Superbonus 110%: Decreto Asseverazioni e Decreto Requisiti Ecobonus

Il superbonus 110% è operativo: sono stati firmati il Decreto Asseverazioni e il Decreto Requisiti Ecobonus.

Il primo decreto attuativo, il Decreto Asseverazioni, è relativo alla modulistica e alle modalità di trasmissione dell’asseverazione agli organi competenti (tra cui Enea, per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici previsti dal decreto Rilancio).

Il secondo decreto, Decreto Requisiti Ecobonus, definisce i requisiti tecnici e massimali di costo per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici agevolati da ecobonus, bonus facciate e superbonus 110%.

Superbonus 110%: il Decreto Asseverazioni

superbonus MiseCon questo provvedimento viene definita la modulistica per le modalità di trasmissione dell’asseverazione, e diventa operativa la procedura inerente le verifiche e gli accertamenti delle attestazioni e certificazioni infedeli.

“L’asseverazione potrà avere ad oggetto gli interventi conclusi o in uno stato di avanzamento delle opere per la loro realizzazione, nella misura minima del 30% del valore economico complessivo dei lavori preventivato” si legge nella nota del Ministero.

Il Decreto Asseverazioni definisce i contenuti dell’asseverazione tecnica e fornisce i due modelli da utilizzare per l’asseverazione:

Nel decreto si legge che all’asseverazione tecnica è necessario allegare:

Decreto Requisiti Ecobonus

Il Decreto sui requisiti tecnici, ribattezzato Decreti Requisiti Ecobonus, definisce gli interventi che possono usufruire delle agevolazioni, i costi massimi per tipologia di intervento, le procedure e le modalità di esecuzione dei controlli a campione. Le tipologie dì intervento che possono accedere sono:

E’ stata inoltre prevista la possibilità di applicare l’incentivo ai microgeneratori a celle di combustione (idrogeno) ed è stato chiarito che le porte d’ingresso, oltre alle finestre, sono detraibili, se contribuiscono a migliorare l’efficientamento energetico.

I due decreti sono stati inviati alla registrazione della Corte dei conti.

A questo link è possibile scaricare i decreti e i relativi moduli.

3 benefici fondamentali nelle parole del Ministro Patuanelli

“Il superbonus 110% – ha affermato il Ministro Patuanelli – rappresenta una misura fondamentale per il rilancio di un settore delle costruzioni”. Una misura che come ha evidenziato presenta diversi elementi positivi:

  1. rilancio produttivo di un settore e di una filiera fondamentale che in questi anni ha pagato tutte le crisi economiche a caro prezzo;
  2. le riqualificazioni energetiche e antisismiche del patrimonio residenziale privato consentono ai cittadini di poter accedere questi interventi senza esborso di denaro. È una misura anche sociale che garantisce a tutti, a prescindere dalle fasce di reddito, di poter vivere in case efficienti e sicure;
  3. risparmio energetico, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) ha obiettivi di riduzione delle emissioni. Come sottolineato dal Ministro, il settore dell’edilizia deve compartecipare al raggiungimento di questi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 e per farlo è di fondamentale importanza un forte incentivo alla realizzazione di interventi di efficientamento sugli edifici pubblici e privati.

L’Ecobonus, il Sismabonus e Superbonus al 110% sono la chiave per il rilancio

Il ministro ha, inoltre, anticipato che il Governo si sta impegnando per rendere strutturale la misura dell’Ecobonus e Sismabonus al 110% e farà parte della proposta per l’utilizzo dei fondi europei.

I preferiti del superbonus? Fotovoltaico ed efficienza energetica

Superbonus chiama, fotovoltaico ed efficienza energetica rispondono. Così sembrano muoversi gli italiani nella corsa all’incentivo introdotto dal Decreto Rilancio, almeno secondo le richieste aggregate dall’Osservatorio ProntoTrends nella prima metà del 2020.

Un +17% sullo stesso periodo del 2019 che segnala il forte interesse dei consumatori verso l’efficientamento energetico degli immobili, trainato proprio dal bonus. Un orientamento legato soprattutto a rinnovabili, tetto, infissi, controllo dei consumi e ulteriori interventi migliorativi.

