Cavi in PVC, il rapporto costi/benefici è positivo

PVC4Cables è la piattaforma di ECVM dedicata alla filiera dei cavi in PVC. Riunisce i produttori di PVC resina, di stabilizzanti, di plastificanti, di compound in PVC ed è aperta alla partecipazione di produttori di cavi in PVC, riciclatori e associazioni di filiera.
Anche in questo settore il tema del controllo dei costi è fondamentale e va considerato lungo l’intero ciclo di vita, dall’acquisto alla manutenzione fino allo smaltimento e riciclo.
Il Total Cost of Ownership (TCO) valuta le performance economiche dei materiali per fornire un’analisi dei costi a carico degli utenti per l’intera vita dei prodotti.

Calcolare il costo in modo scientifico

Il TCO è quindi un’analisi “orientata al cliente”, volta a tenere conto della differenza tra il prezzo di acquisto di un bene e il suo costo a lungo termine.

È sempre più utilizzata negli appalti pubblici ed è considerata molto importante, in prospettiva, anche da primarie aziende che operano nel settore dei cavi.

Per questo PVC4Cables ha commissionato alla società di consulenza Althesys una analisi della competitività dei cavi in PVC, mediante la valutazione del risparmio di costi nell’intero ciclo di vita, derivante dall’utilizzo del PVC al posto delle principali alternative funzionali.
Lo studio ha analizzato le principali alternative (per un cavo lungo 100 metri, adatto a connessioni a bassa tensione) per edifici residenziali, edifici industriali e telecomunicazioni, in Francia, Germania e Italia.

I principali presupposti del Total Cost of Ownership

I risultati dell’analisi commissionata da PVC4Cables

Analisi TCO cavi in PVC

In tutte le applicazioni esaminate (edifici residenziali, edifici industriali e telecomunicazioni) nei tre Paesi, i cavi realizzati con più parti in PVC (PVCx2) hanno mostrato il costo totale di possesso più basso. Maggiore è la quantità di PVC contenuta nel cavo, minore è il valore TCO.

L’approccio di analisi costi-benefici (CBA) consente di esaminare i costi diretti e indiretti di un progetto (o di un investimento, un sistema, una tecnologia, un impianto ecc.) per la comunità (o un Paese) nel suo insieme.

L’analisi costi-benefici del riciclo dei cavi in PVC ha considerato due diversi scenari in Francia e Italia (riciclo rispetto allo smaltimento in discarica e riciclo rispetto all’incenerimento), e uno in Germania (dove lo smaltimento in discarica è vietato).

La fase più critica è quella relativa a raccolta, selezione e pulizia del PVC. Questa attività è complessa e costosa perché i volumi di PVC sono diluiti su un gran numero di applicazioni e, in molti prodotti, il PVC è accoppiato con altri materiali, il che richiede l’utilizzo di tecnologie specifiche per la sua separazione.

Logo PVC4CablesI risultati della CBA mostrano i benefici netti del riciclo per tutti i casi considerati: rispetto all’incenerimento e alla discarica, sia per cavi elettrici che per cavi dati. In Francia e in Italia, i benefici netti del riciclo rispetto alla discarica sono maggiori di quelli del riciclo paragonato all’incenerimento per via del recupero di energia (elettricità e calore) nell’incenerimento.

Maggiore è la quantità di PVC nel cavo, maggiori sono i benefici netti del riciclo. Il cavo FS18OR18 (con guaina e isolamento in PVC) mostra benefici netti maggiori rispetto al cavo dati (contenente anche materiale termoplastico), grazie alla maggiore quantità e qualità del PVC riciclato.

Tutti i risultati dell’analisi costi-benefici presuppongono un’adeguata copertura territoriale dei siti di raccolta e riciclo dei cavi in PVC. L’aumento della distanza potrebbe ridurre il vantaggio netto del riciclo.
La monetizzazione derivante dal recupero di rame aumenta molto i benefici netti, ma anche senza considerare il valore del rame recuperato, il saldo netto è positivo.

Presentata la pompa di calore Yutaki S Combi di Hitachi

Yutaki S Combi è una pompa di calore compatta per la climatizzazione estiva, il riscaldamento invernale e la produzione di acqua calda sanitaria appartenente alla gamma Heating Solution di Hitachi Cooling & Heating.
Disponibile nelle taglie da 2 e 3 HP con gas R32 e 4 o 6 Hp con il gas R410a (monofase e trifase) garantisce una capacità termica che parte da 1,85 kW e arriva fino a 17,80 kW in riscaldamento con acqua a 35/30 °C e da 4 kW a 13,70 kW in raffreddamento con acqua a 7/12 °C.

Yutaki S Combi, una pompa di calore compatta e facile da installare

Hitachi Cooling Heating Yutaki S Combi 200 litriRispetto a una pompa di calore con componenti separati, Yutaki S Combi di Hitachi riduce del 70% lo spazio necessario per l’installazione.
La soluzione monoblocco Yutaki S Combi è adatta quindi all’installazione in piccoli ambienti come una cucina, un ripostiglio o un vano tecnico esterno all’abitazione e protetto termicamente grazie all’ingombro ridotto del cabinet in lamiera d’acciaio (600 mm di larghezza e 733 mm di profondità).

