,
  4. Asseverazioni.

Non senza ricordare che “il Superbonus non si sostituisce e non si sostituirà mai alle leggi vigenti, ma aggiunge delle procedure che si vanno a sommare alle situazioni già in essere. In particolare, ricordiamoci che continua ad essere vigente il precedente Ecobonus, anch’esso caratterizzato da importanti agevolazioni”.

Ilaria Bertini ha poi illustrato quello che è il meccanismo generale di funzionamento del provvedimento utilizzando, appunto, le quattro parole chiave: “L’incentivo individua tre tipologie di interventi trainanti (isolamento termico, sostituzione impianti di climatizzazione, antisismica), senza l’effettuazione dei quali non è possibile accedere al recupero del 110% delle spese. Una volta decisa l’effettuazione di uno o più di questi interventi, allora è possibile portarsi dentro il Superbonus anche una serie di lavori correlati, per questo definiti come interventi trainati”.

2 requisiti necessari da rispettare nel compimento dei lavori

Per quanto riguarda i requisiti necessari, se ne contano fondamentalmente due: “Da un lato, c’è la necessità da parte di un tecnico di verificare che il progetto realizzato, per il quale si chiede la detrazione fiscale, comporti il salto di almeno due classi energetiche a livello di edificio. Dall’altro lato, le spese che vengono effettuate per il compimento dei lavori devono rispettare determinati requisiti, ovvero essere compatibili con i prezzari regionali. Qualora quest’ultimi non comprendano la tipologia di intervento effettuato, allora si può fare riferimento alle guide sui prezzi informativi dell’edilizia del DEI che i professionisti ben conoscono”.

L’ultima parola chiave, come detto, è Asseverazioni. “Ad effettuarle – ha spiegato la dirigente – sono dei tecnici abilitati che devono certificare il rispetto dei requisiti richiesti e la corrispondente congruità delle spese sostenute. Per facilitare il loro compito, come ENEA abbiamo pensato ad una compilazione online, questo anche per rendere più omogenee possibili le asseverazioni inviate. Al riguardo, l’ENEA dovrà effettuare almeno il 10% di controlli documentali e in sito sul totale delle asseverazioni ricevute”.

superbons - le asseverazioni - fonte Enea

Il possibile allungamento dei termini oltre la fine del 2021

Infine, la considerazione di Ilaria Bertini relativa alla possibile, se non probabile, estensione temporale della durata del Superbonus, al momento fissata fino al 31 dicembre 2021: “Nel leggere il testo del provvedimento, sappiamo che un’osservazione fatta un po’ da tutti è stata: il termine è troppo breve per i lavori che si devono fare. Dobbiamo però tenere presente che tanto più questa misura verrà applicata con risultati positivi nel rispetto delle norme, tanto più sarà agevole dimostrare che il provvedimento merita di essere esteso temporalmente”.

Servizi digitali per garantire la business continuity

Da Schneider Electric, un’offerta di servizi digitali di assistenza e consulenza per supportare le aziende nel garantire la business continuity necessaria come leva competitiva. Un vero e proprio percorso che permette di identificare i rischi, mitigarne l’impatto e ottenere una maggiore agilità.

“Essere opportunamente strutturati e preparati per affrontare qualsiasi evento o scenario possibile, permette alle aziende di evitare conseguenze molto gravi per il business. – evidenzia Giancarlo Terzi, VP Field Services di Schneider Electric – Anche se ci sono problemi che sono al di fuori del nostro controllo, questo non significa che non si possano prevedere, valutare e mitigare gli impatti”.

La proposta Schneider Electric si focalizza sul sistema di distribuzione dell’energia, cuore pulsante di ogni industria. Si tratta di un’offerta per le aziende “elettro intensive” ed “elettro sensitive”, quelle aziende che consumano grandi quantità di energia e che hanno necessità che il sistema di distribuzione elettrica sia sempre completamente operativo. Per molti comparti come ospedali, farmaceutici, food & beverage sono necessari livelli di affidabilità pari al 100%, l’eventuale interruzione dell’alimentazione elettrica è una problematica altamente critica.

