Presentata per la prima volta a Dublino durante il Climate Innovation Summit 2018, l’installazione Photo.Synth.Etica di ecoLogicStudio – studio di progettazione urbana con sede a Londra, guidato da Claudia Pasquero e Marco Poletto – si presenta a primo sguardo come una grande quinta, una “tenda urbana” composta da 16 moduli trasparenti di 2 x 7 metri. Il prototipo, che avvolge il primo e il secondo piano della facciata principale dell’edificio Printworks al Castello di Dublino, lavora come un grande fotobioreattore, un contenitore in bioplastica realizzato digitalmente che utilizza la luce diurna per nutrire le culture microalgali viventi e rilasciare le ombre luminescenti durante la notte.
Ma come funziona esattamente? Catturando l’anidride carbonica dall’atmosfera e immagazzinandola in tempo reale: circa un chilo di CO2 al giorno, equivalente a quello di 20 alberi di grandi dimensioni! Grazie al loro design a serpentina, i moduli ottimizzano il processo di cattura del carbonio: l’aria non filtrata viene introdotta nella parte inferiore della facciata dove sale naturalmente entrando in contatto con microbi voraci. Le molecole di CO2 e gli inquinanti atmosferici vengono catturati e immagazzinati dalle alghe e trasformati in biomassa mentre l’ossigeno appena fotosintetizzato viene rilasciato nella parte superiore di ciascuna unità nel microclima urbano.
Il progetto, che prende il nome dal consorzio Photosynthetica diretto da ecoLogicStudio in collaborazione con Urban Morphogenesis Lab – UCL e Synthetic Landscapes Lab dell’Università di Innsbruck, è realizzato grazie al supporto di Climate-KIC, la più importante company europea per l’innovazione climatica, che mira ad accelerare le soluzioni ai cambiamenti climatici globali per creare una società inclusiva e resiliente, fondata su un’economia circolare a zero emissioni.
Un approccio complesso, sistemico e innovativo al tema dell’integrazione di architettura e sistemi intelligenti al servizio del benessere e della sostenibilità dei centri urbani. Photo.Synth.Etica infatti suggerisce che, nell’età antropocenica, l’implementazione di tecnologie all’avanguardia basate sull’intelligenza digitale e biologica sono sempre più al centro del design urbano nello stimolare la sensibilità collettiva su questioni ambientali, ogni giorno più stringenti.