L’accumulo in acciaio Inox duplex – da 200 e 260 litri – integrato nell’unità interna, oltre a garantire massima igiene ed elevata resistenza, diminuisce i tempi di installazione di circa 6 ore. Inoltre, rispetto a un’analoga installazione con componenti idronici, serbatoio di accumulo e valvola 3-vie separati, il risparmio economico è del 18%.
Il comando di controllo si attiva con una procedura guidata che permette la configurazione in meno di 5 minuti e il display retroilluminato agevola la lettura delle informazioni.

Elevate prestazioni, consumi ridotti

Yutaki S Combi è in grado di produrre fino a 5 kW di energia termica con 1 kW di elettricità, abbattendo le emissioni di CO2 fino al 75% rispetto ai sistemi di riscaldamento tradizionali. L’avanzato controllo elettronico, studiato per le soluzioni in pompa di calore aria-acqua in applicazioni di riscaldamento, condizionamento e ACS, garantisce prestazioni elevate e la capacità di soddisfare la richiesta termica dell’edificio con le tre curve climatiche di serie selezionabili.
L’elevata potenza termica è disponibile anche a temperature esterne molto basse, con funzionamento garantito fino a -20 °C e con acqua in uscita fino a +45 °C.
Le resistenze elettriche di backup di serie sui circuiti di riscaldamento e idrico-sanitario sono attivabili in fase di avviamento e garantiscono il funzionamento in ogni condizione.

Con il Virtual Assistant si “parla” con macchine e impianti

Gli assistenti vocali sono sempre più presenti nelle nostre case e sui nostri smartphone. Rispondono a ogni genere di domanda: da quelle più semplici ad altre più complesse.

Ed è proprio per la maturità raggiunta dalla tecnologia di riconoscimento vocale che molte aziende hanno cominciato a implementarla anche in contesti complessi, con l’obiettivo di mettere a disposizione assistenti virtuali da utilizzare per l’operatività su macchine e impianti.
Per questo motivo Schneider Electric ha lanciato sul mercato un Virtual Assistant, sviluppato in Italia e già sperimentato in alcuni casi pratici di utilizzo, che consente ai clienti di sfruttare un’interfaccia vocale per operare sul campo.

In questo video è riportato un esempio di utilizzo del Virtual Assistant:

I vantaggi di un Virtual Assistant

Innanzitutto le tecnologie che fanno “parlare” e “ascoltare” gli assistenti vocali si sono evolute negli ultimi anni aumentandone le capacità di riconoscimento e riducendone la latenza (il tempo di attesa tra la ricezione del vocale, la sua analisi, la ricerca della risposta corretta e la sua sintesi vocale), il tutto aumentando l’affidabilità e la ripetibilità delle prestazioni.

Esempio controllo impianto con Virtual AssistantPer questo il Virtual Assistant è pensato per essere utilizzato in modo il più possibile universale su sistemi differenti, anche già esistenti e non solo di nuova introduzione. Questa tecnologia, definita omogeneità applicativa, permette alla soluzione di Schneider Electric di essere adottata in modo non intrusivo e aperto a qualunque sistema di automazione, anche di fornitori terzi.

La tecnologia di Virtual Assistant, unita ad altri strumenti quali ad esempio la realtà aumentata, aiuta a svolgere procedure anche delicate, consentendo di operare “a mani libere”. L’assistente vocale aiuta l’operatore in una più veloce definizione delle scelte, sia utilizzando un set di comandi con condizioni/modalità predefinite, sia in modalità di auto apprendimento (deep learning). Ciò permette maggiore attenzione e focalizzazione sul compito, diminuendo i tempi di intervento e di decisione e riducendo il rischio di errore umano.
Il Virtual Assistant di Schneider Electric aggiunge anche un altro canale di interazione, con vantaggi cognitivi che rendono migliore la gestione dell’interfaccia uomo-macchina (HMI, SCADA, MES, ERP). Inoltre, questa modalità può supportare l’inclusione positiva nel processo produttivo di personale con limitazioni fisiche.

Una soluzione totalmente aperta

Il Virtual Assistant sviluppato da Schneider Electric è una suite tecnologica che si basa su standard aperti, di semplice acquisizione e adattabilità. Elementi fondanti sono gli algoritmi che gestiscono le richieste e l’interazione tra sistemi di automazione locali e sistemi di intelligenza artificiale in cloud.

Ulteriori evoluzioni di questa tecnologia potranno portare ancora più vantaggi concreti nel comando e controllo degli impianti di processo e per la gestione delle infrastrutture, inserendo il Virtual Assistant all’interno di un concetto più ampio di control room potenziata dalle tecnologie digitali.

