Inverter fotovoltaico: che cosa è e differenze tra inverter tradizionale e inverter ibrido

L’inverter fotovoltaico è fondamentale per avere corrente alternata da utilizzare all’interno dell’edificio. Ne esistono diversi modelli, dai più tradizionali a quelli ibridi

L’impianto fotovoltaico si compone di differenti elementi e, anche se i pannelli sono spesso l’elemento su cui il consumatore si concentra di più, ci sono diversi componenti altrettanto importanti. Uno di questi è indubbiamente l’inverter, fondamentale per poter utilizzare l’energia elettrica prodotta dal fotovoltaico all’interno dell’edificio.

Che cos’è l’inverter: da corrente continua a corrente alternata

L’inverter è un elemento essenziale per il corretto funzionamento di un impianto fotovoltaico installato per l’autoconsumo. Si tratta, infatti, di un dispositivo elettronico che ha lo scopo di convertire la corrente continua in corrente alternata. L’energia del sole, infatti, viene convertita in energia elettrica dai pannelli, ma si tratta di corrente continua. In casa – e in generale negli edifici – si utilizza la corrente alternata.

La corrente alternata e la corrente continua sono differenti proprio in termini di flusso di elettroni: nel caso della corrente alternata la direzione cambia continuamente e si inverte a intervalli regolari, mentre nel caso della corrente continua la direzione è costante. Stesso discorso, in termini di variabilità o costanza, può essere fatto in relazione all’intensità. La corrente alternata viene utilizzata in tutti gli edifici e da molti dispositivi elettronici, mentre quella continua trova principale applicazione nel mondo delle batterie.
Senza l’inverter, quindi, non sarebbe possibile sfruttare quanto prodotto dal proprio impianto.

Le funzionalità aggiuntive

Lo scopo di un inverter, come detto, è quello di convertire la corrente continua in corrente alternata, senza disperdendo la minor quantità di energia possibile. In linea di massima, la perdita non dovrebbe superare il 2% del totale di energia prodotto e convertito. Grazie ad esso, all’interno dell’edificio si dispone di corrente alternata con frequenza di 50 Hz e tensione di 220-230 V.

In aggiunta, gli inverter più completi possono essere utilizzati anche per il monitoraggio del funzionamento dell’impianto, rilevando guasti e malfunzionamento ed inviando appositi alert. È fondamentale, quindi, installare il dispositivo giusto, valutando attentamente anche il luogo della sua installazione, in quanto deve essere contenuto il suo potenziale surriscaldamento.

Come scegliere l’inverter più adatto

Nella scelta, devono essere presi in considerazioni aspetti connessi alle caratteristiche del fotovoltaico installato e al fabbisogno energetico rilevato all’interno dell’edificio. In termini di picco di domande, è chiaro che vi siano differenze abissali tra un’applicazione domestica ed una industriale.

La tipologia di impianto e la disposizione dei pannelli, poi, influisce anche sulle modalità di connessione all’inverter. Ne esistono, in ogni caso, differenti tipologie, da valutare anche in base alla tipologia di fotovoltaico installato (nei grandi impianti si usano inverter centralizzati, nel residenziale si trovano principalmente inverter di stringa o per gli impianti più piccoli, dei micro-inverter). Inoltre, a quelli tradizionali, si affiancano anche gli inverter ibridi.

Al di là di ciò, per la scelta è opportuno valutare l’efficienza di conversione, la garanzia offerta dal produttore, le eventuali funzionalità aggiuntive fornite e il costo.

Che cosa è l’inverter ibrido

Mentre gli inverter tradizionali, per quanto completi, si limitano a convertire corrente continua in corrente alternata e, semmai, a monitorare il corretto funzionamento dell’impianto, gli inverter ibridi offrono alcune funzionalità evolute. In sostanza, un inverter ibrido ha la capacità di gestire in modo ottimizzato l’energia prodotta dai pannelli, coordinando il consumo in base alla richiesta interna e alle caratteristiche degli impianti installati.

Come scegliere l'inverter fotovoltaico più adatto

Dialoga con il fotovoltaico, ma anche con il sistema di accumulo, gestendo il flusso di energia tramite un software dedicato: quando non richiesta in casa, l’energia viene indirizzata alla batteria, con lo scopo di ottimizzare il consumo di quanto prodotto e ridurre al minimo l’acquisto. Un inverter ibrido, quindi, oltre all’impianto, si occupa anche di gestire le batterie e, poi, di regolare l’energia consumata in casa, valutando, sempre in ottica di ottimizzazione, se utilizzare quanto prodotto dall’impianto, quanto stoccato nella batteria o, in alternativa, se prelevare dalla rete.

In conclusione, l’inverter indirizza l’energia prodotta dai pannelli direttamente all’interno dell’edificio e, colmato il fabbisogno, passa al caricamento dell’accumulo e, successivamente, l’ulteriore avanzo viene indirizzato e immesso in rete. È chiaro, pertanto, che l’inverter ibrido è una componente davvero essenziale per il corretto funzionamento di un impianto fotovoltaico con accumulo.

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Gaia Mussi

Laureata in Progettazione Tecnologica e Ambientale, da sempre appassionata ai temi della sostenibilità e della tecnologia. Collabora come copywriter con portali, magazine e aziende per la creazione di contenuti inerenti il campo dell’edilizia, della sostenibilità e del risparmio energetico
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