
In Europa c’è desiderio di connessione, di smart home che funziona davvero, di intelligenza artificiale nella vita quotidiana, come protagonista dell’integrazione tra dispositivi domestici intelligenti. Lo pensa più della metà degli 11mila consumatori europei intervistati da Samsung, che vorrebbe impiegare l’AI per semplificare la quotidianità, per migliorare le esperienze di intrattenimento e, più in generale, aumentare la qualità della vita. Ma la ricerca “Intelligent living: how AI is enhancing everyday experiences” evidenzia anche che non tutti si sentono sicuri di utilizzarla al meglio.
Realtà e desiderio faticano a corrispondere. Solo il 15% degli intervistati afferma di sapere come ottenere i benefici desiderati nella propria vita quotidiana. Un altro 38% pensa di sentirsi escluso dall’attuale dibattito sull’intelligenza artificiale. Le differenze sono evidenti anche a livello geografico. Davanti alla richiesta di valutare la comprensione dell’AI e la capacità di uso nel quotidiano, i polacchi si sentono i più sicuri (23%). I britannici, con l’11%, meno preparati. In Italia la percentuale di “confidenza” si attesta al 14%. Certo è che il 53% del campione totale desidera che la tecnologia gli renda la vita più facile, soprattutto quando si tratta di faccende domestiche.
La connettività domestica è una priorità: il 42% degli intervistati vorrebbe che l’AI collegasse meglio i vari dispositivi nella propria casa. Inoltre, la stessa percentuale ritiene che questa innovazione possa migliorare la vita domestica, mentre quasi un quarto, il 24%, desidera soprattutto sfruttare l’AI per la gestione smart dell’abitazione.
Cosa chiedono dunque i consumatori alla smart home? Queste le principali risposte:

Non solo elettrodomestici e casa intelligente. Il 66% degli europei vorrebbe avere più tempo per dedicarsi alle attività che ama e il 37% si aspetta che l’AI possa essere utile in questo. Un altro 41% crede che possa concretamente migliorare esperienze come viaggi, gaming o guardare la TV. In questa prospettiva, cosa dovrebbe fare l’intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni? Si passa dalla traduzione in tempo reale che elimina le barriere linguistiche (23%) alle funzionalità integrate che ottimizzano la definizione dell’immagine (27%). Ma si apprezzano anche le tecnologie che rilevano i rumori di fondo e regolano la qualità del suono (27%) per esperienze visive coinvolgenti.
Inoltre, le persone si confermano sempre più attente alla salute. La metà degli intervistati vorrebbe prevenire le malattie piuttosto che curarle. Più precisamente, il 32% vedrebbe positivamente il supporto dell’AI per per creare piani dietetici personalizzati. Il 24% per ricevere allenamenti e il 34% per consigli sullo stile di vita basati sui propri dati sanitari. Un ulteriore 31% è interessato a utilizzare l’AI per il monitoraggio del sonno.
Cresce dunque l’interesse per l’intelligenza artificiale nella smart home e nel benessere. Ma non arretra, al contempo, lo scetticismo circa l’etica e la sicurezza di queste applicazioni. Infatti, solo il 17% degli intervistati utilizzerebbe tali dispositivi di monitoraggio della salute nella propria routine. Un tema centrale riguarda proprio la fiducia e la tutela dei dati sensibili delle persone. Il 37% degli intervistati vorrebbe ricevere aggiornamenti puntuali circa la sicurezza durante l’uso dell’AI in vari dispositivi. E il 34% trova utile il monitoraggio attivo delle minacce informatiche 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Infine, il 27% ha identificato la protezione quale caratteristica più importante dell’AI.
Più andiamo avanti, più le considerazioni etiche sull’AI sono centrali per la crescita stessa del comparto e per la costruzione di ambienti più smart e sostenibili. Per questo, gli esperti invitano le aziende del settore ad ascoltare attentamente le esigenze dei consumatori, ponendo l’accento su sicurezza, inclusività e vantaggi pratici dell’uso dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana.