 

Controllo accessi con termocamera e riconoscimento facciale

RS Components ha introdotto nella propria linea RS PRO un sistema di controllo accessi a immagini termiche. Non solo: alla termografia è stata abbinata anche una tecnologia di riconoscimento facciale comandata da intelligenza artificiale. Combinando le due tecnologie, il sistema di controllo accessi RS PRO si candida come soluzione ideale per esercizi commerciali, uffici e scuole che necessitano di monitorare il flusso di accesso per ragioni di sicurezza.

Monitoraggio temperatura, tracciamento presenze e controllo accessi

Controllo accessi e termocamera RS PRODotato di una termocamera a infrarossi, questo sistema di controllo degli accessi assicura il riconoscimento facciale senza contatto e a mani libere, anche nel caso in cui la persona all’ingresso indossi occhiali o maschere facciali, rappresentando altresì una soluzione ad alta precisione ed efficiente per la misurazione della temperatura. Può essere utilizzato per il tracciamento delle presenze e per il controllo degli accessi in un’ampia gamma di ambienti, tra cui uffici, fabbriche e siti produttivi, scuole, ospedali, laboratori di ricerca, supermercati e negozi.

Il sistema si attiva quando la persona che desidera accedere a un locale si posiziona di fronte al dispositivo, che effettua il processo di identificazione dell’utente e di misurazione della temperatura in meno di un secondo. Se la temperatura corporea registrata supera il valore standard, il dispositivo emette un allarme acustico per eseguire eventuali controlli aggiuntivi.

 

Funzionalità avanzate da RS PRO

Il sistema di controllo accessi RS PRO è dotato di uno schermo a colori da 7 pollici con una risoluzione Full HD (1080P a 25 fps) che consente il rilevamento del volto e la sua ottimizzazione. La telecamera HD binoculare dinamica consente di catturare le immagini per il riconoscimento facciale in ambienti luminosi complessi in soli 0,2 secondi. La termocamera a infrarossi è altrettanto precisa e può misurare la temperatura con una precisione fino a ±0,2 °C.

Sofisticati strumenti software consentono di utilizzare il dispositivo per lo screening sanitario e il riconoscimento facciale combinati o come funzioni separate. Dispone di una libreria di riconoscimento facciale di 50.000 unità e la possibilità di memorizzare fino a 100.000 registrazioni di identificazione.

Il software Cloud Platform Management autonomo consente la raccolta automatica delle immagini dei volti e l’importazione in batch di elenchi, assicurando risparmio di tempo e risorse. Consente inoltre la gestione centralizzata dei dati di ingresso, come quelli inerenti la temperatura corporea, le presenze e gli accessi.
Idoneo anche per l’esterno, l’alloggiamento dell’unità è realizzato in PC ultra resistente e ABS (è testato per cadute da 2 metri), con grado di protezione IP54.

Il consumo petrolifero è l’unica vittima accettabile della pandemia

Dei lutti e degli sconquassi socio-economici provocati dalla pandemia purtroppo si conoscono i dettagli in ogni luogo del globo. Il coronavirus, però, si sta rivelando anche un vero e proprio laboratorio nel quale misurare le attuali conseguenze sui consumi energetici e, soprattutto, delineare gli scenari futuri. Non a caso ENEA nel suo consueto report trimestrale ha deciso di dedicare un interessante approfondimento all’impatto energetico della pandemia nel nostro Paese.

Resilienza delle rinnovabili e crollo del fossile

Uno studio dove le cifre e le considerazioni più interessanti non sono per una volta legate all’andamento delle rinnovabili ma a quello del fossile. Infatti, se grazie alla sua resilienza ed incomprimibilità la produzione energetica da rinnovabili non ha subito un particolare impatto dalla pandemia, ben diverso è il discorso riguardante idrocarburi e gas, il consumo dei quali è andato incontro ad un autentico tracollo.

Produzione industriale e prodotto interno lordo

L’approfondimento ENEA inizia con alcune considerazioni generali. Per effetto delle misure volte al contenimento della emergenza sanitaria, la produzione industriale nel nostro Paese è diminuita tra marzo e settembre di circa il 17% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con il punto di minimo che si è registrato ad aprile (-42%), mentre a partire da maggio la riduzione è andata progressivamente attenuandosi.

Per quanto riguarda il prodotto interno lordo, dopo il crollo del secondo trimestre (addirittura -18% rispetto allo stesso trimestre del 2019), la stima preliminare dell’Istat indica invece per il terzo trimestre 2020 una forte ripresa congiunturale (circa un +16% sul periodo precedente). Ciò non toglie che anche il pil del terzo trimestre sia destinato a rimanere ben al di sotto del corrispondente periodo 2019 con un arretramento stimato del 5%.

Impatto sui consumi energetici ad aprile e maggio

Secondo le stime ENEA nei primi nove mesi del 2020 i consumi di energia primaria si sono ridotti di circa 14 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) rispetto allo stesso periodo del 2019 (-12%), ma quasi la metà di tale riduzione è maturata nei mesi di aprile e maggio, quelli trascorsi quasi interamente in lockdown, durante i quali il fabbisogno di energia è calato rispettivamente del 30% e 21% (a marzo -14%).

variazione fabbisogni di energia primaria

Dai consumi petroliferi il 60% del calo energetico

Entrando più nel dettaglio, il rapporto trimestrale ENEA spiega che con riferimento al solo periodo marzo-settembre, i consumi petroliferi sono quelli che hanno fatto segnare il calo tendenziale più marcato (in termini assoluti): quasi 8 Mtep in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-22%), il che significa circa il 60% del calo complessivo del fabbisogno di energia registrato negli stessi mesi.

