Le comunità energetiche sono insiemi di consumatori che si uniscono per produrre energia rinnovabile destinata all’autoconsumo, secondo un contratto comunitario appositamente definito. Possono concorrere alla creazione di una comunità energetica cittadini privati, imprese e enti di vario tipo, con lo scopo di delocalizzare la produzione di energia e favorire la diffusione dei cosiddetti “prosumer”. I vantaggi ottenibili sono diversi, da un lato ambientali e dall’altro economici. Aumentare la produzione di energia rinnovabile fa sicuramente bene all’ambiente, così come è conveniente per i consumatori poter contare sull’energia prodotta, senza acquistarne dalla rete nazionale. Inoltre, l’energia in eccesso può essere venduta, con ulteriore guadagno economico. L’investimento iniziale richiesto, poi, può essere ridotto se si ricorre ad appositi incentivi fiscali, previsti per l’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile.
Lo sviluppo delle comunità energetiche è sicuramente un elemento importante per la transizione energetica del Paese e il GSE ha pubblicato le “Regole tecniche per l’accesso al servizio di valorizzazione e incentivazione dell’energia elettrica condivisa” per chi vuole beneficiare del contributo economico riconosciuto dal Gestore dei Servizi Energetici.
Mentre Enea ha reso disponibile il vademecum “La Comunità Energetica“ per spiegate le finalità ed il funzionamento. Ma quante sono le comunità energetiche italiane? Dove si sono sviluppate?
In Italia ci sono già diverse comunità energetiche come in Sardegna dove i piccoli Comuni di Villanovaforru e Ussaramanna hanno scelto la via dell’autoconsumo, ufficializzando la costituzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Oppure in Sicilia dove Enel X e Banca Agricola Popolare di Ragusa hanno supportato un progetto di autoconsumo collettivo.
Una transizione testimoniata dall’Electricity Market Report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano che prevede la nascita di circa 10 mila comunità energetiche nei prossimi cinque anni. È di pochi mesi fa la notizia della partnership di Edison e Gabetti Lab per sviluppare iniziative di comunità energetiche in ambito condominiale in Italia.
Ecco altri 5 esempi di comunità energetiche italiane.
Il progetto della CER (Comunità Energetica Rinnovabile) “Energy City Hall” di Magliano Alpi, in provincia di Cuneo, nasce su iniziativa del comune. Sono stati messi a disposizione 2 impianti fotovoltaici per una potenza totale di 40 kW, che servono sia edifici pubblici che privati. La realizzazione del progetto è stata possibile grazie alla collaborazione con l’Energy Center del Politecnico di Torino. Il Comune ha anche acquistato degli smart meters, collegati a tutti i POD aderenti alla CER e si è scelta la piattaforma Energy4Com per analizzare i flussi di produzione e consumo dell’energia.
A Pinerolo, in provincia di Torino, è stato inaugurato il primo condominio in Autoconsumo Collettivo, ossia un edificio condominiale riqualificato e in grado di coprire i consumi energetici delle abitazioni che lo compongono al 90% tramite autoconsumo. In copertura è installato un impianto fotovoltaico da 20 kW, a cui si aggiunge un impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria e 13 accumuli elettrici. Quello di Pinerolo, in realtà, è un territorio noto anche per il progetto per una comunità energetica avviato dal Consorzio Pinerolo Energia e il Politecnico di Torino, approvato dalla Regione nel 2020. Partecipano sia soggetti pubblici, che privati e l’obiettivo è renderli il 100% rinnovabili, grazie all’installazione di 15 impianti fotovoltaici, una centrale idroelettrica e produzione di biogas.
GECO, Green Energy Community è un progetto europeo coordinato da AESS (Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile) finalizzato alla costruzione di un comunità energetica distrettuale. ENEA e l’Università di Bologna sono partner di questa iniziativa che ha fatto nascere la comunità energetica di Pilastro-Roveri, in provincia di Bologna. Il progetto è stato avviato nel 2019, con i primi incontri con gli stakeholders e l’organizzazione di un tavolo di lavoro nazionale, che ha coinvolto diversi attori del sistema energetico. Dopo una prima analisi, che ha toccato aspetti legali, tecnologici, economici e culturali, si è effettivamente costituito GECO, con attività di engagement dei cittadini. L’installazione dei pannelli è avvenuta nel 2021 e la fase di consolidamento terminerà quest’anno, per poi valutare la scalabilità di quanto realizzato. La potenza prevista del fotovoltaico è di 200 kW, a cui si abbina un sistema di storage. Il territorio a cui si rivolge GECO include 7.500 abitanti e una zona commerciale di 200.000 metri quadri.
La comunità energetica del Veneto nasce nel 2018 grazie alla collaborazione di Coldiretti Veneto e ForGreen e oggi vanta il coinvolgimento di 1253 utenti, tra aziende e privati. La comunità viene chiamata “Energia Agricola a km0”, in quanto i principali attori sono le aziende agricole del territorio. ForGreen gestisce e distribuisce l’energia prodotta, con un risparmio di 11140 tonnellate di CO2 in atmosfera ogni anno. In totale, sono 414218 i MWh di energia scambiati tra produttori e consumatori.
Solisca è una recente comunità energetica nata dalla collaborazione tra il Comune di Turano Lodigiano e Sorgenia, inaugurata il 4 febbraio 2022. L’avvio del progetto risale all’anno scorso ed ora è effettivamente in funzione, con una capacità produttiva di 50.000 kWh all’anno di energia rinnovabile. Sono presenti due impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 45 kW, installati presso il centro sportivo e la palestra. Nella comunità si contano 9 famiglie, la parrocchia e 9 utenze comunali. La comunità energetica è gestita da una piattaforma digitale, a cui sono collegati gli smart meters, così da registrare in tempo reale i dati di produzione e di consumo. Grazie ai dati raccolti sarà possibile calcolare indicatori di sostenibilità ambientale e gli utenti saranno coinvolti in attività di sensibilizzazione, mediante meccanismi di gaming.