4 step per la business continuity

“È indispensabile avere una solida strategia e fare uso di tutte le tecnologie digitali che oggi consentono una maggiore resilienza – aggiunge Giancarlo Terzi -, ma anche avere una capacità di analisi veloce, efficace ed agile che consenta di prendere le decisioni più opportune sulla base di dati concreti e puntuali. Identificando i processi vitali per l’azienda, si possono quindi stabilire le priorità e le strategie che permettono di operare e prosperare in qualunque situazione”.
Schneider Electric propone un approccio per garantire sia la continuità di business sia la completa operatività in quattro step:

  1. audit e valutazione dei rischi,
  2. definizione della strategia,
  3. implementazione,
  4. monitoraggio continuo.

Valutazione delle performance e dei rischi

Il primo step è sicuramente effettuare un’analisi del sistema di distribuzione elettrica per comprenderne lo stato e le esigenze. Attraverso una visita ispettiva è possibile identificare i possibili rischi di sicurezza per le persone e le cose, eventuali carenze rispetto a quanto prescritto dalle norme vigenti. Inoltre è fondamentale valutare le condizioni operative che possono incidere sulla continuità (problemi di manutenzione, ricambi, elementi obsoleti etc.).

Definizione della strategia

Effettuato l’audit, Schneider Electric stila una relazione completa con una precisa valutazione del rischio e presenta una proposta di mitigazione basata su strategie di manutenzione e soluzioni di modernizzazione.

Implementazione della strategia

Il passo successivo per assicurare la business continuity è implementare tutti quei processi in grado di migliorare la manutenzione preventiva e correttiva e procedere con gli interventi in grado di assicurare efficienza operativa, affidabilità e ovviamente prevedibilità anche dei costi. Schneider Electric fornisce un servizio su misura che consente al cliente di ottimizzare CapEx ed OpEx rispetto agli asset critici e di assicurarsi, alla sostituzione, soluzioni testate, validate e collaudate.

Monitoraggio continuo

La gestione degli impianti elettrici è una sfida impegnativa: è fondamentale sapere quando effettuare le manutenzioni e prevenire eventuali malfunzionamenti. Inoltre, in caso di guasto è necessario intervenire tempestivamente individuando e risolvendo la causa del problema. Tra le esigenze cresce la richiesta di avere a disposizione un supporto specialistico da remoto e poter essere affiancato da persone con competenze tecniche.

EcoStruxure Asset Advisor

Schneider Electric come Solutions Provider è in grado di supportare i clienti in tutte le fasi e propone nei piani di servizio, l’accesso al Connected Service Hub (CSH), una centrale operativa costituita da specialisti service in grado di supportare il cliente in tutto il ciclo di vita della sua infrastruttura. Grazie a piattaforme cloud, analytics, software specifici, realtà aumentata, il CSH è in grado di erogare servizi digitali come EcoStruxure Asset Advisor, attraverso il quale può monitorare – 24 ore al giorno e 7 giorni su 7 – i sistemi connessi, trasformando i dati raccolti in informazioni utili per migliorare il processo decisionale.

EViaggio cancella l’incubo dell’auto con le batterie scariche

In the middle of nothing: è espressione inglese che tradotta quasi alla lettera significa nel bel mezzo del nulla, a descrivere lo smarrimento totale che si può provare in certe situazioni. Ed è proprio la paura di ritrovarsi un bel giorno in tale condizione, con la batteria completamente scarica lungo una strada sperduta, uno dei fattori che più frena, magari inconsciamente, l’acquisto di un’auto elettrica. Ebbene, da un’idea di un giovane ingegnere informatico italiano ha preso forma una piattaforma Internet, denominata EViaggio, che rappresenta un autentico antidoto alla “fobia” dell’esaurimento della carica.

