La luce di Ecolamp illumina il difficile percorso della raccolta dei RAEE

Il libro “Insieme Raccogliamo Valore” racconta i primi 18 anni di attività del consorzio che si occupa della raccolta delle sorgenti luminose a fine vita e dei i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE)
Rubrica Libri: Insieme Raccogliamo Valore di Ecolamp sui RAEE

Un’avventura esemplare quella di Ecolamp, dove l’aggettivo va preso alla lettera perché quel che ha fatto questo consorzio nei suoi primi diciotto anni di vita rappresenta un esempio davvero prezioso in un settore, quello dei RAEE, dove invece non mancano situazioni problematiche che non di rado si trascinano da molto tempo. Anzi, con una facile metafora, si può dire che l’attività di Ecolamp ha illuminato la tortuosa strada che tuttora deve seguire la maggioranza dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche.

Copertina libro Ecolamp RAEE

A ripercorrere la vita del consorzio è arrivato da poco un libro dal titolo “Insieme Raccogliamo Valore” che è disponibile gratuitamente in versione digitale sul sito di Ecolamp a questo link. Un agile volume di sei capitoli (56 pagine) che tracciano una linea temporale dell’attività del consorzio, fondato nel 2004 per volontà dei maggiori player europei del mercato delle lampadine per la corretta gestione e per la massimizzazione della raccolta delle sorgenti luminose a fine vita su tutto il territorio nazionale.

Da allora, grazie ad Ecolamp si sono sviluppati nel corso degli anni una rete logistica e una serie di servizi che “ad oggi hanno portato a gestire, con elevati livelli di professionalità, oltre quarantaduemila tonnellate di RAEE tra lampadine, tubi fluorescenti, Led, apparecchi di illuminazione e vari piccoli elettrodomestici e prodotti di elettronica di consumo”.

Attualmente il consorzio adempie agli obblighi di responsabilità estesa del produttore per oltre trecento aziende che immettono apparecchi elettrici o elettronici sul mercato italiano, “con le quali condivide la volontà di salvaguardare l’ambiente, cercando soluzioni innovative, sostenibili ed efficaci per garantire un sistema di raccolta e trattamento dei RAEE virtuoso e trasparente”.

Vent’anni fa situazione disastrosa

Un libro, nel suo primo capitolo, che utilizza il passato per meglio far comprendere il presente. Infatti, a far capire la vastità della strada percorsa c’è lo sconfortante spaccato della situazione preesistente: “Soltanto vent’anni fa i rifiuti elettrici ed elettronici finivano nelle discariche. Nel migliore dei casi. Spesso finivano ai bordi delle strade, nei fossi, nei boschi. E con i frigoriferi, con gli schermi televisivi, con i tubi al neon, finivano nell’ambiente molte sostanze pericolose: dai clorofluorocarburi, responsabili della riduzione dello strato d’ozono, a sostanze tossiche facilmente bioaccumulabili come il mercurio. L’acciaio, l’alluminio, il vetro, che avremmo potuto recuperare e riciclare, venivano dispersi nell’ambiente o accumulati in quelle miniere urbane che chiamiamo discariche e da cui forse non saranno mai più estratti”.

Insomma, un disastro. Anzi in primis un disastro ecologico, e poi economico, nel quale il mondo dell’illuminazione aveva purtroppo responsabilità crescenti. Le lampade di uso domestico che, praticamente dagli albori dell’illuminazione, erano sempre state a incandescenza, nel corso degli anni Ottanta vennero affiancate e poi progressivamente sostituite dalle lampade fluorescenti compatte che consentivano un eccezionale risparmio energetico (circa il 60-70% di consumo in meno a parità di lumen) e una durata di vita molto più lunga (circa cinque o dieci volte quella di una lampada tradizionale).

Peccato che mentre le lampade a incandescenza (e anche le alogene) non presentavano particolari rischi per lo smaltimento – erano costituite sostanzialmente da vetro, tungsteno, un gas atossico all’interno e un attacco di alluminio e/o plastica –, le lampade fluorescenti contenevano necessariamente una quantità, sia pure ridotta, di mercurio e di polveri fosfatiche che, se disperse nell’ambiente o bruciate in un inceneritore, determinavano un significativo inquinamento ambientale.

Ecolamp residuo RAEE

Sempre un passo avanti

Si arriva così, come racconta il secondo capitolo, alla nascita di Ecolamp, dopo che l’Unione europea aveva introdotto con le sue direttive del 2002 e 2003 il principio della responsabilità estesa del produttore nel settore dei rifiuti elettrici ed elettronici.

