Nasce la Carta per il fotovoltaico italiano

Firmata la Carta per il fotovoltaico, una dichiarazione volontaria, sottoscritta dai principali operatori, che ha come obiettivi quelli di garantire il rispetto degli obiettivi europei e nazionali su energia e clima, creare valore per le imprese e per l’intero sistema Paese
siglata carta per il fotovoltaico

Firmata la Carta per il fotovoltaico, un’alleanza tra le maggiori aziende e associazioni per facilitare gli investimenti nel rinnovamento e potenziamento delle centrali solari.
Si tratta di una dichiarazione volontaria degli operatori, che si impegnano a seguire determinati princìpi per rinnovare e sviluppare gli impianti fotovoltaici.

La Carta si basa sui risultati di una ricerca di Althesys sviluppata in collaborazione con Enel Foundation, GSE e i maggiori player del settore, che quantifica le potenzialità dell’ammodernamento degli impianti utility scale, evidenziando i vantaggi.
È necessario investire, le ricadute economiche sono stimate in 11 miliardi di euro, quasi 20.000 nuovi addetti (tra diretti e indiretti) il potenziale occupazionale e riduzione delle emissioni di 12,8 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti.

“Il fotovoltaico italiano – ha sottolineato Alessandro Marangoni, ceo di Althesys e coordinatore della ricerca – è un perno degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. È necessario mettere mano al parco fotovoltaico italiano, recuperando la produzione persa a causa del decadimento tecnologico. La Carta per il fotovoltaico, sottoscritta dai principali operatori, significa garantire il rispetto degli obiettivi europei e nazionali su energia e clima, creare valore per le imprese e per l’intero sistema Paese.”

Lo studio rileva come il parco fotovoltaico italiano, nonostante un’età media compresa tra gli 8-10 anni, presenti criticità come il decadimento della produzione stimabile nel 2,2% annuo al 2016, ben superiore a quello fisiologico previsto al momento dell’installazione.

Con il forte calo dell’installato dopo la fine dei Conti Energia, la nuova potenza si limita a sostituire quella “perduta”: al 2030, la perdita totale sarebbe di 5.000 MW, pari al 25% della potenza esistente al 2017.

Gli impianti utility scale affetti da problematiche rappresentano il 40% del totale (2,5-3,3 GW), con un costo complessivo per l’ammodernamento che si aggirerebbe tra 220-270 milioni di euro. Circa 19 MW usciranno dall’incentivazione tra il 2029 ed il 2035, ma potranno continuare a produrre se mantenuti efficienti.

Come raggiungere i target? Innanzitutto, è necessario avviare un processo di ammodernamento del parco fotovoltaico utility scale con interventi di revamping e repowering.

Grazie al revamping si potrebbero recuperare fino a 4.000 MW di potenza al 2030, mentre il repowering può fornire 1.550-1.700 MW aggiuntivi. È necessario:

  • un quadro regolatorio chiaro e stabile che dia certezze sulla possibilità di intervenire sugli impianti;
  • una semplificazione dei processi autorizzativi per gli ampliamenti;
  • un coordinamento per lo sviluppo della rete.

Parallelamente, è necessario creare le condizioni per nuovi impianti attraverso l’individuazione di “aree preferenziali”, un contesto normativo, strumenti di sostegno indiretto come super ammortamenti e tax credit.

I sottoscrittori della Carta per il fotovoltaico

ANIE Rinnovabili, ASI Azienda Solare Italiana, Eco-PV, EF Solare Italia, Elettricità Futura, Enel Green Power, Enerray, Esapro, Falck Renewables, Green Arrow, GSF Global Solar Fund, RTR, Tages, Terna.

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Alessia Varalda

Ingegnere elettrotecnico con esperienza come Project Manager presso un'importante multinazionale attiva nel settore dell'energia e dell'automazione. La curiosità verso le tecnologie innovative e le soluzioni all'avanguardia nel mondo delle energie (tradizionali e rinnovabili) mi ha portata a lavorare per 14 anni presso un importante editore di riviste tecniche di settore scrivendo di home&building automation, illuminazione, comfort, efficienza energetica e sostenibilità.
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