Un calo, quello dei consumi di prodotti petroliferi, che è iniziato con forza già a marzo (-30% rispetto al marzo 2019), nonostante le misure per il contenimento della pandemia fossero state adottate a mese in corso. Il calo è poi proseguito in modo più marcato ad aprile (-45%) mentre a maggio, con la graduale riapertura delle attività produttive e del traffico veicolare, il calo si è poi ridimensionato (-29%). Un trend di attenuazione che è quindi proseguito a giugno (-18%) e ancor più nei mesi estivi: -14% a luglio, -11% ad agosto, -7% a settembre.

Consumi energetici: vendite di prodotti petroliferi

Domanda di gas in leggera ripresa

Più contenuta, invece, la flessione registrata dal gas. Il report indica che da marzo a settembre 2020 i consumi di gas sono stati complessivamente pari a circa 32,3 miliardi di Smc (standard metro cubo), in calo di oltre l’8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-2,9 miliardi di Smc, corrispondenti a circa 2,5 Mtep). Oltre la metà del calo della domanda nei sette mesi di indagine è da ricercare nella minore richiesta per utilizzo termoelettrico, circa il 30% per gli usi industriali.

Una flessione che però è maturata quasi esclusivamente nel corso del bimestre aprile-maggio, quando si sono registrati cali tendenziali rispettivamente del 23% e del 24% (rispetto agli stessi mesi del 2019), mentre a marzo, giugno e luglio i cali sono stati inferiori al 5% (sempre in termini tendenziali). Ad agosto e settembre, poi, si sono registrati addirittura degli incrementi rispetto allo stesso bimestre 2019, seppur di lieve entità sia assoluta che relativa (in tutto +157 milioni di Smc, pari a un +1,8%).

L’andamento della domanda di elettricità

Specchio della pandemia è stato anche l’andamento della domanda di elettricità sulla rete tra marzo e settembre 2020. Complessivamente è stata pari a circa 172 TWh, in calo di circa 16 TWh rispetto ai livelli dello stesso periodo 2019 (-8%). E pure in questo caso si sono registrati cali significativi a partire dal mese di marzo (-10%), ulteriormente accentuati ad aprile (-17%) mentre a maggio il calo si è poi notevolmente ridotto (-10%) anche a causa della ripresa parziale delle attività produttive.

In estate si è poi assistito ad una progressiva normalizzazione. A luglio il calo si è drasticamente ridotto (-7%), pur in presenza di temperature assai più miti rispetto al luglio 2019 e quindi minori consumi elettrici per raffrescamento. Un trend di attenuazione che è proseguito ad agosto (-1,4%), per arrivare a un mese di settembre sostanzialmente sugli stessi livelli dello scorso anno.

XVP, il videocitofono di Came per i grandi complessi

Came ha lanciato il nuovo prodotto per la videocitofonia XVP: un posto esterno IP360 di fascia alta, con finitura in vetro e connettività IP, che garantisce accesso e gestione da remoto, display touch screen da 7” con tecnologia optical bonding e materiali che resistono a temperature estreme.

Design e funzionalità di XVP

Came XVP è resistente agli spruzzi in classe IP55

XVP è un posto esterno con superficie completamente in vetro temperato, display touch screen da 7” e tecnologia optical bonding che garantisce la riduzione dei riflessi di luce, l’eliminazione dell’appannamento, una elevata sensibilità, robustezza e resistenza alle temperature estreme. I suoi componenti sono infatti dimensionati per resistere in ambienti con temperature che variano dai -40 ai +50 °C.

XVP è anche certificato per la resistenza agli urti (IK 08) e alla penetrazione di liquidi e polveri (IP 55). La tecnologia IP, inoltre, consente l’accessibilità e la gestione del sistema da remoto, per un controllo 24 ore su 24 in totale sicurezza.

La luce circolare composta da 30 Led posizionata intorno alla telecamera ad alta risoluzione (1,3 MegaPixel) permette di illuminare chiaramente il soggetto anche in condizioni di scarsa visibilità (di notte o in presenza di nebbia), oltre a essere una comoda luce di cortesia quando il pannello è in standby.

In modalità videosorveglianza, inoltre, permette di visualizzare le immagini in streaming continuo, con la possibilità di registrarle tramite sistemi TVCC o software di gestione di terze parti.

Interessante la funzione di controllo degli accessi: il posto esterno è infatti dotato di un alloggiamento per poter inserire un lettore RFID per schede di identificazione a radiofrequenza (proprietario o di terze parti). La app AutomationBT di Came, disponibile per smartphone Android e iOS, consente ai visitatori di accedere senza necessità di utilizzare tessere, transponder o codici di accesso, e senza nemmeno dover tirare fuori dalla tasca lo smartphone, permettendo l’accesso automatico e touchless grazie alla tecnologia Bluetooth.