L’Osservatorio sui servizi per l’ammodernamento degli immobili è la terza tematica che il portale ProntoPro affronta all’interno del progetto di analisi del mercato ProntoTrends

Fotovoltaico ed efficienza energetica: le richieste degli italiani

L’osservatorio racchiude i servizi per l’ammodernamento della propria abitazione in tre macro categorie. Le attitudini di investimento degli italiani registrate dal portale sono così suddivise:

ProntoTrends: fotografia dell'Osservatorio sull'ammodernamento degli immobili 2020

Ammodernamento Immobili: Osservatorio ProntoTrends 2020

In sostanza, 3 italiani su 4 stanno scegliendo proprio la riqualificazione energetica. Di questi, il 47% sceglie di farlo attraverso l’installazione di nuove finestre. Si discostano dalla media nazionale solo Sicilia, Veneto e Molise, dove la preferenza va ai pannelli fotovoltaici. Interesse più moderato per la domotica: 1 italiano su 10 ha chiesto informazioni tramite ProntoPro, pensando soprattutto all’automazione dei cancelli. Andamento flat anche per il settore sicurezza, con principale focus sulle porte blindate.

Quali scelte per la riqualificazione energetica?

Veniamo al dunque: il già annunciato +17% di richieste in tema di efficientamento energetico, si traduce in un budget che può raggiungere 26.970 euro a famiglia. Cifra ottenuta sommando il costo medio di ognuno dei 5 servizi più richiesti su ProntoPro per questa categoria.

Investimenti in efficienza energetica dell'abitazione

Osservatorio 2020: i dettagli delle richieste di efficientamento energetico

Vediamone i dettagli:

L’ammodernamento degli infissi si conferma vincente (47% di share), mentre fa capolino l’installazione di impianti fotovoltaici, al 33% e in crescita del 19% sul precedente osservatorio. Inoltre, molti consumatori si stanno rivolgendo ai professionisti del settore per una consulenza legata ai requisiti del superbonus 110%.

Quanto ai prezzi dell’efficientamento, la geografia fa la differenza. Dalla “carissima” Lombardia, dove si registrano aumenti del 24% rispetto alla media nazionale, alla Calabria, che vede invece i costi medi dimezzarsi.

Sicurezza significa protezione

Sebbene sicurezza domestica e smart home siano “superate” dalla domanda di efficientamento energetico, i trend parlano chiaro: gli italiani cercano protezione. Cresce la domanda di inferriate e porte blindate, a discapito dell’installazione di nuovi impianti d’allarme, in flessione del 14% rispetto al 2019.

Tuttavia, la richiesta di questi ultimi resta alta in Lombardia e Campania. Sardegna, Sicilia e Calabria sembrano invece più focalizzate sulla videosorveglianza. Qui, infatti, le richieste superano di almeno il 10% la media nazionale, che si attesta sul 12% di preferenze.

Come cambia la smart home

Nel 2020, gli utenti ProntoPro cercano soprattutto tecnologie per l’automazione degli accessi. Il 44% delle richieste raccolte per la casa intelligente riguarda infatti i cancelli smart. Importante anche la possibilità di motorizzare le tapparelle, scelta da 1 italiano su 4, con il picco abruzzese del 39% di richieste.

Cresce comunque di 7 punti percentuali la domanda generica di un impianto di domotica. Applicazione che include le possibilità di regolare la temperatura, accendere e spegnere elettrodomestici da remoto e adattare l’illuminazione alla presenza delle persone.

Ricarica elettrica: l’importanza della protezione dalle sovratensioni

Il mercato delle veicoli elettrici è in forte espansione negli ultimi anni e molte case automobilistiche stanno sviluppando nuovi modelli per soddisfare le esigenze dei consumatori. Quando però si parla di mobilità elettrica è necessario pensare anche all’infrastruttura necessaria per ricaricare le auto.
Le colonnine di ricarica elettrica pubblica e privata sono sistemi di alta qualità e di elevata complessità, destinati a garantire disponibilità permanente e ovviamente sicurezza. È fondamentale garantire anche la protezione dalle sovratensioni causate dai fulmini e dalle operazioni di commutazione sulla rete, sia per la stazione di ricarica sia per l’auto elettrica collegata.

Phoenix Contact risponde a questa esigenza con una nuova gamma di scaricatori di sovratensioni Valvetrab EV progettati espressamente per il settore della mobilità elettrica.

I vantaggi della protezione dalle sovratensioni

Caratteristiche degli scaricatori di sovratensioni

Le stazioni di ricarica elettrica racchiudono molti componenti sensibili che necessitano di essere protetti per garantire una lunga durata dell’infrastruttura e un processo di ricarica sicuro senza interruzioni.
Il concetto di protezione di Phoenix Contact si basa su:

Fotovoltaico bifacciale: tecnologia ed efficienza

La quota di energia rinnovabile in Italia cresce, grazie alle nuove installazioni e alle tecnologie sempre più efficienti. Nel 2019 è stato il fotovoltaico il primo nella classifica delle fonti rinnovabili per potenza di installazione, con un totale di 737 MW. Secondo gli ultimi dati elaborati da Terna, nel 2019 il fotovoltaico ha registrato una flessione positiva, con un incremento di circa il 9% del valore di produzione.

