Edifici a energia positiva, la nuova frontiera possibile dell’edilizia

In edilizia c’è chi ragiona oltre l’obiettivo NZEB verso gli edifici a energia positiva. Sono diversi i programmi e network a livello europeo, e l’Italia c’è
edifici a energia positiva

Parlare di edifici a energia positiva oggi pare un’utopia. L’edilizia, infatti, sta faticosamente entrando nell’ordine delle idee di focalizzarsi sull’obiettivo nZEB. Eppure, non è irrealizzabile.
Tutt’altro. C’è spazio e possibilità per un nuovo modo di intendere l’edilizia che non solo azzeri i consumi energetici, attraverso un’attenta strategia di efficienza energetica, ma produca più energia di quanto ne richieda. Sono in molti a pensarla in questo modo a livello europeo e anche italiano.

Edifici a energia positiva, cosa si è fatto

Ma partiamo con ordine. Oggi la direttiva UE 2018/844 che modifica quella EPBD sulla prestazione energetica degli edifici, pone tra i suoi obiettivi di permettere, attraverso le ristrutturazioni, di arrivare a contare su un settore edile decarbonizzato e su un parco di edifici nZEB al 2050.

L’intento, quindi, è arrivare a costruire o a praticare interventi di riqualificazione energetica per arrivare alla soglia near zero energy.

Da qui si è mosso il Building Performance Institute Europe (BPIE), think tank indipendente e non profit che conta sul supporto di svariati partner e sponsor europei e internazionali. Già nel 2015 si domandava se fosse già possibile ragionare “oltre lo nZEB”, malgrado fosse in atto una complessa transizione verso obiettivi più stringenti per raggiungere valori prossimi allo zero in termini di fabbisogno energetico. “Le tecnologie esistono già, la sfida principale rimane la volontà politica di dare i segnali giusti al mercato”, affermava, segnalando dei progetti pilota che stavano andando in quella direzione in Francia (Bepos) e in Germania (Energy Positive House / Plus Energy House).

Ancora prima, l’organizzazione internazionale Global Buildings Performance Network (GBPN) era nata con l’obiettivo di migliorare le prestazioni energetiche e realizzare ambienti costruiti sostenibili già nel 2013. In collaborazione con la Renewable Energy ed Energy Efficiency Partnership (REEEP) aveva lanciato un progetto per un miliardo di metri quadri di edifici per l’energia positiva. Anche in quel caso si parlava di energy positive building come di un’opzione tecnicamente fattibile.

Oggi si sa che in Norvegia, nei pressi dell’aeroporto di Oslo, si sta lavorando a un progetto per realizzare una smart city energeticamente positiva. I lavori dovrebbero partire proprio quest’anno, con i primi edifici terminati nel 2022. Se vedrà la luce, sarà il primo centro urbano al mondo a energia positiva. Intanto, sempre nel Paese nord europeo, il raggruppamento di imprese Powerhouse Group sta realizzando il primo edificio per uffici energy plus. Non solo: si tratta molto probabilmente dell’edificio col maggiore surplus energetico al mondo.

Il progetto ZERO-PLUS

C’è poi un progetto, che vede coinvolta anche l’Italia e che terminerà nel 2020, che si pone l’obiettivo di realizzare energy positive building ed edifici nZEB in Europa usando tecnologie energetiche avanzate. Si chiama ZERO-PLUS rientra nel programma Horizon 2020 e conta sull’Università degli Studi di Perugia quale ente italiano attivo. Intende individuare soluzioni per progettare nuovi edifici ad alte prestazioni energetiche e a questo proposito verrà sviluppato, spiegano nel loro sito:“un sistema modulare integrato ed efficiente per insediamenti abitativi a consumo energetico netto pari a zero, che sarà attuato in una serie di casi studio nei territori della UE.”

villa1 a GranaroloI partner del progetto hanno ultimato la realizzazione in Italia, a Granarolo dell’Emilia (Bologna), di edifici ad energia positiva, due ville monofamiliari con rinnovabili integrate. I lavori in cantiere procedono qui e negli altri tre cantieri come segnala Anna Laura Pisello, docente presso il dipartimento di Ingegneria dell’Università di Perugia. «Sono stati quasi ultimati anche i lavori in Francia ed Inghilterra», mentre Cipro, seppure un po’ in ritardo, «è alla fase costruttiva», spiega la coordinatrice del gruppo accademico insieme al prof. Franco Cotana, occupandosi della parte tecnico-scientifica e di revisione-supporto della fase di progetto e costruttiva.

Il primo obiettivo è ridurre l’uso energetico in edifici residenziali fino a una media di 0-20 kWh/m² per anno, obiettivo ambizioso se confrontato con la media attuale di 70-230 kWh/m². Spiegano inoltre che per raggiungere questo livello di efficienza energetica si farà uso di varie soluzioni tecnologiche, compresa l’adozione di un isolamento termico ad alta efficienza, così come il riscaldamento e l’illuminazione, oltre a sistemi BEMS di gestione energetica degli edifici.

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Andrea Ballocchi

Giornalista freelance, si occupa da anni di tematiche legate alle energie rinnovabili ed efficienza energetica, edilizia e in generale a tutto quanto è legato al concetto di sostenibilità. Autore del libro “Una vita da gregario” (La Memoria del Mondo editrice, prefazione di Vincenzo Nibali) e di un manuale “manutenzione della bicicletta”, edito da Giunti/Demetra.
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