Mobilità elettrica e pompe di calore per la decarbonizzazione

Per la decarbonizzazione occorre puntare sull’elettrificazione dei consumi. Emobility e pompe di calore potrebbero favorire la penetrazione elettrica, secondo Irex Report
Mobilità elettrica e pompe di calore per la decarbonizzazione

Il settore elettrico sta conoscendo una trasformazione importante. In questo processo evolutivo trova spazio lo sviluppo della smart energy e della mobilità sostenibile oltre che una progressiva convergenza tra le rinnovabili e l’efficienza energetica.

L’obiettivo verso cui puntare è la decarbonizzazione: per questo occorre spingere sull’elettrificazione dei consumi con la diffusione di nuove tecnologie. Lo rileva l’IREX Annual Report 2019 di Althesys, segnalando che due elementi potrebbero favorire un maggiore utilizzo del vettore elettrico e un suo sviluppo: l’auto elettrica e le pompe di calore.

Emobility traino dell’elettrificazione

È necessario aumentare il grado di penetrazione elettrica in Italia. Lo rilevava la Strategia Energetica Nazionale, segnalando che un innalzamento dell’indice di penetrazione elettrica al 24%, in assenza di nuove misure, non sarebbe raggiunto. Il trend crescente dell’ultimo periodo si è arrestato. Occorre quindi che l’elettrificazione dei consumi sia rilanciata e le nuove tecnologie possono giocare un ruolo determinante, rileva Althesys, su tutte l’auto elettrica e le pompe di calore che potrebbero essere i principali strumenti per una ripresa, incidendo sui trasporti e sul settore civile.

Per quanto riguarda la mobilità elettrica, in particolare la smart mobility, si è notata una crescita in termini di accordi di collaborazione tra operatori energetici, industrie dell’automotive e player tecnologici rivolti, in particolare all’installazione di colonnine di ricarica, servizi di manutenzione, noleggio di veicoli e sviluppo di mobile app.

Le potenzialità della mobilità elettrica in cifre

Ma nel complesso si guarda al potenziale impatto della mobilità elettrica. La previsione di crescita dei veicoli circolanti è valutata, nel profilo più ottimistico tra i 5,5 milioni nel 2030 e 23 milioni nel 2040 o, tutt’al più nel caso di stima più contenuta, a una stima comunque consistente tra i 2,8 e i 20 milioni. Nelle pagine dello studio si sgombrano anche dubbi sull’impatto dell’emobility sulla capacità della rete elettrica di poter gestire un’aumentata richiesta. Si legge infatti che “sebbene ancora poco diffusa in Italia, potrebbe essere rilevante: il modello NET ipotizza al 2030 consumi annuali per la ricarica di 4 TWh nello scenario low e 10 TWh in quello high”.

Ben maggiore, invece, l’effetto al 2040, quando larga parte dei veicoli dovrebbe essere elettrica. I consumi annui per la ricarica andrebbero dai 30 TWh dello scenario più limitato ai 43 di quello più ottimistico.

Ma qui entrano in gioco anche le potenzialità del parco auto elettrico e il suo impatto positivo sia per la rete sia per i servizi resi tutto questo, specialmente per il potenziale di stoccaggio delle batterie una volta terminata la loro funzione per la mobilità. Nel primo caso, lo scenario high stima una crescita fino a 200 GWh al 2030 e a 1,3 TWh al 2040 della capacità delle batterie nei veicoli per il Vehicle To Grid.

In questo secondo caso, rileva Althesys “il parco batterie, giunto a fine vita nella mobilità e riutilizzato per gli accumuli diffusi, fornirebbe nello scenario high quasi 300 GWh al 2030 e 1,8 TWh al 2040”.

Questo crea nuove opportunità di business, in termini di infrastrutture e servizi di ricarica, energy storage e sistemi di integrazione dei veicoli con la rete.

Le potenzialità delle pompe di calore

Con 19,5 milioni di prodotti installati per 126,4 GW termici e una crescita del 2,5% (nel 2017) le pompe di calore in Italia sono una presenza significativa. Seppure il 90% è costituito dai sistemi di climatizzazione per il raffrescamento, sono sì un fattore di criticità per il sistema elettrica, ma anche una risorsa, se impiegate per il riscaldamento, grazie alle doti di risparmio energetico. Infatti, permettono di ridurre anche fino al 60% l’uso di energia primaria rispetto ai sistemi tradizionali. Non solo: la differenza tra calore prodotto e consumo delle heat pump ad alte prestazioni è considerata energia rinnovabile nel settore termico.

Althesys fa notare che “le pompe di calore elettriche possono anche costituire una forma di partecipazione della domanda e fungere da stoccaggio grazie alla capacità di accumulo termico, contribuendo all’adeguatezza e flessibilità del sistema. Una crescita al 2030 fino a quattro milioni di nuove unità comporterebbe un aumento dei consumi di elettricità di 11 TWh, sostenendo la domanda senza impatti eccessivi sul sistema”.

Da dove potrebbe arrivare una spinta alla loro adozione? Dall’edilizia, quella delineata attraverso quanto prescritto dalla direttiva EPBD. Invece, non sembrano sufficienti le misure attuali, ovvero gli ecobonus e le detrazioni fiscali per il recupero del patrimonio edilizio.

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Andrea Ballocchi

Giornalista freelance, si occupa da anni di tematiche legate alle energie rinnovabili ed efficienza energetica, edilizia e in generale a tutto quanto è legato al concetto di sostenibilità. Autore del libro “Una vita da gregario” (La Memoria del Mondo editrice, prefazione di Vincenzo Nibali) e di un manuale “manutenzione della bicicletta”, edito da Giunti/Demetra.
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