Secondo i dati, in un anno il fotovoltaico ha generato più di 24 mila GWh, contro i 22 mila dell’anno precedente. Questa energia ha permesso di soddisfare circa il 7,6% della domanda elettrica nazionale e, sommandosi alle altre fonti rinnovabili, la copertura sale al 35%.

Gli obiettivi per il 2030, però, sono ancora da raggiungere ed è fondamentale investire in nuove tecnologie, migliorare quelle esistenti e incentivare l’installazione di sistemi per la produzione di energia pulita.

Che cos’è il fotovoltaico bifacciale

La comparsa del fotovoltaico bifacciale risale ad alcuni anni fa, ma la sua diffusione in Italia è più recente. Un pannello bifacciale è un particolare tipo di pannello fotovoltaico, composto da celle con doppia faccia in silicio cristallino che grazie all’esposizione di entrambi i lati, produce più energia. Con questa tecnologia, l’efficienza del sistema aumenta, senza che il costo diventi eccessivamente elevato, grazie al fatto che la produzione di queste celle non si allontana molto da quello per le soluzioni tradizionali. Il pannello può essere rivestito in vetro su entrambi i lati, anche se si sono poi fatte sperimentazioni con altri materiali, come alcuni tipi di plastica trasparente.

Questi pannelli possono essere posizionati a terra, sulle coperture o anche sulle facciate, con inclinazioni variabili e con una maggior efficienza rispetto ai pannelli tradizionali.

Come funziona un pannello fotovoltaico bifacciale

I pannelli fotovoltaici bifacciali basano il loro funzionamento sulla capacità delle celle a doppia esposizione di assorbire anche la radiazione luminosa riflessa dalle superfici, producendo più energia. Questo significa che il sole, oltre a colpire la faccia direttamente esposta alla luce, raggiungerà anche quella posteriore. Per questo motivo, per calcolare l’efficienza e la resa del pannello, è necessario fare una considerazione sul luogo in cui è installato e sulla tipologia di superfici che lo circondano.

È chiaro i benefici per la produzione fotovoltaica offerti dalle celle bifacciali dipendono da fattori come l’albedo della superficie, ovvero quanto effettivamente riflette, e dalla distanza del pannello da essa, che non deve essere eccessiva. Inoltre, l’efficienza del pannello varia anche in base alla tecnologia e al modello installato. Sulla base di quanto disponibile sul mercato, comunque, si può stimare un incremento di efficienza che varia dal 10 al 30% in più rispetto ai pannelli tradizionali.

Questi impianti risolvono alcuni dei limiti dei sistemi tradizionali, prestandosi ad esempio anche per applicazioni con inclinazioni differenti o su pareti esposte ad est o ad ovest invece che a sud. Proprio per questi vantaggi, molte delle aziende del settore stimano che nei prossimi dieci anni il numero venduto di questi pannelli crescerà molto, raggiungendo anche il 30-40% del mercato.

La combinazione con altre tecnologie

La tecnologia bifacciale, che di per sé permette di produrre la stessa quantità di energia con l’impiego di meno moduli rispetto ad un impianto tradizionale, può essere combinata ad altre soluzioni efficaci. Una prima combinazione è quella delle celle bifacciali con gli inseguitori solari, che ruotano a seconda delle ore della giornata e dell’orientamento della radiazione solare. In questo modo, si ricerca sempre la miglior esposizione dei pannelli, per assorbire la luce del sole.

È dell’anno scorso, invece, la presentazione della cella fotovoltaica tandem bifacciale, frutto del lavoro dei ricercatori di Solliance e dell’Energy Resaerch Centre of the Netherlands. Si tratta della combinazione della tecnologia delle celle tandem di silicio e perovskite, con quella delle celle bifacciali, per aumentare ancor di più l’efficienza dei pannelli. Infine, come per qualsiasi impianto fotovoltaico, è importante l’abbinamento ad un sistema di accumulo, così da immagazzinare l’energia prodotta durante il giorno e renderla disponibile anche nelle ore in cui non c’è luce.

Da illuminazione Led a illuminazione di emergenza con Exiway Kitled

Le luci di emergenza Led rappresentano una sicurezza in caso di eventi imprevisti come l’interruzione dell’alimentazione delle luci tradizionali. Sono quindi dispositivi sui quali fare affidamento in caso di necessità.
Per questo Schneider Electric ha esteso la gamma Exiway con Exiway Kitled: una gamma di dispositivi che, abbinati a fonti luminose Led, permettono di realizzare un sistema autonomo di luce di emergenza con intervento automatico, erogando una potenza costante ai Led impiegati, nella gamma di tensioni compatibili (12-105 V).