Pensato anche per chi ha deficit di vista e udito

Came XVP con accesso RFIDPer venire incontro alle esigenze delle persone con deficit di vista e udito, la sintesi vocale integrata di XVP scandisce le informazioni essenziali ed è disponibile in 12 lingue, mentre i pittogrammi visualizzati sul display sono universalmente riconoscibili e il sistema integrato a induzione magnetica trasmette il suono affinché possa essere percepito anche dai portatori di apparecchio acustico.

La telecamera ha un ampio campo visivo che permette di catturare persone e oggetti al di fuori del normale raggio d’azione, identificando in questo modo anche bambini e ospiti diversamente abili.

L’interfaccia è altamente personalizzabile per soddisfare tutti i requisiti specifici, una funzionalità che risulta molto utile sia per le proprietà residenziali private che per gli spazi con uffici.

È possibile personalizzare l’home page e lo screen saver per il risparmio energetico e utilizzare immagini, loghi e messaggi di benvenuto o qualsiasi altra informazione (orari, informazioni di emergenza, direzioni).

I passi della European Battery Alliance per lo storage energetico

Cosa sta succedendo e come procedono le cose nel campo dello storage energetico a livello europeo? È il caso di rivolgere uno sguardo ampio a ciò che accade intorno a noi, per cercare di capire e anticipare quelle che saranno le principali tendenze che guideranno il settore.

La European Battery Alliance (Eba) è un’iniziativa di politica industriale, avviata nel 2017, per potenziare in Europa la capacità produttiva di batterie con tecnologia agli ioni di Litio verso la dimensione delle Giga Factories (GWh/anno di produzione). L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che il mercato dello Storage e delle batterie nei prossimi anni è destinato a una crescita esponenziale, trainato dal settore automobilistico, sempre più spinto verso soluzioni di alimentazione ibrida o totalmente elettrica, e dal settore dell’accumulo stazionario, dello storage di massa, con la sempre più forte esigenza di flessibilità richiesta dal sistema elettrico per l’incremento della quota di rinnovabili non programmabili.

Dopo aver capito cosa è la European Battery Alliance analizziamo i principali obiettivi. L’Eba vuole consentire all’Unione Europea di recuperare il ritardo competitivo accumulato nei confronti dei produttori asiatici e americani, e di catturare una significativa porzione dell’intera catena del valore del mercato delle batterie, stimato in 250 miliardi di euro l’anno dal 2025 in poi (corrispondente a un fabbisogno stimato in 200 GWh/anno, ma aumentabile fino a 600 GWh/anno, considerando anche le esportazioni).

Creare nuova capacità produttiva e di storage

Oltre all’obiettivo di politica industriale per la creazione di nuova capacità produttiva e di storage, la European Battery Alliance punta all’allineamento e indirizzamento delle azioni di ricerca e sviluppo. Sulla spinta dell’iniziativa sono stati resi disponibili o programmati diversi strumenti di supporto, congeniali ai diversi Stakeholder e orizzonti temporali: sul breve periodo sono disponibili diversi strumenti finanziari per sviluppi industriali (per esempio, il Fondo Europeo per l’Innovazione), mentre sul medio termine sono state aumentate dalla Commissione Europea le risorse per i programmi Horizon.

È stato, inoltre, definito un programma pluriennale di ricerca su larga scala con l’iniziativa Battery 2030+ per attivare ulteriori fondi su un orizzonte di lungo periodo, ed è stata creata la piattaforma tecnologica Etip BatteRIes Europe per fornire uno strumento operativo a tutti gli Stakeholder che operano sul tema.

La Commissione Europea, in più, ha approvato un Important Project of Common European Interest (Ipcei) sulle batterie, stanziando nei prossimi anni circa 3,2 miliardi di euro in fondi d’investimento, destinati ai principali operatori del settore dei sette Stati membri coinvolti (Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Polonia e Svezia), per lo sviluppo di batterie agli ioni di litio altamente innovative e sostenibili.

Isola di Tilos: integrazione di rinnovabili e accumulo

Molte isole del Mediterraneo sono caratterizzate da un’alta disponibilità delle fonti eolica e solare, ma attualmente la penetrazione energetica delle risorse rinnovabili non supera il 10-15% del totale, lasciando l’onere di coprire la quota restante a motori diesel o simili. Il contesto economico, ambientale e sociale attuale tende a favorire una decarbonizzazione delle fonti energetiche, ma questa ambizione si scontra con i limiti strutturali dei sistemi elettrici, in particolare sulle isole, non in grado di garantire l’integrazione di un’elevata quota di generazione elettrica rinnovabile non programmabile.

