Negli ultimi anni lo scenario Smart City è stato definito “a luci e ombre” poiché molti comuni hanno sperimentato alcune tecnologie digitali, ma la presenza di barriere (mancanza di competenze, risorse economiche limitate, modelli di governance poco definiti) hanno frenato lo sviluppo di grandi progetti.
Secondo l’ultimo Osservatorio Internet of Things del Politecnico, nonostante ll 51% dei comuni (che ha risposto all’indagine) ha avviato un progetto di Smart City, la maggior parte delle iniziative è ancora in fase sperimentale.
Anche per il 2017 si conferma questa tendenza, il 53% dei comuni ha in programma progetti ma, a parte alcune soluzioni per il monitoraggio del traffico o del trasporto pubblico locale, i comuni fanno fatica a estendere le sperimentazioni all’intero territorio e integrarle per il miglioramento della città.
Alcune grandi città, come Milano e Torino, stanno portando avanti programmi che puntano a offrire servizi alla comunità.
“La Smart City in Italia è ancora in cerca d’autore: la maggior parte delle iniziative si arena dopo la prima fase di sperimentazione. Per superare questa situazione è fondamentale formulare una strategia nazionale condivisa: a livello centrale bisogna stabilire impegni e priorità per i comuni cercando di trovare il giusto compromesso tra l’attuale anarchia dei progetti e un’eccessiva centralizzazione” sottolinea Giulio Salvadori, Ricercatore dell’Osservatorio Internet of Things.
Quattro le principali applicazioni per le Smart City:
Se si applicassero alla città di Milano, emerge che in 1-2 anni di ripagherebbe la Gestione dei parcheggi, in 2-5 anni per la Raccolta rifiuti, in 3-5 anni per l’Illuminazione intelligente, in 6-9 anni per le soluzioni di Smart Building in edifici pubblici. A questo bisogna aggiungere la sostenibilità e la vivibilità della città.
Mancanza di risorse economiche, competenze inadeguate e assenza di una governance condivisa sono le principali barriere all’avvio di progetti Smart City.
I comuni devono lavorare per superarle, ma sono necessarie linee guida e una strategia chiara da parte del Governo.
Anche lo sviluppo tecnologico può contribuire a ridurre le barriere per l’avvio di iniziative Internet of Things (IoT) nelle città. L’evoluzione delle nuove reti di comunicazione consente infatti di ridurre la complessità e i costi dei progetti Smart City.
Quali sono i vantaggi dell’applicazione dell’IoT – in concreto – per una città?
Il principale beneficio deriva dal fatto che una municipalità ha la possibilità di appoggiarsi a un’infrastruttura già pronta per connettere gli oggetti intelligenti e le soluzioni smart. In passato era necessario ricorrere ad altre reti:
Se ad esempio, si voleva realizzare la gestione dei parcheggi era quindi necessario installare una rete ad hoc.
Oggi, invece, si possono sfruttare le nuove reti LPWA (Low Power Wide Area), risparmiando così i costi legati all’installazione dei gateway dedicati, assicurando un minore consumo energetico dei sensori posti sugli stalli dei parcheggi e una maggiore durata della batteria, con impatti positivi sul ritorno dell’investimento e una riduzione della complessità da gestire.