Il kit di conversione Exiway Kitled

Il kit è composto da due elementi (circuito elettronico e batteria) che, grazie alle dimensioni particolarmente contenute, possono essere utilizzati all’interno di apparecchi LED di ogni tipo: COB, strisce, spot da in casso, pannelli, plafoniere industriali e moduli (con installazione nel controsoffitto o all’interno degli apparecchi stessi, anche plafoniere).

ExiWay Kitled
La temperatura di funzionamento da 0° a 40°C lo rende adatto all’impiego nella gran parte degli ambienti.
Le batterie a lunga durata sono basate su tecnologia LiFEPO4: ioni di litio che utilizzano il litio-ferro-fosfato come materiale catodico. Ciascuna batteria permette un’autonomia di 3 ore, risultando così adatta a tutte le principali applicazioni, con ricarica completa in 24 ore. In sole 12 ore si ripristinano 2 ore di autonomia.
A seconda delle esigenze, il funzionamento può essere configurato sia in modo permanente, sia in modo non-permanente.

Più versioni per ogni necessità

Oltre alla versione standard, la gamma prevede anche versioni Activa e DiCube, ciascuna dotata di caratteristiche peculiari.
Activa esegue verifiche automatiche per riconoscere eventuali anomalie e le segnala immediatamente tramite un indicatore Led che indica il corretto funzionamento della ricarica.

DiCube, utilizzabile anche in impianti DALI, si inserisce all’interno del sistema di controllo centralizzato degli impianti di illuminazione di emergenza, sfruttando la connettività per consentire verifiche automatiche, integrazione con i sistemi di building management e gestire il tutto tramite il software dedicato PC Suite.

Il montaggio risulta semplice, come indicato nel video che Schneider Electric Italia ha realizzato per spiegare come installare Exiway Kitled in un apparecchio di illuminazione ordinaria.
A facilitare ulteriormente l’installazione, i prodotti sono dotati di morsettiere a innesto rapido.
Exiway Kitled non è compatibile con lampadine LED ad attacco E14 – E27, GU 5.3 – 10 e tubi led.
Ecco altre caratteristiche tecniche che contraddistinguono la gamma Exiway KitLed:

Tempi di consegna ancora più veloci per Melchioni Ready

In un periodo che ha visto crescere esponenzialmente gli acquisti attraverso gli store online, evidenziando l’importanza di poter acquistare direttamente da computer, smartphone o tablet, la rapidità dei tempi di consegna è sicuramente uno dei fattori determinanti.

Melchioni Ready sempre più vicino al cliente

Per soddisfare al meglio le richieste dei clienti, l’e-commerce Melchioni Ready – specializzato nella vendita di componentistica elettronica, elettromeccanica, utensileria e strumentazione – ha scelto di migliorare ulteriormente il livello del servizio offerto, velocizzando i tempi di consegna della merce ordinata.

Tutti gli ordini, effettuati entro le ore 16.00 tramite il sito vengono evasi in giornata, nel pieno rispetto delle misure in vigore per la tutela della salute.

La rapidità di consegna degli ordini rappresenta da sempre uno dei punti di forza di Melchioni Ready, oltre a:

E-commerce 100% italiano

Riferimento per tutti gli operatori B2B che necessitano di ridotti quantitativi di materiale, Melchioni Ready è il primo e-commerce 100% italiano con una gamma di soluzioni che include decine di migliaia di prodotti dei maggiori marchi.

Dal primo gennaio 2020 Melchioni Elettronica Professionale è confluita in Melchioni Ready, consentendo all’e-commerce di rivolgersi non solo ai liberi professionisti dotati di Partita Iva ma anche al mercato del retail (rivenditori e grossisti di componenti elettronici e materiale elettrico) con un’offerta personalizzata.

Comunità energetiche: la rivoluzione dell’energia

Per il prossimo futuro sarà importante stimolare di più il settore del fotovoltaico nei grandi complessi edilizi civili (come ad es. condomini e centro commerciali). Tra i recenti provvedimenti che portano fiducia al comparto c’è il provvedimento legislativo del Milleproroghe 2020 che apre all’autoconsumatore collettivo e alle comunità energetiche anche se la portata del provvedimento è limitata rispetto alle potenzialità che potrebbero esserci.