“Viaggiando molto e possedendo un’auto elettrica – racconta il fondatore di EViaggio, Nicola Carlon – mi sono trovato spesso a dover scegliere un albergo con ricarica per essere più tranquillo negli spostamenti e non stressare la batteria con costose ricariche veloci. Per scegliere gli hotel e ristoranti mi affido sempre a siti come booking.com e TripAdvisor, ma in entrambe le piattaforme non è chiara la questione ricarica. In particolare ho notato che molti hotel che dichiarano un servizio di ricarica per veicoli elettrici in realtà intendono biciclette e monopattini”.

Necessità di aggregare hotel e ristoranti in chiave di mobilità elettrica

eviaggio mappaE non mancano nemmeno gli episodi limite, come “l’hotel che aveva indicato come sua la colonnina situata in un parcheggio pubblico adiacente, senza però saper dire di che connettori era dotata…”. Plurime esperienze di viaggio, comprese le ricariche notturne con improbabili collegamenti alle prese a parete degli alberghi, che hanno reso sempre più evidente la mancanza di uno strumento per aggregare, in chiave di mobilità elettrica, gli hotel e i ristoranti verificati dagli utenti.

“Tra le tante app di ricerca delle colonnine – spiega Carlon – mancava qualcosa di dedicato esclusivamente ai destination charger, dove anche il gestore potesse rivendicare la sua struttura, aggiornare le informazioni e rispondere alle recensioni. Così è nato EViaggio, una piattaforma che permette di aggiungere destinazioni e compilare una serie di campi utili per chi viaggia in elettrico come il tipo di connettore, la potenza erogata, la gratuità o meno del servizio e la compatibilità con le auto delle varie marche”.

Le caratteristiche principali della piattaforma EViaggio

Tra le caratteristiche di EViaggio c’è la possibilità di aggiungere anche i link di Booking.com e TripAdvisor relativi alla struttura dotata di colonnina/e “proprio perché è sempre utile leggere le recensioni degli utenti “non elettrificati” essendo molti di più”. Inoltre, le destinazioni si possono recensire ma anche rivendicare. Questo significa che i gestori possono acquisire la loro pagina sul sito, aggiornare le informazioni e rispondere alle recensioni come nelle piattaforme più conosciute.

Un altro aspetto sottolineato da Nicola Carlon è la gratuità del servizio, sia per gli utenti che per i gestori: “Lo scopo di EViaggio non è il lucro ma creare una community aperta e indipendente. Attualmente non ci sono nemmeno ads. La piattaforma è in espansione (ha già più di 1300 destinazioni) ma ha bisogno dell’aiuto di tutti per affermarsi, nella speranza che un giorno non serva più perché tutti si saranno dotati di colonnina”.

Illuminazione sportiva LED: come cambia l’arena di Nantes

Tornare in tribuna, dopo l’emergenza, per vivere partite e competizioni sotto tutt’altra luce. La nuova illuminazione sportiva LED dell’arena Mangin-Beaulieu di Nantes è pronta ad accogliere atleti e appassionati per migliorarne le esperienze di gioco.
Era proprio questo l’obiettivo di Performance iN Lighting e dei progettisti di ALBDO chiamati a ripensare l’impianto, ormai obsoleto e dispendioso, del complesso sportivo francese.

Efficienza e qualità nell’illuminazione sportiva LED

Partiamo dalla location: l’arena sportiva ospita attività legate a molteplici discipline sportive con 2.500 posti a sedere. Come in ogni contesto di intrattenimento “live”, la luce gioca un ruolo fondamentale nel regalare agli spettatori il meglio della fruibilità dell’evento.

L’illuminazione è una delle componenti fondamentali di un impianto sportivo a regola d’arte

Ecco perché i manager della struttura hanno deciso di intervenire sul sistema di illuminazione, realizzato trent’anni fa, affidando allo studio ALBDO il compito di progettare una riqualificazione illuminotecnica “perfetta”. Ovvero una soluzione orientata al risparmio energetico, al comfort visivo e al rispetto delle normative vigenti.

