Firmata la Carta per l’idrogeno per lo sviluppo della filiera

La Cooperation Charter sancisce l’impegno comune per sprigionare tutto il potenziale dell’idrogeno, considerato come un elemento fondamentale nel percorso verso il raggiungimento della “neutralità carbonica” da parte del nostro continente
Firmata la carta per l'idrogeno per supportare la filiera

Ancora abbastanza sottotraccia, in Europa l’idrogeno prosegue il suo cammino per affermarsi come principale vettore dell’energia rinnovabile. Un cammino che passa anche per importanti appuntamenti associativi ed istituzionali, indispensabili a piantare i “paletti” attraverso i quali si svolgerà il futuro percorso di sviluppo. Particolarmente significativo è quanto accaduto in occasione del recente World Hydrogen Forum, organizzato da Hydrogen Europe. Un contesto che ha portato alla firma della “Cooperation Charter” da parte di 24 Associazioni sull’Idrogeno – fra cui l’Associazione Italiana Idrogeno (H2IT) – oltre che del rappresentante della stessa Hydrogen Europe.

Carta per l’idrogeno: di cosa si tratta e perchè è importante

Si tratta di un documento con cui le associazioni nazionali europee del settore si impegnano a lavorare insieme verso un obiettivo comune: sprigionare tutto il potenziale dell’idrogeno, giustamente considerato come un elemento fondamentale nel percorso verso il raggiungimento della “neutralità carbonica” da parte del nostro continente.

“La Cooperation Charter sull’idrogeno – sottolinea Hydrogen Europe – si inserisce nel solco tracciato dall’UE con il Net-Zero Industry Act, parte del Green Deal recentemente approvato dal Parlamento Europeo, che tra i diversi obiettivi vede quello di soddisfare entro il 2030 almeno il 40% del fabbisogno annuale dell’UE con tecnologie a emissioni zero”.

I rappresentanti delle 24 associazioni che hanno firmato la Carta per l'idrogeno
I rappresentanti delle 24 associazioni che hanno firmato la Carta per l’idrogeno

A rafforzare la valenza della della Carta per l’idrogeno c’è, come detto, la sua amplia platea di firmatari. Oltre a H2IT, hanno aderito al documento i rappresentanti nazionali per lo sviluppo dell’idrogeno di Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ucraina, Ungheria e Regno Unito.

Cooperation Charter: gli obiettivi

In particolare, le associazioni firmatarie si impegnano a guidare e sostenere l’attuazione dell’agenda del Green Deal europeo, volta al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050, promuovendo l’adozione delle tecnologie legate all’idrogeno. A tal fine, “stimoleranno il supporto politico a livello nazionale, regionale ed europeo, essenziale per la creazione di un mercato più vasto per l’idrogeno pulito e lo sviluppo delle competenze necessarie”.

Verrà inoltre promossa l’effettiva integrazione della legislazione europea negli ordinamenti nazionali, favorendo così la nascita di un vero e proprio mercato europeo dell’idrogeno. L’impegno delle associazioni si tradurrà anche nell’organizzazione e partecipazione a eventi nazionali e internazionali, inclusa la “European Hydrogen Week”, l’iniziativa annuale più grande dedicata all’idrogeno.

Lavoro da condividere

Altro elemento importante sottolineato nella Carta per l’idrogeno, la condivisione delle best practice “allo scopo di agevolare la collaborazione con associazioni e controparti europee per affrontare le sfide comuni”. In più, le associazioni punteranno a stabilire alleanze con le Camere di commercio e altre organizzazioni sul territorio.

Spazio anche alla comunicazione: attraverso social media e newsletter dedicate, le associazioni forniranno aggiornamenti regolari al pubblico e all’industria sullo sviluppo dei settori nazionali dell’idrogeno. Questo perché “la combinazione di azione e informazione sarà centrale per tracciare il percorso verso la transizione energetica e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050”.

Necessaria un’azione sinergica

“La Cooperation Charter – ha dichiarato Alberto Dossi, presidente di H2IT – mette nero su bianco ciò che in Italia perseguiamo da tempo: un’azione sinergica con le istituzioni, le imprese, i professionisti e i ricercatori per affermare l’idrogeno quale un vettore imprescindibile nel processo di decarbonizzazione”.

Dossi ha proseguito sottolineando come “la storia di questo comparto dimostra l’importanza della cooperazione a ogni livello, anche a livello internazionale. Ecco perché, con la firma dell’accordo, vogliamo essere tra i “padri fondatori” di un’Europa alimentata anche dall’idrogeno, in cui dialogo e confronto tra le parti sono determinanti per creare innovazione”.

L’Hydrogen Bank

La strategia europea sull’idrogeno fa leva anche sull’Hydrogen Bank, ovvero il programma di finanziamento e incentivazione lanciato per accelerare lo sviluppo della filiera dell’idrogeno verde in Europa. Ed il recente annuncio della Commissione Europea di una seconda asta per l’Hydrogen Bank è stato apprezzato dalle associazioni nazionali, ma con qualche perplessità.

Molecola idrogeno

Le associazioni nazionali hanno infatti inoltrato alla Commissione Europa una lettera con la quale hanno ribadito l’importanza di stabilire un criterio di prequalificazione per gli elettrolizzatori utilizzati nei progetti che parteciperanno alla seconda asta per l’Hydrogen Bank.

Asta da più di un miliardo

Grazie alla prima asta, attraverso l’Hydrogen Bank sono stati stanziati quasi 720 milioni di euro, destinati ai 7 progetti vincitori, per la produzione di idrogeno rinnovabile. La seconda asta dell’Hydrogen Bank, che avrà un budget quasi raddoppiato, pari a 1,2 miliardi di euro, si svolgerà entro la fine del corrente anno.

“L’iniziativa dell’Hydrogen Bank – ha affermato Alberto Dossi – rappresenta certamente un’ottima notizia per la filiera e dimostra che l’Unione Europea crede realmente nel potenziale dell’idrogeno. Tuttavia, è essenziale che i criteri per la partecipazione alle aste permettano che i finanziamenti generino valore aggiunto in Europa”.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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