Ma cosa si intende per comunità energetiche? Sono un insieme di soggetti in grado di produrre, scambiare e consumare energia, un esempio virtuoso di modello energetico basato sulle fonti rinnovabili e la diffusione degli impianti di autoproduzione.

Le comunità energetiche possono cambiare completamente l’assetto del sistema energetico dando un ruolo centrale ai cittadini come fotografato da alcuni protagonisti del settore – Fronius Italia, Solarwatt, Fimer, Senec Italia e Sonnen.

Trasformazione energetica democratica

Vincenzo Ferreri, Amministratore Delegato Sonnen Srl e Sonnen eServices Italia Srl

Vincenzo Ferreri, Amministratore Delegato Sonnen Srl

Si tratta di un passo epocale afferma Vincenzo Ferreri, Amministratore Delegato Sonnen Srl e Sonnen eServices Italia Srl. “Il recepimento delle direttive europee porterà anche in Italia la possibilità di avviare un percorso energetico più democratico e decentralizzato, in grado non solo di massimizzare lo sfruttamento delle risorse energetiche locali, ma anche di distribuire in modo capillare gli investimenti sul territorio, portando sviluppo economico-sociale anche nelle zone più in difficoltà”.

“L’approccio sistemico, che proprio in questi giorni ha portato a un coordinamento fra le normative in corso di definizione per l’autoconsumo collettivo/comunità energetiche e il decreto rilancio, è indispensabile per costruire un impianto normativo che nel suo complesso sia davvero abilitante. Sarebbe auspicabile applicare tale approccio anche nel coordinamento tra gli stakeholders pubblici (Regioni, comuni, province, consorzi, etc.) che con grande volontà intendono contribuire alla diffusione delle comunità energetiche e delle FER (fonti energetiche rinnovabili) nei territori di competenza, consentendo di indirizzare in modo più efficace le risorse disponibili”.

Vito Zongoli, Managing Director di SENEC Italia

Vito Zongoli, Managing Director di SENEC Italia

Comunità energetiche: la centralità del cittadino

Vito Zongoli, Managing Director di Senec Italia puntualizza sul fatto che le comunità energetiche rappresentano il futuro del nostro sistema energetico. “La generazione distribuita, l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia rappresentano il nodo cruciale della transizione verso un sistema più eco-compatibile e anche più economico. Se a tutto questo si aggiunge la possibilità di scambiare l’energia tra utenti, nonché di realizzare un autoconsumo collettivo, il cerchio si chiude”.

“Visto da un punto di vista più sociologico – aggiunge Zongoli -, le comunità energetiche serviranno anche per ridare ai cittadini un nuovo senso di collettività, in gran parte perso al giorno d’oggi, in cui la condivisione e la reciprocità possono essere rivalutati come fattori di interesse comune”.

le comunità energetiche iniziano da accumulo e smart mobility

Marco Boschello, Coord. Tecnico e Commerciale Solarwatt

Marco Boschello, Coord. Tecnico e Commerciale Solarwatt

È un’opportunità di sicuro interesse, grazie a questa una misura i cittadini potranno avere un ruolo attivo nella produzione di energia, ottimizzando produzione e consumi. “Si stima che si possano raggiungere tassi di autoconsumo in loco pari a 4-5 volte quelli attuali. Il recepimento della direttiva e le misure attuative, se andranno nella direzione di semplificare l’accesso a questa opportunità daranno un contributo importante” afferma Marco Boschello, Coord. Tecnico e Commerciale Solarwatt.

Le comunità energetiche sono un importante tassello per promuovere l’utilizzo delle fonti rinnovabili distribuite

La strada è ancora lunga

Alberto Pinori – Direttore Generale di Fronius Italia

Alberto Pinori – Direttore Generale di Fronius Italia

Dalle parole di Alberto Pinori – Direttore Generale di Fronius Italia emerge che siamo solo all’inizio, “trattare un argomento così complesso come le comunità energetiche attraverso un emendamento, inserito in un decreto Milleproroghe, non è proprio la migliore delle vie possibili. Tuttavia siamo lieti che le comunità energetiche siano un tema sul quale iniziamo a dibattere concretamente. Siamo in fase di sperimentazione e la strada è ancora lunga ma, se si vuole finalmente arrivare alla realizzazione di impianti fotovoltaici sui condomini che siano a favore dei condòmini e non solo per le utenze del condominio stesso, la comunità energetica è fuori di dubbio la via corretta”.

Pinori è convinto che per far crescere l’autoconsumo e a dare il via alla rivoluzione dell’energia siano necessari un insieme di provvedimenti e soluzioni, infatti “un Superbonus al 110% su fotovoltaico, sistemi di accumulo ed altri importanti interventi (come il rifacimento del cappotto, l’installazione di una pompa di calore, la sostituzione degli infissi, ecc.), abbinato alle comunità energetiche, potrebbe favorire uno sviluppo straordinario per i condomini”.

