Smart Home all’epoca del Coronavirus: il punto di vista del consumatore

Cresce la vicinanza dei consumatori italiani alla Smart Home. Gli utenti si dimostrano sempre più autonomi nell’uso dei dispositivi connessi, sfruttandone le funzionalità e i benefici. Aumenta anche l’interesse verso i nuovi servizi per la casa intelligente
Smart Home all'epoca del Coronavirus: il punto di vista del consumatore

Il 2020, annus horribilis segnato dall’emergenza sanitaria legata al Covid, è stato un periodo particolare per la Smart Home. Oltre ad aver avuto un inevitabile impatto sul mercato dei dispositivi connessi destinati alla casa intelligente, la pandemia ha influito sul comportamento dei consumatori italiani rispetto all’utilizzo di tali tecnologie. Del rapporto tra prodotti Smart per la casa e consumatori si è discusso in occasione del recente convegno “Stay at Home, stay in a Smart Home: la casa intelligente alla prova del Covid”. L’evento è stata l’occasione per presentare la nuova ricerca sulla Smart Home realizzata dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.

Entriamo nel merito di quanto emerso dai dati raccolti, scoprendo qual è l’attuale interesse dei consumatori nei confronti dei prodotti Smart a uso domestico.

Smart Home: cambia la sensibilità del consumatore italiano

L’utilizzo delle funzionalità Smart dei dispositivi connessi per la casa è aumentato nel corso dell’emergenza sanitaria. Analizzando i dati, emerge che a oggi il 67% dei possessori di prodotti Smart dichiara di utilizzarli spesso.

Alla base del crescente uso dei prodotti intelligenti per la casa si riscontra la convergenza di più fattori combinati. Come conseguenza della pandemia, si è innanzitutto assistito a una crescita della cultura digitale. Il consumatore italiano si è abituato a utilizzare sempre più spesso le tecnologie, come testimoniano i dati relativi ai canali Home Banking, agli acquisti online nonché ad altre attività precedentemente realizzate in presenza.

Siamo inoltre di fronte a un consumatore che ha riscoperto il valore della casa. Tendenzialmente, gli italiani si sono mostrati sempre più sensibili rispetto ai cittadini stranieri sul tema “casa”. La pandemia ha tuttavia contribuito ad accrescere il trend, come riscontrabile da un’aumentata quota di consumatori che sta facendo o ha in programma di eseguire interventi finalizzati a migliorare la vivibilità della propria abitazione.

Nel contempo è incrementato il numero di attività lavorative o del tempo libero svolte tra le mura domestiche. Molte di queste attività vengono ora supportate dall’uso di oggetti Smart. Un dato interessante riguarda ad esempio gli Home Speaker, utilizzati sempre di più per interagire con gli oggetti connessi della casa.

La prospettiva del consumatore

Rimane sostanzialmente costante il livello di conoscenza dei dispositivi connessi a uso domestico: a fine 2020 il 69% dei consumatori dichiara di aver sentito parlare almeno una volta di Smart Home o di “casa intelligente” (68% nel 2019, 59% nel 2018). Sono soprattutto i più giovani, con età compresa tra i 18 e i 34 anni, a conoscere maggiormente la Smart Home (82% vs 61% dei consumatori, compresi tra i 55 e i 74 anni), insieme a coloro che hanno una maggiore familiarità con le tecnologie. Sulla spinta della crescente vicinanza al mondo digitale, in prospettiva si attende comunque un nuovo incremento nella conoscenza della Smart Home.

Anche la diffusione dei dispositivi connessi all’interno delle case italiane rimane in linea con gli anni passati, a indicazione di come il mercato sia spinto soprattutto da coloro che si sono già avvicinati alla Smart Home ed estendono la quantità di oggetti intelligenti in loro possesso. La quota di consumatori che possiede almeno un prodotto Smart nel 2020 si attesta infatti al 43%, in leggerissimo aumento rispetto ai due anni precedenti (42% nel 2019, 41% nel 2018).

Smart Home: prospettiva del consumatore
Smart Home: prospettiva del consumatore – Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano

Dai dati si rileva inoltre l’esistenza di una fetta cospicua di consumatori che ha già acquistato oggetti Smart, capendone il reale valore. Nel contempo si riscontrano però svariati utenti che sono tuttora inconsapevoli di aver acquistato un prodotto Smart e che di conseguenza non ne utilizzano le funzionalità.

Motivi che spingono all’acquisto di oggetti Smart

Nel ventaglio delle motivazioni che spingono i consumatori ad acquistare oggetti Smart, ai primi posti si confermano bisogni quali la sicurezza e la comodità. Cresce contemporaneamente l’interesse rivolto al controllo dei consumi, quindi all’efficienza energetica.

Impatto del Covid sull’acquisto di prodotti Smart

La pandemia non ha inciso tanto sulla priorità che i consumatori danno all’acquisto di oggetti Smart (solo per il 14% è diminuita, mentre per il 70% è rimasta uguale allo scenario pre-Covid), quanto sul budget da dedicare: oltre il 25% degli italiani ha diminuito la propria capacità di spesa per queste finalità.

Impatto del Coronavirus sulla Smart Home
L’impatto del Covid sulla Smart Home – Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano

Motivi alla base del mancato acquisto

Sul fronte delle motivazioni che spingono al non acquisto di oggetti Smart si riscontrano invece:

  • una percezione di prodotti ancora troppo futuristici;
  • la mancata comprensione dei benefici derivanti dai dispositivi;
  • il prezzo considerato ancora troppo elevato;
  • l’assenza di un reale bisogno.

Dall’analisi emerge perciò con chiarezza che in molti casi il consumatore non riesce ancora a comprendere pienamente il valore delle soluzioni Smart.

Nuovi servizi per la Smart Home

Nonostante nel mercato sia riscontrabile una maggiore offerta di nuovi servizi associati agli oggetti Smart, solo una percentuale minima di utenti (8%) li ha già attivati. I consumatori si dimostrano tuttavia sempre più interessati all’idea di fruirne. Oltre il 60% evidenzia infatti una propensione all’acquisto di nuovi servizi in futuro.

Entrando nel dettaglio, i servizi che riscuotono maggiore interesse tra i consumatori sono:

  • i servizi di consulenza medica (35%);
  • i servizi di analisi dei consumi energetici (31%);
  • i servizi di assistenza e di manutenzione (30%);
  • i servizi di pronto intervento H24, sette giorni su sette (27%);
  • i servizi di vigilanza privata (26%).

Privacy nella Smart Home

Un altro dato significativo emerso nel corso del 2020 rispetto agli anni precedenti si trova in una diminuzione dei rischi percepiti dagli utenti in termini di violazione della privacy. Mentre nel 2019 la quota di consumatori restii a condividere i propri dati personali con le soluzioni Smart per la casa si attestava al 54%, nel 2020 la percentuale scende al 45%. Un segnale positivo che pone ulteriormente in rilievo la crescente confidenza degli italiani con le soluzioni della Smart Home.

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Evelyn Baleani

Giornalista e Web Editor freelance. Si occupa di contenuti per i media dal 2000. Dopo aver lavorato per alcuni anni in redazioni di società di produzione televisiva e Web Agency, ha deciso di spiccare il volo con un’attività tutta sua. Le sue più grandi passioni sono l'ambiente, il Web, la scrittura e la Spagna
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