Il progetto che parte dall’isola greca di Tilos rappresenta un esperimento pioneristico volto a dimostrare che, con le tecnologie attuali, è possibile aumentare di molto la penetrazione energetica in rete delle fonti rinnovabili, senza rinunciare alla qualità della fornitura elettrica. Un risultato che è stato ottenuto con lo sviluppo di un’innovativa Smart Grid che, abbinata a un adeguato sistema di Storage a batterie, è capace di gestire la domanda di energia locale con apporti minimi che derivano da fonti non rinnovabili. E nonostante le tecnologie necessarie richiedano ancora un certo supporto economico, i risultati ottenuti, in termini di qualità della fornitura elettrica, dimostrano che la diffusione di questi sistemi di Storage e connessione energetica è ormai molto vicina.

Eventi virtuali per il mondo reale da LG Air Solution

Per venire incontro alle necessità di distanziamento sociale imposto dal Covid-19 e per offrire una ulteriore modalità di confronto e informazione, la divisione Air Solution europea di LG Electronics ha lanciato LG Air Solution Digital Campus.

Si tratta di un mondo completamente virtuale che simula una fiera, un evento o una conferenza in tempo reale.
Al suo interno sono presenti avatar, conferenze, showroom, persino giochi e altro ancora. In questo spazio virtuale gli ospiti possono fare networking, imparare, seguire workshop e lasciarsi ispirare.

Gli eventi di LG Air Solution Digital Campus

Quiz LG Air Digital Campus

Con due eventi digitali già in programma, lo spazio virtuale offre una modalità innovativa per connettersi ai clienti B2B, ai leader del settore e ai colleghi senza i vincoli dovuti alle distanze geografiche.

Evidente la somiglianza con “The Sims“, tecnicamente un videogioco ma all’atto pratico una simulazione di vita reale in un universo virtuale. E proprio questo vuole essere LG Air Solution Digital Campus: non l’ennesimo webinar, ma un luogo per fare business, completo di avatar personalizzabili, che possono accompagnare gli ospiti in un viaggio attraverso la piattaforma, aiutarli nel networking tramite strette di mano virtuali e condivisione di informazioni.

Seguendo l’esempio degli LG Innovation Days dello scorso anno a Monaco, dove il brand ha lanciato Therma V R32 Split, LG Air Solution ha tenuto uno dei primi eventi del mondo virtuale per annunciare due nuove soluzioni residenzialiTherma V R32 con ACS integrato e Therma V R32 Hydrosplit – per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria, entrambe alimentate dalla tecnologia a pompa di calore aria-acqua Therma V.

Auditorium con Peter Verkempynck

“Mantenendo fede alla tradizione di LG di Innovation for a Better Life, abbiamo pensato che non ci fosse momento migliore per lanciare una piattaforma virtuale per incontrare quegli ospiti che oggi purtroppo non possiamo vedere di persona. – ha spiegato il vicepresidente di LG Air Solution Europe, Peter Verkempynck – In questo periodo la digital transformation ha accelerato come mai prima d’ora e dobbiamo rapidamente trovare nuovi modi per creare nuove relazioni, far crescere quelle esistenti e fare business insieme ai nostri partner. LG Air Solution Digital Campus ne è un perfetto esempio: non è il tipico incontro online; è davvero qualcosa di unico e non vediamo l’ora di sfruttare al meglio questo spazio”.

Smart Home e Smart Building: attenzione alla sicurezza delle informazioni

L’avvento della domotica e dei sistemi intelligenti per automatizzare gli edifici e i loro impianti hanno permesso di raggiungere livelli di ottimizzazione e comfort davvero considerevoli. Un edificio intelligente, infatti, risponde in modo puntuale alle esigenze degli utenti e rende più efficiente l’utilizzo di impianti e dispositivi al suo interno.

L’Internet of Things è stato lo “strumento” in grado di collegare tra loro gli oggetti e connetterli alla rete, permettendo di creare un unico ecosistema connesso, facilitando controllo e scambio di informazioni. È grazie alla connessione e al cablaggio dell’edificio che è possibile compiere azioni come comandare le luci con la voce, comandare i dispositivi da remoto o impostare scenari che permettano di coordinare illuminazione, riscaldamento, tapparelle ed elettrodomestici. Le possibilità offerte dagli Smart Building sono davvero molte, ma senza addentrarsi ulteriormente in tutto ciò che si riesce a fare grazie a domotica e IoT, si può arrivare subito ad una domanda cruciale per il settore: quanto sono sicuri gli Smart Building e le Smart Home?

Quanto è importante la sicurezza in una Smart Home o in uno Smart Building?

Che si tratti di un’abitazione privata o di un ufficio, la connessione di oggetti e persone da un lato offre innumerevoli vantaggi, dall’altro espone ad una serie di rischi legati al tema della sicurezza dei dati e di eventuali attacchi informatici. Il tema della sicurezza, quindi può essere affrontato sotto due punti di vista: da un lato la necessità di tutti gli utenti di proteggere i propri dati personali e sensibili, dall’altro quella di evitare possibili hackeraggi dei vari dispositivi connessi.

Inoltre, il tema della sicurezza assume particolare rilievo non appena si pensa effettivamente a cosa connettiamo alla rete in un edificio intelligente. Infatti, oltre alle lampadine di casa o alla lavatrice, in una Smart Home o in uno Smart Building, si possono collegare tutta una serie di impianti decisamente più critici, come quelli anti-intrusione, di controllo degli accessi o di video sorveglianza. Potenzialmente, un cyber attacco potrebbe compromettere il funzionamento di un intero edificio, con conseguenze di varia natura e gravità.

