
Stadi e centri sportivi sono luoghi dedicati allo sport, quindi alla socialità e all’aggregazione. Rappresentano spesso elementi significativi per la vita urbana e di quartiere, ma allo stesso tempo la loro costruzione e gestione richiedono particolare attenzione ad alcuni aspetti di natura ambientale. Si tratta di strutture che necessitano di enormi quantità di energia, acqua e materiali per essere realizzate e mantenute operative. Negli ultimi anni, la crescente attenzione alla sostenibilità e alla lotta contro il cambiamento climatico ha posto l’accento sulla necessità di ripensare questi spazi, rendendoli più efficienti e meno inquinanti. Il concetto di stadio sostenibile è diventato centrale nei piani di sviluppo urbano, ma anche per le stesse società sportive. Si tratta di luoghi che possono incarnare valori e intenti anche al di là della sola etica sportiva, ricordando a tutti l’importanza di uno stile di vita sostenibile.
Le principali fonti di impatto ambientale imputabili al funzionamento degli stadi sono di diversa natura, ma tra le principali voci effettivamente si trovano senza dubbio i consumi energetici.
È sufficiente pensare agli impianti di illuminazione artificiale, alla necessità di climatizzare palestre e ambienti chiusi, agli impianti audio e video installati per rendersi conto di quanta energia possa essere necessaria. A ciò, poi, si aggiungono i consumi di dispositivi e impianti elettronici in generale, oltre alla quota richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria, essenziale per garantire il servizio anche negli spogliatoi.
Si passa, allora, al consumo idrico, dovuto ai servizi igienici, ma anche alle aree ristoro e, soprattutto, alle attività di manutenzione degli spazi esterni. L’irrigazione dei campi, banalmente, comporta il consumo di acqua in modo regolare, soprattutto durante la stagione estiva.
Altri aspetti significativi riguardano la produzione dei rifiuti durante gli eventi sportivi o di intrattenimento, come i concerti, e le emissioni in atmosfera connesse agli spostamenti in auto richiesti a tifosi e visitatori. Infine, facendo un passo indietro, prima di essere messo in funzione ogni stadio viene realizzato secondo un progetto, con il consumo di una gran quantità di materie prime e risorse naturali. I materiali da costruzione, come cemento, acciaio, legno, plastica, sono frutto di processi industriali, a loro volta fonte di impatti ambientali come consumi energetici e emissioni in atmosfera.
Una delle principali strategie per ridurre l’impatto ambientale degli stadi è contenere i fenomeni sopra descritti. Annullare completamente il fabbisogno energetico di un grande stadio o centro sportivo è probabilmente impossibile, ma il margine di miglioramento è ampio nella maggior parte dei siti sportivi presenti oggi in Italia.
Per ridurre i consumi è possibile agire sia sulle buone abitudini dei gestori, degli sportivi e dei visitatori, che sugli impianti e sulle tecnologie installate. Le principali soluzioni per l’efficienza energetica riguardano gli impianti di illuminazione, che dovrebbero rigorosamente essere a risparmio energetico. Installare sistemi di automazione, attraverso anche l’uso di sensoristica e impianti evoluti, permette di ottimizzare i consumi grazie ad un uso più razionale dell’energia.

La building automation trova ampia applicazione anche in questi contesti, riducendo in modo importante gli sprechi energetici. Fondamentale, poi, l’installazione di soluzioni impiantistiche evolute ed efficienti, per il riscaldamento, il raffrescamento, la ventilazione, anche grazie a macchinari per il recupero di calore.
Oggi gli stadi più all’avanguardia ricorrono alle energie rinnovabili come una risorsa chiave per ridurre drasticamente il proprio impatto ambientale.
Basti pensare ai pannelli fotovoltaici, che possono essere installati sulle coperture, sulle tettoie dei parcheggi o sulle facciate, generando energia pulita direttamente in loco. Allo stesso modo è possibile ricorrere al solare termico, per scaldare parte dell’acqua utilizzata da atleti e tifosi. In alcune regioni, anche il vento può diventare alleato dello sport grazie a impianti di mini-eolico, mentre la geotermia fornisce riscaldamento e raffrescamento sfruttando il calore del sottosuolo.
La transizione energetica negli stadi è una possibilità concreta, il mondo dello sport può diventare un simbolo non solo di competizione e spettacolo, ma anche di innovazione e responsabilità verso il pianeta.
Un esempio interessante di risparmio energetico è quanto realizzato presso il nuovo stadio cinese Greater Bay Area Sport Centre a Guanzhou, che verrà inaugurato in occasione dei Giochi Nazionali Cinesi. Il progetto è di Zaha Hadid Architects e per risparmiare energia ricorre a sistemi innovativi per la ventilazione naturale, essenziale considerato il clima locale e in grado di ridurre il ricorso alla ventilazione meccanica. Inoltre, un sistema di Building Energy Management permette di ottimizzare l’uso dell’energia e un insieme di sensori regolano in automatico illuminazione e ventilazione. Ad Amsterdam, invece, la Johan Cruijff Arena ricorre a 4.000 moduli fotovoltaici per produrre energia pulita per il proprio funzionamento. A Barcellona, l’Espai Barça è dotato di soluzioni avanzate per il riscaldamento, il raffrescamento e la ventilazione, che assicurano efficienza energetica, sostenibilità e comfort.
Un altro esempio è l’Emirates Stadium, alimentato al 100% da energia pulita dal 2017, grazie all’installazione di pannelli solari e impianti di digestione anaerobica. Si stima che le riduzioni delle emissioni di CO2, in tre anni, sia stato di quasi 1.000 tonnellate. Per risparmiare energia si utilizzano LED ad alta efficienza, già da una decina di anni si utilizza un sistema di Building Management System ed è installato un sistema di batterie da 3 MW.