Tante esigenze, un proiettore LED

La priorità era illuminare adeguatamente spalti e campo da gioco, senza dimenticare l’intrattenimento luminoso pre partita. Da un lato la necessità di rendere più piacevole l’attività sportiva, pensando alle discipline che richiedono l’abbattimento di ombre o abbagliamenti, dall’altro un sistema adatto alle riprese video, per evitare l’effetto di flickering.

Nel caso di Nantes, gli spazi comprendevano:

La soluzione alle complessità progettuali? 34 proiettori Square Pro CG DMX a LED da 1.000 W, con diverse ottiche e RIC (indice di resa cromatica) 90, ideale per le riprese televisive.

Illuminazione sportiva LED su spalti e campo da gioco

Flessibilità e scenari di luce smart

Il nuovo impianto illuminotecnico installato nel centro sportivo francese garantisce 1.000 lux per la pallavolo, 1.200 lux per la pallamano. Inoltre, risponde efficacemente a tutte le tipologie di pratica sportiva: tempo libero, allenamento professionista e competizioni regionali.

Alla qualità della luce si unisce il controllo intelligente delle sorgenti luminose, caratteristica di tanti progetti targati Performance iN Lighting. Con l’aggiunta di un sistema di comando, infatti, tutti i proiettori vengono gestiti tramite protocollo DMX. Nascono così diversi scenari di illuminazione fissi (25 scenari pre configurati da attivare tramite consolle in poche mosse), con effetti dinamici adatti a ogni esigenza coreografica.

Il risultato c’è e si vede

La riqualificazione illuminotecnica dell’arena ha centrato gli obiettivi. Tra i vantaggi tangibili dell’intervento:

Insomma, una luce di qualità che consuma meno energia e dura nel tempo. Un progetto in grado di migliorare la user – experience in campo, sugli spalti e davanti alla tv di casa.

Easy Config System per configurare i sistemi di monitoraggio

Il nuovo software Easy Config System sviluppato da Socomec assicura una configurazione più rapida, affidabile e flessibile dei sistemi di monitoraggio. Include dashboard di visualizzazione con dati in tempo reale per rilevare potenziali errori di cablaggio o di configurazione in fase iniziale durante la messa in servizio. Consente di configurare più dispositivi contemporaneamente.

Grazie al software Easy Config System è possibile salvare e modificare le proprie configurazioni e copiarle da un dispositivo a un altro o da un sistema a un altro. Il nuovo software non disinstalla la precedente versione di Easy Config dal computer, che è quindi possibile continuare ad utilizzare se necessario.

3 plus del software Easy Config System

  1. Più veloce, con la configurazione di più prodotti simultaneamente, grazie ad un approccio sistemico
  2. Più affidabile, con l’eliminazione degli errori di cablaggio grazie a dashboard personalizzate in tempo reale
  3. Più flessibile, grazie alla connessione locale tramite cavo USB o remota tramite rete Ethernet

Le nuove centraline di controllo ATyS C55/C65 e i nuovi gateway DIRIS Digiware M-50/M-70 sono compatibili soltanto con il nuovo software.

4 step per una nuova era per l’operatività degli edifici

Ormai è evidente: il settore dell’edilizia è cambiato definitivamente a causa dell’epidemia che negli ultimi mesi ha richiesto nuove soluzioni di sviluppo e gestione degli edifici e un nuovo modo di lavorare. Mentre si cerca di tornare alla normalità nel più breve tempo possibile, è necessario ripensare gli edifici in cui viviamo e lavoriamo per renderli più sicuri e più sani. Cambia l’operatività degli edifici, alcuni potrebbero non garantire più gli stessi livelli di occupazione e molte persone chiederanno di continuare a lavorare da casa in modo permanente. Ma, soprattutto, la connettività di uffici e aziende ha superato le mura dell’edificio per estendersi fino al posto di lavoro degli smart worker: i mesi trascorsi hanno accelerato la trasformazione degli edifici in edifici connessi digitalmente.