La preoccupazione per la sicurezza degli edifici connessi, oltretutto, è sempre più diffusa per il numero crescente di persone che si confrontano direttamente con queste tecnologie. Il mercato della Smart Home sta vivendo un periodo positivo e, secondo uno studio del Politecnico di Milano pubblicato ad inizio anno, in Italia la crescita è stata del 40% sull’anno precedente. Questo significa che gli edifici intelligenti stanno aumentando, così come gli utenti che si interfacciano con il mondo della domotica e dell’IoT. È stato registrato che il timore relativo alla sicurezza di questi edifici sia proprio uno tra i principali dubbi degli utenti, tanto che in alcuni casi è un freno all’acquisto di questa tecnologia.

Privacy e Cyber Security: un tema centrale anche per i produttori di tecnologia

cyber Security è una preoccupazione per gli utentiSarebbe falso negare l’esistenza di qualsiasi rischio, ma è importante rassicurare tutti gli utenti. Proprio per la centralità del tema, si stanno facendo passi avanti anche a livello normativo, con lo sviluppo di regolamenti e leggi pensati ad hoc per proteggere i cittadini. Ne è un esempio il Regolamento europeo EU 2016/679, noto come GDPR (General Data Protection Regulation), appositamente pensato per proteggere i dati sensibili delle persone. Per questo, quando si sceglie un produttore di dispositivi, software e in generale tecnologia è importante assicurarsi che sia conforme a quanto previsto dal GDPR, che impone alle aziende regole e procedure precise sulla modalità di gestione di questi dati. Si tratta, inoltre, di un regolamento applicato a tutti coloro che operano in Europa. Sempre a livello europeo, è stato studiato anche un regolamento per favorire la protezione dagli attacchi informatici, chiamato “Cybersecurity Act”.

In realtà, un contributo fondamentale arriva proprio dai produttori di tecnologia che, consapevoli dell’importanza del tema, pongono sempre più attenzione alla sicurezza dei propri prodotti, trasformandola in un valore aggiunto. La maggior parte dei produttori ormai ricorre a protocolli di implementazione sicuri, come HTTPS, TLS, SIPS O SRTP. Allo stesso tempo, aumentato anche i prodotti pensati appositamente per la sicurezza delle reti e dei sistemi.

Le buone pratiche per l’utente

Alcuni consigli per favorire la sicurezza del proprio edificio intelligente sono rivolti direttamente agli utilizzatori di questi dispositivi. Innanzitutto è consigliabile creare una rete esclusivamente dedicata alla connessione dei dispositivi che gestiscono i dati sensibili e per quelli IoT. Sono importanti anche le password, da scegliere sufficientemente complesse e da aggiornare regolarmente.

I sistemi operativi, poi, devono sempre essere aggiornati, proprio perché i produttori si occupano regolarmente di migliorarne le caratteristiche e le prestazioni, anche in termini di sicurezza. Un ultimo consiglio, infine, è quello di rivolgersi sempre a degli esperti del settore, che possono supportare l’utente sia nella scelta dei dispositivi, che nella “manutenzione” dei sistemi. Infatti, soprattutto nel caso degli Smart Building, potrebbe essere utile eseguire regolarmente dei controlli per verificare la sicurezza dell’infrastruttura IoT.

EcoStruxure nei progetti europei di edilizia 4.0

L’energia conta, negli obiettivi di sostenibilità che collegano le tecnologie per l’edilizia 4.0 al programma europeo Horizon 2020. L’obiettivo principale della nota iniziativa è incrementare la competitività globale dell’Europa alimentando modalità di crescita intelligenti, inclusive e sostenibili. Il tutto, secondo tre priorità: eccellenza scientifica, leadership industriale, sfide della società.

Schneider Electric, da sempre impegnata nello sviluppo di applicazioni efficienti e sostenibili, partecipa ai progetti Horizon 2020 fornendo un importante contributo alla gestione intelligente dell’energia, alla riduzione dei consumi, al miglioramento del comfort e all’ottimizzazione dei processi. E lo fa avvalendosi di EcoStruxure, la piattaforma di prodotti, soluzioni e servizi digitali per la realizzazione di edifici integrati.

Fare edilizia 4.0 con soluzioni smart ed efficienti

In un contesto dinamico e internazionale come quello della ricerca condivisa, Schneider Electric sfrutta le potenzialità della digitalizzazione e le logiche della piattaforma EcoStruxure per la progettazione di edifici intelligenti, sostenibili e resilienti. Questo significa monitorare ogni intervento dal singolo aspetto edilizio all’intero ciclo costruttivo.

Soprattutto in ambito rigenerazione edilizia e riqualificazione energetica, l’azienda è partner di progetti di ricerca all’avanguardia come BuildHEAT ed SportE2. Entrambi, infatti, sono stati premiati dall’Innovation Radar per l’innovativo utilizzo di soluzioni integrate.