Giovanbattista Napolitano, è Technical Support Coordinator Italy di Fimer

Giovanbattista Napolitano Technical Support Coordinator Italy di Fimer

Le aziende sono pronte per le comunità energetiche

Le comunità energetiche sono una realtà alla quale aziende innovative come Fimer stanno già lavorando da tempo, essendo stata tra le prime in Italia ad aver realizzato sistemi solari e a gestione dell’energia in community.

“Il decreto Milleproroghe dà finalmente importanza e una maggiore visibilità al concetto di comunità energetica – rimarca Giovanbattista Napolitano Technical Support Coordinator Italy di Fimer -. Mi auguro che ciò dia una spinta verso questa direzione che rappresenta il futuro delle applicazioni solari, uno scenario che, come Fimer, ci vede già pronti”.

Con Joinon la mobilità elettrica si fa Easy

L’offerta Gewiss di unità di ricarica di veicoli elettrici si arricchisce con i nuovi wall-box Joinon Easy, che offrono soluzioni conformi al Modo 3 della normativa internazionale EN 61851-1 e disponibili nelle versioni con cavo o presa e con potenze di ricarica da 4,6 kW a 22 kW.

Realizzate in materiale plastico, le unità Joinon Easy sono semplici da configurare ed utilizzare e consentono di ricaricare in sicurezza qualsiasi veicolo elettrico. Inoltre assicurano costi contenuti d’installazione e manutenzione.

3 varianti per Joinon Easy

Le unità di ricarica sono disponibili in tre varianti che si differenziano per la tipologia di utilizzo:

Superbonus 110% per le colonnine di ricarica elettrica

Joinon Easy è una soluzione che si integra perfettamente in ogni contesto residenziale e dal 1 luglio 2020 l’installazione di colonnine di ricarica, wallbox e altre infrastrutture di ricarica di veicoli elettrici consente di accedere al superbonus 110% del Decreto Rilancio se installata congiuntamente a uno degli interventi di efficientamento energetico (applicazione di cappotto termico, sostituzione gli impianti di riscaldamento esistenti con caldaie a condensazione e a pompa di calore) previsti dal primo comma della legge.

Modi di ricarica

Per le stazioni di ricarica elettrica, la norma di riferimento è la IEC 61851-1. Attualmente sono disponibili 4 modi di carica che differenziano per il regime in corrente alternata o continua, la tipologia di connettore, la corrente massima.

Modo 1 – Consiste semplicemente nel collegamento diretto del veicolo elettrico alle normali prese di corrente 230/400 V fino a 16 A, domestiche o industriali, come un normale elettrodomestico. Questa modalità è adatta solo a bici elettriche e alcuni scooter. Non è applicata per le auto elettriche.
Modo 2 – Consiste nel collegamento del veicolo a prese di corrente 230/400 V fino a 32 A, domestiche (Schuko) o industriali, tramite un cavo di alimentazione che integra un apparecchio che garantisce la sicurezza delle operazioni durante la ricarica.
Modo 3 – Consiste nel collegamento del veicolo a prese di corrente o connettori in corrente alternata 230/400 V specifici per la ricarica dei veicoli elettrici. Si tratta delle stazioni di ricarica fisse in corrente alternata, colonnine o Wall Box, che incorporano le funzioni di controllo e protezione.
Modo 4 – Consiste nel collegamento del veicolo a connettori in corrente continua specifici per la ricarica dei veicoli elettrici.

Enel, il 65% della produzione a zero emissioni

La sostanza, fatta di numeri molto incoraggianti nell’ottica della transizione green dell’azienda, è importante. Ma in pari misura lo è anche la forma, nel senso che l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, nelle sue dichiarazioni a commento dei risultati del primo semestre ha messo al centro del ragionamento il tema dell’espansione presente e futura delle rinnovabili, candidando la società a leader della transizione energetica.

Produzione da rinnovabili largamente superiore a quella termoelettrica

Enel AD Starace

Amministratore delegato Francesco Starace di Enel

Cominciamo dai numeri, con la nota diffusa dall’azienda che sottolinea come “la produzione a zero emissioni ha raggiunto il 65% della generazione totale del gruppo Enel considerando unicamente la produzione da capacità consolidata, mentre è pari al 67% includendo anche la generazione da capacità gestita”.