Quattro obiettivi per edifici più sicuri

È necessario ripensare a distanze fisiche, gestione dello spazio, ricambio d’aria ed efficienza operativa: sfide operative per le quali ci sono già soluzioni. Non partiamo da zero.
Per ritrovare una nuova normalità all’interno degli edifici, i proprietari e i facility manager hanno la necessità di rispondere ad alcuni temi chiave:

  1. gestione in sicurezza dello spazio
  2. potenziamento del benessere degli occupanti
  3. coinvolgimento delle persone attraverso comunicazioni trasparenti
  4. efficienza operativa mirata

4 step per una nuova era per l’operatività degli edifici

Gestire lo spazio e il distanziamento

Nel momento in cui si rientra negli edifici, nascono domande relative all’occupazione delle sale riunioni e degli uffici, e si valuta se le scrivanie sono distanziate a sufficienza. Nasce cioè il bisogno di monitorare e gestire il distanziamento sociale.
Fortunatamente non è necessario eseguire questo monitoraggio manualmente: esistono strumenti digitali per la gestione dello spazio e l’ottimizzazione della forza lavoro utili per tenere sotto controllo la corretta distanza sociale, le soglie di occupazione e i requisiti delle attrezzature. Strumenti che supportano nell’adattarsi a nuove norme, regolamenti, linee-guida e policy aziendali.

Benessere delle persone

Il secondo step è quello di assicurare all’interno degli edifici un’aria salubre, incrementandone la sicurezza e la qualità. Anche in questo caso la tecnologia viene in aiuto con strumenti di monitoraggio e analisi basati su dati in tempo reale che consentono di dare risposte veloci e mirate. È possibile infatti:

Inoltre, installare comandi touchless ed effettuare la sanitizzazione periodica sono ulteriori risposte per vincere questa sfida.

gestire occupazione uffici

Coinvolgere le persone

Se da un lato è importante rendere gli edifici più sicuri, dall’altro è fondamentale comunicare sicurezza e offrire informazioni sullo stato dell’edificio e sui miglioramenti tecnologici apportati. Utile anche condividere i livelli di occupazione, in modo da fornire alle persone indicazioni precise sulle postazioni da utilizzare, implementando la rotazione tra casa e ufficio durante le fasi di ritorno alla normalità.

Grazie ad apposite app è possibile fornire aggiornamenti puntuali, assistere il personale tramite il tracciamento dei contatti e consentire una navigazione più semplice all’interno dell’edificio.

Efficienza operativa

Ovviamente il processo di adattamento alla nuova normalità non riguarda solo le persone, ma significa sfruttare le peculiarità dell’edificio e utilizzarne al meglio le risorse. L’obiettivo è ottimizzare l’uso dell’energia e aumentare comfort ed efficienza energetica.
La digitalizzazione e le nuove tecnologie consentono di monitorare e gestire gli impianti presenti: i sistemi HVAC possono incrementare la ventilazione e intervenire sul controllo di temperatura e umidità, mentre l’infrastruttura elettrica può gestire al meglio l’energia in funzione delle presenza nell’edificio.

Quattro obiettivi, una soluzione per l’operatività degli edifici

Raggiungere questi quattro obiettivi può sembrare una sfida complessa e difficile da vincere: quante soluzioni e quanti prodotti sono necessari? Con chi bisogna interfacciarsi? Come sfruttare al meglio le tecnologie e fare in modo che comunichino tra loro?

La risposta è nella digitalizzazione. Unisce infatti persone e sistemi all’interno dell’edificio per assicurare un controllo di tutti gli impianti e delle relative variabili.

Fortunatamente non è necessario “assemblare” una serie di soluzioni frammentarie. Schneider Electric offre EcoStruxure for Building, un’unica architettura multi-livello che soddisfa tutti e quattro gli obiettivi. EcoStruxure unisce il sistema di gestione dell’edificio, la distribuzione dell’energia, l’IT e altre infrastrutture chiave in un unico sistema che consente di identificare eventuali malfunzionamenti, potenziare l’efficienza e le performance.