Innovation Radar, una grande opportunità

Innovation Radar è un’iniziativa della Commissione Europea – lanciata nel 2018 – che identifica le innovazioni e gli innovatori ad alto potenziale tra i progetti finanziati dal programma quadro dell’Unione europea. In particolare, si sofferma sulla loro capacità di portare un impatto positivo e concreto nella società.

L’obiettivo è rendere accessibili le informazioni sui progetti meritevoli e divulgare i progressi tecnologici. Questo nell’ottica di incoraggiare l’interazione tra hub tecnologici, imprenditori e investitori, con il fine ultimo di accelerare l’ingresso delle innovazioni sul mercato grazie a programmi di ricerca e sviluppo condivisi.

4 progetti selezionati dall’Innovation Radar

Le quattro soluzioni selezionate e premiate dall’Innovation Radar sono tre per il progetto di Edilizia 4.0 BuildHEAT e una per SportE2 e precisamente:

  1. Monitoring + control system at building + district level – sistema di monitoraggio e controllo dell’intero edificio e degli impianti
  2. i-BIM- Building renovation modelling
  3. Dwelling thermal storage + ST collectors system – Sistema di accumulo termico e collettori solari
  4. Building Management System (BMS) per gli impianti sportivi inclusa la modellazione di sistemi termici e di ventilazione, progettazione di reti di sensori e fonti di energia rinnovabile

Riqualificazione energetica dei condomini: ecco BuildHEAT

logo BuildHeatRidurre il consumo di energia primaria nei condomìni: è questo lo scopo del progetto di ricerca BuildHEAT, che punta a trovare soluzioni per aumentare l’efficienza energetica. Questo perché oltre l’80% degli edifici europei è stato realizzato nel dopoguerra e necessita di interventi di riqualificazione. In quattro anni, il team di esperti ha dunque studiato diverse soluzioni per il risanamento dei condomini, sia per l’involucro sia per gli impianti di generazione e distribuzione del riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria.

Coordinato dall’Istituto per le energie rinnovabili dell’EURAC (l’Accademia europea di Bolzano), il progetto ha puntato su un modello di business che integrasse la frammentazione del settore delle costruzioni (costruttori di tecnologie, consulenti, installatori) in grado di dare un valore aggiunto a tutta la filiera. Un valore tradotto in replicabilità e quantificabilità, nei costi e nei risultati. Grazie al supporto di diverse aziende partner, tra cui Schneider Electric, è stato possibile verificarne la fattibilità in alcuni contesti europei: Pinerolo in Italia, Saragozza in Spagna, Gleisdorf in Austria e Manchester in Gran Bretagna.

Nei quattro siti pilota sono state individuate soluzioni per l’involucro edilizio e per la parte impiantistica elettrica e termoidraulica. In particolare, per coprire i fabbisogni di riscaldamento e raffrescamento dell’edificio sono state installate pompe di calore integrate con solare fotovoltaico e sistemi di accumulo. Oltre a un sistema di ventilazione meccanica controllata per una migliore qualità dell’aria. Altrettanto importante per l’edilizia 4.0, il ruolo del sistema di controllo e monitoraggio degli impianti. Proprio qui è entrata in gioco Schneider Electric.

Grazie a un insieme di prodotti connessi, lettura e analisi dei dati – i tre livelli di EcoStruxure – è stato possibile ottimizzare l’uso dell’energia e massimizzare l’autoconsumo di quella prodotta da fonti rinnovabili.

SportE2 e gli edifici energeticamente efficienti

SportE2 – Energy Efficiency for European Sport Facility – è un’iniziativa multi-disciplinare dedicata allo sviluppo di sistemi di gestione e controllo di edifici destinati alla pratica sportiva. Si pensi che in Europa ci più di un milione e mezzo di strutture sportive indoor e outdoor.
L’obiettivo è sviluppare servizi e soluzioni per ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas serra del 30% grazie all’installazione di sistema che consentano di raggiungere gli obiettivi con un ritorno sull’investimento in cinque anni. Per gestire e ottimizzare l’uso di energia è stato realizzato un BMS (Building Management System) basato sul concetto di modularità:

  1. SportE2 How – Monitoraggio intelligente per ottenere una analisi dettagliata delle prestazioni energetiche dell’impianto e come avviene il consumo di energia;
  2. SportE2 When – Controllo integrato dell’intero impianto e dei sistemi che lo compongono che consente di gestire la fornitura e il consumo di energia;
  3. SportE2 Why – Ottimizzazione in base ai dati e alle funzioni di controllo disponibili dell’utilizzo dell’energia;
  4. SportE2 Where – Strumento web di analisi per confrontare le prestazioni di più impianti sportivi utile per chi gestisce due o più centri sportivi.

Progetto Europeo SportE2 per Edilizia 4.0

Il BMS può essere personalizzato per ogni caso di applicazione componendo insieme uno o più moduli in una soluzione integrata. I moduli sono stati implementati all’interno di tre progetti pilota in Italia, Spagna e Portogallo.