
Utilizzare i crediti di carbonio per contribuire allo sviluppo di strumenti di mitigazione del cambiamento climatico: è una strada che già in molti hanno tentato di percorrere.
I meccanismi di emission trading possono infatti svolgere un ruolo di primo piano, a patto di evitare operazioni di facciata di scarsa efficacia e, soprattutto, credibilità.
È a partire da questa considerazione che Harley&Dikkinson, realtà impegnata nel settore della riqualificazione immobiliare, ha presentato una nuova metodologia per la creazione e la valorizzazione dei crediti di carbonio basata sul calcolo e la verifica delle emissioni di CO2 evitate in atmosfera grazie agli interventi edilizi.
Sulla carta è semplice: abitazioni ed edifici, per funzionare, richiedono energia (elettricità, gas ecc.) e producono una determinata quantità di gas serra, prima tra tutte la CO2.
Un adeguato efficientamento consente di ridurre i consumi e le emissioni. Il delta tra questi due valori contribuisce a generare i crediti di carbonio.
Applicare questo concetto nella pratica ha richiesto naturalmente più lavoro.

Innanzitutto la metodologia di Harley&Dikkinson si basa su elementi di trasparenza, quali la misurazione puntuale del dato, il monitoraggio continuo delle performance di progetto, la verifica dei benefici conseguiti e la loro certificazione svolta da un soggetto terzo indipendente.
Le strategie di sostenibilità in generale e la transizione energetica in particolare richiedono la messa a punto di strumenti e metodi che ne garantiscano la fattibilità, soprattutto dal punto di vista economico. Per assicurare la massima correttezza nei calcoli, il modello di analisi è stato sviluppato dal Politecnico di Milano. Parametri e variabili da considerare sono numerosi: costruire un modello in grado di identificare con certezza l’andamento dei consumi (che non si limiti semplicemente a confrontare i consumi prima e dopo l’intervento di riqualificazione) si è rivelato una sfida complessa.
Lo step successivo riguarda la validazione, eseguita da RINA. Il gruppo multinazionale di certificazione, attivo in più di settanta paesi, studierà l’applicazione del modello al fine di garantire la credibilità e l’efficacia nel mercato.
In un mercato dei crediti di carbonio ancora privo di regolamentazione ufficiale, questo approccio promette di offrire trasparenza e affidabilità. Merito del lavoro congiunto tra più entità, che include la validazione indipendente di RINA e i criteri scientifici rigorosi del Politecnico di Milano.
Si beneficia così di un incremento del valore dei crediti di carbonio sul mercato, con vantaggi economici condivisi lungo l’intera filiera.
“Quella messa a punto è una metodologia affidabile e scientificamente validata per la misurazione e la verifica dei crediti di carbonio, che può stimolare l’intera filiera verso l’adozione di modelli innovativi e sostenibili. – spiega Massimo Nissoli, Co-Founder e Ceo Harley&Dikkinson ESG – Siamo lieti di avere al nostro fianco in questo ambizioso progetto realtà come Il Politecnico di Milano e RINA e crediamo che un’iniziativa come questa possa generare ricadute positive sull’intero ecosistema delle PMI italiane”.
