
Il pessimismo è materia che tradizionalmente abbonda al di sotto delle Alpi. Eppure, in molti ambiti il nostro Paese è messo molto meglio di come si è spesso portati a pensare. Ed è proprio questo uno dei principali messaggi che emergono dall’undicesimo rapporto GreenItaly curato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere.
Uno dei capitoli più interessanti della ricerca, per certi versi sorprendente, è quello che mostra l’Italia come un autentico leader europeo nel riciclo dei rifiuti e nell’economia circolare. In base ai tre indicatori chiave – il tasso di riciclo dei rifiuti, l’uso di materia seconda nell’economia, la produttività e il consumo procapite di risorse – il nostro Paese risulta essere quello posizionato meglio e dotato dei migliori pre-requisiti per diventare il leader continentale dell’economia circolare.
Economia circolare e riciclo dei rifiuti
In particolare, secondo i dati aggiornati al 2018 di Eurostat, l’Italia è la nazione europea con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti (urbani, industriali ecc.). Infatti, con il 79% di rifiuti totali avviati a riciclo (riempimenti esclusi) presenta un’incidenza doppia rispetto alla media europea (solo il 39%) e ben superiore rispetto a tutti gli altri grandi Paesi del continente, con la Francia al 56%, il Regno Unito al 50% e la Germania al 43%.
Non solo. Complessivamente, la sostituzione con materia seconda nell’economia italiana comporta un risparmio potenziale pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate di CO2. Si tratta di valori equivalenti al 14,6 % della domanda interna di energia e al 14,8% delle emissioni climalteranti (2018).
Una posizione di preminenza, peraltro, che è storicamente consolidata se è vero che l’Italia risulta essere uno dei pochi Paesi europei che dal 2010 al 2018 – nonostante un tasso di riciclo già elevato – ha comunque migliorato le sue prestazioni (+8,7%). In termini quantitativi assoluti, la quantità avviata a riciclo dall’Italia, oltre 61 milioni di tonnellate, è inferiore solo al valore della Germania (circa 74 milioni di tonnellate) e di gran lunga superiore a quello degli altri grandi Paesi europei (40 milioni in Francia, 35 milioni in Regno Unito).

Top europeo per riciclo materiali tradizionali
Più nel dettaglio, il nostro Paese ha in termini assoluti la più alta quantità di avvio a riciclo dei materiali tradizionali (carta, plastica, vetro, metalli, legno, tessili) che sommano a 29,4 milioni di tonnellate (rispetto ai 25,7 milioni di tonnellate della Germania). Dove invece va recuperato del terreno è nell’incidenza del recupero energetico e incenerimento, che è pari a circa il 14% contro una media europea di circa il 21%. Ciò nonostante, l’Italia presenta un’incidenza di discarica ben inferiore alla media europea e a quella di tutti i grandi Paesi, con l’eccezione della Germania.
Un ulteriore indicatore specifico del tasso di “circolarità dell’economia” è fornito dalla misura dalla percentuale d’utilizzo di materia seconda. Un indicatore, riguardante tutti gli usi e non solo quelli industriali, che segnala anch’esso l’Italia come uno dei Paesi leader europei. Con il 17,7% di materia seconda sui consumi totali di materia (che includono anche i materiali energetici), il nostro Paese ha una prestazione largamente superiore alla media europea, secondo soltanto alla Gran Bretagna fra le grandi nazioni europee.

Il rapporto GreenItaly: dati del tasso di circolarità
Più in generale, il rapporto GreenItaly 2020 sottolinea come tra il 2010 e il 2017 il tasso di circolarità dell’economia italiana è aumentato in maniera molto consistente con un +48%. Si tratta di un incremento quasi unico tra i Paesi europei (la media è + 6%), anche se già nel 2010 l’Italia aveva un buon tasso di circolarità. Se poi guardiamo allo specifico della produzione industriale, la crescita del tasso di circolarità dell’economia italiana risulta ancor più elevata, superiore al 50%.