Ed in questo contesto appare particolarmente significativo un altro dato, ovvero che la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, includendo anche i volumi da capacità gestita, “è stata ampiamente superiore rispetto a quella termoelettrica, raggiungendo i 56,2 TWh (52,5 TWh nel primo semestre 2019, con un progresso del 7,0%), a fronte di una produzione da fonte termoelettrica pari a 33,8 TWh (52,6 TWh nel primo semestre 2019, con un regresso del 35,7%)”.

Impatto pesante della pandemia ma non per le rinnovabili

La forte flessione della produzione da fonte termoelettrica ci rimanda ovviamente al fattore principale che ha gravato sull’andamento del primo semestre, l’impatto del coronavirus sull’economia. “Nel secondo trimestre del 2020 – ha sottolineato l’azienda -, la crisi associata alla pandemia di Covid-19 ha sfiorato il picco in tutti i Paesi in cui siamo presenti”.

In questa situazione, però, la produzione da fonti rinnovabili ha confermato anche nel caso di Enel la sua “incomprimibilità” rispetto alle altre fonti energetiche che hanno invece pagato un pesante dazio. Inoltre, non sfugge il fatto che i 56,2 TWh ottenuti da rinnovabili nel primo semestre dell’anno sono comunque superiori ai 52,6 TWh ricavati nello stesso periodo del 2019 da fonte termoelettrica, per un sorpasso che risulta dunque in essere al di là della pandemia.

Nel semestre crescita di tutte le fonti rinnovabili

Nel dettaglio, nelle cifre semestrali diffuse dal gruppo Enel emerge un incremento complessivo della produzione da rinnovabili pari a 4,0 TWh con questa ripartizione: +1,3 TWh da fonte idroelettrica, +1,9 TWh da fonte eolica e +0,8 TWh da solare e geotermico.

Di contro il semestre ha visto una forte contrazione della fonte termoelettrica (-18,8 TWh), principalmente per una minore produzione da carbone (-16,0 TWh) in Italia, Spagna e Russia. Da registrare anche una lieve diminuzione (-0,5 TWh) rispetto all’analogo periodo del 2019 per quanto riguarda la produzione da fonte nucleare, che è risultata pari a 12,7 TWh.

rinnovabili e energia eolica: transizione green di Enel

“Per Enel un ruolo da leader nella transizione energetica”

“Come leader della transizione energetica, Enel ha posto al centro della propria strategia la decarbonizzazione e la crescita delle rinnovabili“, ha dichiarato Francesco Starace. L’amministratore delegato del gruppo ha sottolineato che “la pandemia ci ha costretti a ridimensionare i punti del piano strategico ma l’obiettivo a lungo termine resta la decarbonizzazione del mix entro il 2050”.

In particolare, il Piano Strategico 2020-2022 prevede un significativo incremento della capacità installata da fonti rinnovabili, dagli attuali 46 GW al raggiungimento dei 60 GW al termine del 2022. Parallelamente si procederà con la progressiva riduzione della capacità e della produzione da carbone. Il taglio, al termine del periodo, sarà superiore al 40% rispetto alla produzione di carbone del 2019.

Superbonus al 110%, entrano in gioco le banche

L’Italia, ahinoi, si rivela talvolta un Paese paradossale, dove le iniziative legislative per allargare questo o quel mercato all’atto pratico vengono viste come il fumo negli occhi dai presunti beneficiari. Caso esemplare è stato quello degli interventi di efficienza energetica previsti nel Decreto Crescita, con la possibilità per il cliente finale di trasformare la detrazione di legge in uno sconto sul corrispettivo dovuto. Sconto in fattura che, appunto, in poco tempo ha finito con l’essere preceduto dall’aggettivo famigerato, salvo essere saggiamente eliminato da un successivo provvedimento… Errore che adesso non si vuole ripetere con l’attivazione del Superbonus al 110%, che fra i suoi meccanismi introduce nuove tipologie di cessione del credito e soprattutto chiama in causa le banche.

I danni provocati dallo sconto in fattura

Ma prima di occuparci del ruolo e delle offerte degli istituti di credito, è bene fare un rapido riassunto della puntata (leggasi errore) precedente. Il citato sconto in fattura si è rivelato un’agevolazione per il cliente ma un ostacolo per il fornitore che ha effettuato gli interventi, rimborsato sotto forma di un credito d’imposta spalmato su annualità plurime.

È notorio, infatti, che una dilazione d’incasso può essere sopportata da aziende di grandi dimensioni ma finisce col mettere in difficoltà le piccole e medie imprese, che poi in Italia, anche ragionando sulla green economy, sono l’assoluta maggioranza.