E non ci vuole molto per assistere all’emergere del valore aggiunto di questo consorzio, in un ambito estremamente frastagliato come quello dei RAEE, con un lavoro che non di rado ha anticipato l’evoluzione dei sistemi di raccolta. In particolare, accanto alla raccolta presso i centri creati dai Comuni (le cosiddette isole ecologiche, riciclerie o centri di raccolta), già nel 2009 Ecolamp ha avviato i primi servizi volontari, principalmente rivolti alle utenze professionali (ad esempio, gli installatori) con i “Collection Point” e il servizio “Extralamp”. Azioni con effetti a lunga durata, se à vero che oggi il raggruppamento RAEE delle sorgenti luminose (R5) è quello nel quale è maggiore la quota di recupero esterna ai centri di raccolta pubblici (circa il 38% del totale) e in cui è più alta la quota della raccolta volontaria dei sistemi collettivi (ben il 25% del totale).

Poi, nel 2010, con l’entrata in vigore del sistema “1 contro 1” (l’obbligo per il distributore del ritiro dei RAEE a fronte dell’acquisto di un nuovo prodotto equivalente), Ecolamp era già pronta e lanciava “Ecopoint”, il primo progetto a sostegno del sistema “1 contro 1” presso la distribuzione. Nel 2015 il consorzio ha anticipato l’entrata in vigore (l’anno successivo) dell’obbligo per la grande distribuzione del cosiddetto “1 contro 0” per i piccolissimi elettrodomestici. In tutte queste scelte, si sottolinea nel libro, “si vede un fondamentale atteggiamento proattivo.

Ecolamp non è solo il canale di gestione del sistema di raccolta e smaltimento, ma anche il soggetto che promuove la raccolta, che offre servizi e modalità aggiuntive a quelle obbligatorie e, in particolare, a quelle fornite dal servizio pubblico”. Un percorso virtuoso accompagnato da numeri importanti e in continua evoluzione. E così, se fino a tre anni fa l’obiettivo era quello del 45% di raccolta rispetto all’immesso sul mercato, dal 2019 l’asticella si è alzata e ha raggiunto la soglia del 65% di RAEE raccolti.

I raggruppamenti RAEE

Sorgenti luminose in controtendenza

Ed è proprio sui numeri e sui risultati ottenuti che si sofferma un intero capitolo del libro, tenendo presente una particolarità del mercato dell’illuminazione. Infatti, a fronte di una quantità complessiva di RAEE immessi sul mercato italiano in continua crescita, sia come numero di pezzi sia come peso totale (nel 2020 un milione e 80mila tonnellate a fronte delle 750mila del 2015), nel comparto “coperto” da Ecolamp si è invece registrata una contrazione, dovuta soprattutto alla maggior durata delle sorgenti luminose, passando dalle circa 10mila tonnellate del 2015 alle 6.746 registrate cinque anni dopo.

Ciò premesso, il tasso di raccolta, calcolato come il rapporto tra il quantitativo raccolto e quello immesso sul mercato nei tre anni precedenti, è comunque cresciuto arrivando nel 2020 al 52,3% rispetto al 43,3% del 2015.

Un risultato ben superiore alla media generale dei RAEE sebbene ancora insufficiente a conseguire i target più recenti dell’Unione europea. All’interno del raggruppamento R5 viene poi evidenziato come tra il 2008 e il 2021 Ecolamp ha raccolto complessivamente circa 170 milioni di lampadine, per un quantitativo di circa 21.700 tonnellate. Più esattamente, considerato che mediamente il 6% dei materiali che finisce nei bidoni dell’R5 non è costituito da sorgenti luminose, sono comunque stati raccolti più di 20mila tonnellate di lampadine.

Tasso raccolta sorgenti luminose R5
Tasso di raccolta delle sorgenti luminose

RAEE ed economia circolare

La parte finale del libro è invece dedicata a un tema di grande interesse e attualità, ovvero le modalità di raccolta, trattamento e riciclo dei RAEE, con il sistema Ecolamp che “ormai assomiglia sempre più a un modello di economia circolare, a sua volta un passaggio determinante nella transizione ecologica. Ciò significa passare da un modello lineare, nel quale si estraggono risorse, si consumano i prodotti e si generano rifiuti, a un modello circolare, nel quale si impiegano essenzialmente risorse rinnovabili o derivate dal riciclo e i prodotti consumati e i loro scarti, quando non riutilizzabili, rientrano in nuovi cicli manifatturieri. Economia circolare e riciclo consentono, inoltre, una forte riduzione dei consumi energetici per produrre i materiali e, di conseguenza, una riduzione delle emissioni, in particolare di quelle responsabili del cambiamento climatico”.

Da qui una considerazione importante: per quanto i RAEE rappresentino spesso l’esito delle forme più deleterie di consumismo, il sistema di gestione dei RAEE comincia invece a diventare un esempio di economia circolare e la raccolta delle sorgenti luminose a fine vita, rappresenta uno dei campi dove i livelli del riciclo, anche di prodotti complessi, è tra i più elevati.

Da qui il delinearsi di nuove sfide che saranno giocate, appunto, sul processo di riciclo. Del resto, insieme ad obiettivi di raccolta sempre più performanti, si assiste già oggi ad una crescente domanda di recupero delle piccole, talora piccolissime, quantità di materiali preziosi e rari, strategici per il futuro, contenuti anche negli apparati di illuminazione.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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