Nel Superbonus versione potenziata della cessione del credito

Veniamo quindi all’attuale Superbonus al 110%, precisando che dopo l’approvazione in Parlamento all’interno del Decreto Rilancio non è ancora completato il relativo quadro regolamentare indispensabile alla sua applicazione pratica (aggiornamento: firmati – il 5 e 6 agosto 2020 – i decreti Asseverazione e Requisiti Ecobonus). Oltre che ricorrere alla classica detrazione fiscale pluriennale, i soggetti che sfruttano il Superbonus hanno la possibilità di ricorrere ad una versione per così dire “allargata” della cessione del credito.

In particolare, per il cliente finale è possibile optare per un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stesso, anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi e da quest’ultimi recuperato sotto forma di credito d’imposta, di importo pari alla detrazione spettante.

riqualificazione energetica ecobonus sconto in fattura

Cessione del credito allargata alle imprese che eseguono i lavori

E proprio per evitare quanto accaduto con lo sconto in fattura, i fornitori possono a loro volta ricorrere alla cessione del credito ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. Ma le banche vengono chiamate in causa anche in relazione ai clienti finali. Quest’ultimi, infatti, possono optare anche per la cessione di un credito d’imposta di pari ammontare rispetto alla detrazione spettante direttamente con gli istituti di credito e altri intermediari finanziari.

Considerato dal punto di vista delle banche, si tratta di un meccanismo simile alla concessione del mutuo, dove l‘interesse è rappresentato dalla differenza fra l’importo del finanziamento concesso al cliente finale, pari al 100% del costo dei lavori, e quanto verrà poi recuperato dallo Stato, ovvero il 110% del costo suddetto. Essendo il recupero quinquennale (ogni anno all’istituto spetta il 22% del costo) si ottiene appunto l’equivalente di un mutuo concesso con il 2% d’interesse annuale.

Da Intesa Sanpaolo soluzioni finanziarie modulari e flessibili

Vista l’importanza del provvedimento e la potenziale grande platea dei beneficiari, tutte le principali banche italiane si stanno attrezzando con offerte relative al Superbonus al 110%. Ad esempio Intesa Sanpaolo ha annunciato la sua “disponibilità ad intervenire per tutti i clienti interessati all’Ecobonus e al Sismabonus, privati, condomini e imprese”. Da notare, infatti, come le nuove disposizioni relative alla cessione del credito si applicano anche al “vecchio” Ecobonus.

Intesa Sanpaolo specifica inoltre di prevedere l’acquisto dei crediti di imposta dei contribuenti mettendo a disposizione soluzioni finanziarie modulari e flessibili. Acquisto che avverrà sia nella forma diretta sia attraverso la cessione alle aziende, “restituendo in questo modo quella liquidità necessaria al sistema per sostenere gli interventi di riqualificazione, contribuendo al rilancio dell’economia e all’evoluzione del patrimonio immobiliare del Paese in una logica sostenibile”.

Le proposte di Unicredit per i proprietari degli immobili e le imprese

Un approccio sostanzialmente analogo da parte dell’altro gigante bancario Unicredit. Ad esso potranno rivolgersi direttamente i condomini o i proprietari degli immobili per cedere i propri crediti “attivando una linea di credito o un finanziamento dedicati in attesa che tali crediti arrivino a maturazione. In questo caso il controvalore della compravendita del credito fiscale permetterà l’estinzione diretta della linea concessa”.

Inoltre, qualora i condomìni e i proprietari degli immobili ottengano lo sconto in fattura dall’impresa che svolge i lavori, sarà quest’ultima a potersi rivolgere a Unicredit “chiedendo la cessione dei futuri crediti, attivando una linea di credito dedicata che si chiuderà alla maturazione dei crediti fiscali”.

L’approccio di Bnl: “Agiremo da facilitatori con un servizio dedicato”

Un caso interessante, poi, è quello di Bnl. Il vicedirettore generale, Mario Tarantola, ha annunciato la volontà dell’istituto di agire da facilitatore in tema di Superbonus, “intervenendo sia sugli aspetti economici, in modo da rendere l’operazione ancora più immediata e vantaggiosa per tutte le parti coinvolte, sia sugli impatti ambientali derivanti dalla riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano”.

Per questo Bnl ha strutturato un servizio dedicato a quanti vogliano usufruire del Superbonus e possano aver bisogno di consulenza oltre che di un operatore pronto ad acquisire il credito d’imposta previsto dalla norma. “Ciò rappresenta – ha concluso Tarantola – un ulteriore impegno della banca, come operatore economico e sociale, per dare il proprio contributo al rilancio dell’economia del Paese in questa importante fase di ripartenza delle attività imprenditoriali”.